

di
John Vennari
1

Questo scritto di
John Vennari, prende in esame l'Istruzione Permanente dell'Alta
Vendita, l'unico documento segreto massonico che svela il
progetto di sovversione della Chiesa cattolica, la cui
pubblicazione fu voluta da Papi come Pio IX e Leone XIII. In
esso si descrive la strategia diabolica messa in atto dai
massoni per distruggere la Chiesa mediante il contagio della sua
Gerarchia con le idee liberali. In questo modo, sono stati
diffusi tra i cattolici i principî massonici (dignità dell'uomo,
libertà religiosa, tolleranza, ecc...) sotto il manto
dell'«aggiornamento». Questo agile libretto offre al lettore una
conoscenza del pericolo costituito dalla sètta massonica ed
espone la verità circa gli scopi occulti di questa potente
organizzazione segreta. |
Prefazione
Il lettore italiano, con la
traduzione del presente studio di John Vennari, ha la
possibilità di riflettere sull'inquietante similitudine
esistente tra i programmi della Massoneria e la situazione
ecclesiale scaturita dal Concilio Vaticano II. Infatti,
l'Autore ricorda come la potente Loggia massonica dell'Alta
Vendita, nell'Ottocento, auspicava di poter introdurre negli
ambienti cattolici i principî fondamentali della sètta,
quali il naturalismo e il relativismo religioso. L'ambizioso
e temerario progetto intendeva conquistare alla causa dei
«Fratelli», non solo dei sacerdoti e dei Vescovi imbevuti di
questi errori, ma addirittura un Papa che, dal Soglio
pontificio, avrebbe favorito e consolidato la penetrazione
massonica nella società.
Effettivamente, questi principî,
attraverso il cavallo di Troia del modernismo, sono
penetrati in seno alla Chiesa, seppur fieramente combattuti
da
Papa San Pio X (1903-1914) e da altre eminenti
figure del clero cattolico, quali il Cardinale Gaetano De
Lai (1853-1928), Mons. Umberto Benigni
(1862-1934), i Monsignori Andrea, Jacopo e
Gottardo Scotton e don Paolo De Töht (1881-1965).
Durante il Concilio Vaticano II, i seguaci del neomodernismo
riuscirono ad imporre, alla maggioranza dei cattolici, gli
errori già condannati dal Magistero di
Pio IX
(1846-1878), con l'Enciclica
Quanta Cura, di San Pio
X, con l'Enciclica
Pascendi Dominici Gregis e da
Pio XII (1939-1958), con l'Enciclica
Humani Generis.
Dopo la morte di Pio XII, sul Trono di Pietro siedono dei
personaggi che, effettivamente, insegnano delle dottrine di
chiara matrice massonica.
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Cardinale De Lai |
Don
Paolo De Töht |
Mons. U. Benigni |
Sarebbe sbagliato, però, parlare
di «Papi massoni»: infatti, questi individui, benché
canonicamente eletti al Pontificato, non sono formalmente
Papi, poiché, non attuando il bene della Chiesa e
insegnando l'errore, non possono ricevere da Cristo
l'autorità suprema, per governare, insegnare e santificare
la Chiesa 2. Quindi, come
dimostra l'Autore, vi è una chiara coincidenza di
insegnamento tra i principî massonici e le teorie
neomodernistiche del Concilio Vaticano II; ma il progetto
dei sèttari di avere un Papa imbevuto di principî massonici
e dunque, oggettivamente al servizio della Massoneria, non
si è potuto realizzare, né mai si potrà realizzare.
Parlare
quindi di «Papa massone» o comunque di «Papa che insegna
l'errore» è in contrasto con l'autentica fede cattolica;
prima l'insegnamento di
Giovanni Paolo II (1920-2005) e ora di Benedetto
XVI è certamente in sintonia con i principî delle Logge
ma, come abbiamo visto, non si tratta di Magistero della
Chiesa, poiché questi «papi» non sono rivestiti
dell'autorità pontificia. Paradossalmente, se le Logge non
sono riuscite ad avere un «Papa» secondo le loro necessità,
si può invece sostenere che, in un certo senso, hanno
ottenuto dei «tradizionalisti» secondo le loro necessità,
poiché negando l'infallibilità pontificia e umiliando
abitualmente la figura del Romano Pontefice, essi - di fatto
- arrecano danno alla Chiesa. Il cattolico, quindi, per
conservare integralmente la fede 3
deve abbeverarsi alla fonte sicura dell'insegnamento dei
veri Papi, per poter ricevere i mezzi necessari per
contrastare i nemici della Chiesa e, contemporaneamente,
crescere nell'amore per il «dolce Cristo in terra»,
che gli stessi nemici vorrebbero cancellare.
Introduzione
Pochi cattolici conoscono l'Istruzione
permanente dell'Alta Vendita, un documento segreto
scritto agli inizi del XIX secolo che descrive accuratamente
il disegno di sovversione della Chiesa cattolica. L'Alta
Vendita era la Loggia più elevata della Carboneria,
una Società Segreta italiana con collegamenti con la
Massoneria e che, insieme a quest'ultima, venne condannata
dalla Chiesa cattolica 4. Nel
suo libro Freemasonry and the Anti-Christian Movement
(«La Massoneria e il movimento anticristiano»), Padre
Edward Cahill s.j. (1868-1941) scrive: «Si
presume comunemente che (l'Alta Vendita) sia stata la
centrale operativa della Massoneria europea»
5. La Carboneria era molto attiva in
Italia e in Francia. Nel suo libro Athanasius and the
Church of Our Time («Sant'Atanasio e la Chiesa del
nostro tempo»), Mons. Rudolph Graber
(1903-1992), Vescovo di Ratisbona, cita un massone secondo
cui «la mèta (della Massoneria) non è più la
distruzione della Chiesa, ma di avvalersene infiltrandola»
6. In altre parole, siccome la
Massoneria non può distruggere completamente la Chiesa di
Cristo, non solo progetta di sradicare l'influenza del
cattolicesimo nella società, ma anche di usare la struttura
della Chiesa come uno strumento di «rinnovamento», di
«progresso» e di «illuminazione intellettuale» per
promuovere molti dei suoi principî e scopi.
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Mons. Rudolph Graber |
Athanasius and the... |
Uno schema
La strategia progettata nell'Istruzione
permanente dell'Alta Vendita è sbalorditiva per la sua
audacia e per la sua astuzia. Fin dalle prime righe, questo
documento parla di un processo che richiederà decenni per
essere portato a termine. Gli estensori del documento erano
consci del fatto che non avrebbero visto la sua
realizzazione. Essi stavano preparando un piano che sarebbe
stato tradotto in pratica dalle generazioni successive di
iniziati. Dice l'Istruzione permanente: «Nelle
nostre file il soldato muore e la lotta prosegue». L'Istruzione
prevedeva la divulgazione delle idee e degli assiomi
liberali in tutta la società e all'interno delle
istituzioni della Chiesa cattolica; nel corso degli anni, il
laicato, i seminaristi, il clero e i prelati avrebbero
dovuto essere gradualmente imbevuti di principî
progressisti. Col tempo, questa mentalità sarebbe così
penetrata che i nuovi preti ordinati, i nuovi Vescovi
consacrati e i nuovi Cardinali nominati avrebbero finito col
pensare che queste idee erano al passo col pensiero moderno
che ha le sue radici nella Dichiarazione dei Diritti
dell'Uomo e nei principî della Rivoluzione Francese del
1789 (l'uguaglianza di tutte le religioni, la
separazione tra Chiesa e Stato, il pluralismo
religioso, ecc...). Alla fine, da queste file sarebbe
uscito un Papa che avrebbe condotto la Chiesa sul cammino
dell'«illuminazione intellettuale» e del
«rinnovamento». Essi affermavano che non era loro scopo
insediare un massone sulla Cattedra di Pietro. La loro mèta
era quella di creare quelle condizioni ideali che alla fine
avrebbero generato un Papa e una Gerarchia persuasi dalle
idee del cattolicesimo liberale, credendo comunque di essere
ancora cattolici fedeli.
Questi responsabili cattolici, non
si sarebbero più opposti alle idee moderne della Rivoluzione
(come avevano costantemente fatto i Papi dal 1789 fino al
1958 - con la morte di Papa Pio XII - che condannò i
principî liberali), ma li avrebbero introdotti nella Chiesa.
Il risultato finale sarebbe stato un clero e un laicato
cattolico che marcia sotto la bandiera dell'illuminazione
intellettuale, ma che è convinto di marciare sotto la
bandiera delle Chiavi Apostoliche.
Tutto ciò è possibile?
A coloro che pensano che
questo progetto sia irrealizzabile, che si tratti di una
mèta senza speranza di essere raggiunta senza che il nemico
se ne avveda, ricordiamo che Papa Pio IX e
Papa Leone
XIII (1810-1903) chiesero che L'Istruzione permanente
venisse pubblicata, indubbiamente per impedire che tale
tragedia si concretizzasse. Comunque, se un simile evento si
fosse realizzato, ci sarebbero stati tre segni chiari ed
evidenti per riconoscerlo:
-
uno sconvolgimento di
notevole rilevanza, di fronte al quale il mondo intero
capirebbe che all'interno della Chiesa cattolica c'è
stata una rivoluzione che l'ha posta in linea con le
idee moderne. Sarebbe chiaro a tutti che c'è stato un «aggiornamento»;
-
una nuova teologia
verrebbe introdotta e adottata, pur essendo in
contraddizione con gli insegnamenti precedenti;
-
i massoni stessi
canterebbero il loro grido di vittoria, credendo che la
Chiesa cattolica è stata finalmente «illuminata» su
taluni punti quali l'uguaglianza delle religioni, la
laicità dello Stato, il pluralismo e altri compromessi
verrebbero accettati.
L'autenticità dei documenti
dell'Alta Vendita
Gli incartamenti segreti
dell'Alta Vendita, che finirono nelle mani di Papa
Gregorio XVI, abbracciano un periodo che va dal 1820 al
1846. Essi furono pubblicati su richiesta di Pio IX da
Jacques Crétineau-Joly (1803-1875) nella sua
opera
L'Église Romaine en face de la Révolution («La
Chiesa di Roma di fronte alla Rivoluzione»)
7. Con un Breve di approvazione del
25 febbraio 1861 indirizzato all'autore, Pio IX garantì
l'autenticità di questi documenti, ma non permise a nessuno
di divulgare i veri nomi dei membri dell'Alta Vendita citati
in questo carteggio. Il testo completo dell'Istruzione
permanente dell'Alta Vendita è contenuto anche nel libro
di Mons. George E. Dillon intitolata
Grand Orient Freemasonry Unmasked («Il Grand'Oriente
della Massoneria smascherato»).
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Papa
Gregorio XVI |
J.
Crétineau-Joly |
Grand Orient
Free... |
Quando a Leone XIII venne
presentata una copia del libro di Mons. Dillon, egli ne
rimase impressionato ed ordinò che ne venisse stampata, a
sue spese, una edizione in lingua italiana
8. Nell'Enciclica Humanum genum (del 20
aprile 1884), Leone XIII fece appello ai leader
cattolici affinché restituissero «ai massoni la loro
faccia, strappando loro la maschera» 9.
La pubblicazione di questi documenti è un mezzo per
strappare tale maschera. E se i Papi hanno chiesto che
queste lettere fossero pubblicate, è perché volevano che
tutti i cattolici venissero messi a conoscenza dei piani
delle Società Segrete per sovvertire la Chiesa dall'interno,
per metterli in guardia e impedire che tale catastrofe
avvenisse.
Un Papa imbevuto delle idee massoniche
Quella che segue non è tutta
l'Istruzione, ma le parti più pertinenti alla nostra
discussione. Dice questo documento: «Il nostro fine
ultimo è quello di Voltaire e dei rivoluzionari francesi:
la distruzione finale del cattolicesimo e dell'idea
cristiana [...]. Il Papa, chiunque sarà, non
verrà mai alle società segrete. Sta alle società segrete
compiere il primo passo verso la Chiesa, con lo scopo di
conquistare entrambi. Il
compito che stiamo per
intraprendere non è il lavoro di un giorno, o di un mese, o
di un anno; può durare molti anni, forse un secolo; ma nelle
nostre file il soldato muore e la lotta prosegue. Noi non
intendiamo guadagnare i Papi alla nostra causa, farne dei
neofiti dei nostri principî, dei propagatori delle nostre
idee. Sarebbe un sogno ridicolo, e, in qualsiasi modo si
svolgano gli avvenimenti, se per esempio dei Cardinali o dei
prelati siano entrati, di loro spontanea volontà o di
sorpresa, a parte dei nostri segreti, questo non è
nient'affatto un incentivo per desiderare la loro elevazione
alla Sede di Pietro. Quella esaltazione ci rovinerebbe.
L'ambizione li avrebbe condotti all'apostasia, i bisogni del
potere li costringerebbero a sacrificarci. Quello che noi
dobbiamo domandare, quello che dobbiamo cercare e aspettare,
come gli ebrei aspettano il Messia, è un Papa secondo le
nostre necessità [...]. Con quello marceremo più
sicuramente all'assalto della Chiesa che con gli opuscoli
dei nostri Fratelli in Francia e anche con l'oro
dell'Inghilterra. Volete saperne la ragione? È questa: per
distruggere la pietra sulla quale Dio ha costruito la Sua
Chiesa, noi non abbiamo bisogno di aceto annibaliano, o di
polvere da sparo, né
delle nostre stesse braccia. Noi abbiamo il dito mignolo del
successore di Pietro
impegnato nella congiura e questo dito vale per una simile
crociata tutti gli
Urbani II e tutti i San Bernardo della cristianità. Senza
dubbio raggiungeremo
questo fine supremo dei nostri sforzi. Ma quando? Come?
L'ignoto non è stato
ancora rivelato. Ciononostante, niente deve dissuaderci dal
piano tracciato; al
contrario, tutto deve tenderci: l'opera è appena abbozzata,
ma fin da oggi dobbiamo
lavorarci con lo stesso ardore come se il successo dovesse
coronarla domani.
Desideriamo che questa istruzione rimanga segreta per i soli
iniziati, e
che venga detto ai soli ufficiali del consiglio della
suprema Vendita (Loggia)
che dovrebbero instillarla nei loro Fratelli, in forma di
istruzione o di memorandum [...]. Or dunque, per assicurarci un Papa fornito delle
qualità richieste, si
tratta di formare a questo Papa una generazione degna del
regno che desideriamo.
Lasciamo da parte le persone anziane e
quelli di età matura; andiamo alla gioventù,
e se è possibile, anche ai bambini [...].
Escogiterete per voi stessi, senza grandi sforzi,
una reputazione di buoni cattolici e di puri
patrioti. Questa reputazione permetterà l'accesso
delle nostre dottrine negli ambienti
del giovane clero, così come nei conventi.
Per forza di cose, nel giro di alcuni anni,
questo giovane clero avrà occupato tutte le
cariche; esso governerà, amministrerà, giudicherà,
formerà il consiglio del sommo
gerarca, sarà chiamato a scegliere il Pontefice che deve
regnare. E questo Pontefice,
come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà
necessariamente imbevuto
più o meno dei principî italiani umanitari (leggi "rivoluzionari")
che abbiamo
incominciato a mettere in circolazione. È un piccolo grano
di senape nera che
stiamo affidando alla terra; ma la luce del sole della
giustizia lo farà crescere
sino al potere più elevato, e un giorno vedremo che ricco
raccolto produrrà
questo piccolo seme. Nel percorso che stiamo tracciando ai
nostri Fratelli si
devono vincere grandi ostacoli e superare molteplici
difficoltà. Si trionferà con
l'esperienza e con la perspicacia. Ma il fine è così bello
che vale la pena di
spiegare tutte le vele al vento per raggiungerlo. Volete
rinnovare radicalmente
l'Italia? Cercate il Papa di cui abbiamo appena disegnato il
profilo. Desiderate
stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta
di Babilonia? Lasciate il
clero marciare sotto il Suo stendardo, mentre crede di
marciare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche. Vuoi
distruggere l'ultimo vestigio dei tiranni e degli
oppressori? Piazzate le vostre trappole (le reti)
come Simon Pietro; gettatele nelle sacrestie, nei
seminari e nei conventi piuttosto che in fondo al mare: e se
non avete fretta, vi promettiamo una pesca più miracolosa
della sua. Il pescatore di pesci divenne pescatore di
uomini; voi porrete dei nostri amici attorno alla
Cattedra Apostolica. Avrete predicato una rivoluzione in
tiara e cappa, camminando con la croce e la bandiera, una
rivoluzione che non avrà bisogno se non che di essere un po'
spronata per mettere il fuoco ai quattro lati del mondo»
10. Ora non ci rimane che esaminare
se questo piano è stato coronato da successo.
Il
filosofo Voltaire (1694-1778), iniziato alla Massoneria
in Inghilterra nel 1725, era solito dire: «Sono stufo di
sentir ripetere che dodici uomini hanno potuto stabilire il
cristianesimo, e ho un gran voglia di provare che basta uno solo
per distruggerlo». La sua parola d'ordine, che ripeteva
costantemente nelle sue lettere, era la seguente: «Schiacciate
l'infame! Ciò che mi interessa è l'avvilimento
dell'infame. Impegnate tutti i Fratelli e perseguitate l'infame
a viva voce e per iscritto senza concedergli la minima tregua».
L'«infame», nell'odioso linguaggio della sètta, è Gesù Cristo
(cfr. Mons. H. Delassus,
Il problema dell'ora presente, Desclée, Roma 1907, pagg.
90-91). |
Penetrazione dei principî massonici
Per tutto il XIX secolo, la
società è stata permeata in modo crescente dai principî
liberali dell'«illuminazione intellettuale» e della
Rivoluzione Francese, è ciò a grande detrimento della fede
cattolica e dello Stato cattolico. Nozioni apparentemente
religiose come quella di «gentile e garbato», di pluralismo
e di indifferentismo religioso, di una democrazia che
crede che ogni autorità venga dal popolo, della falsa
nozione di libertà, di separazione tra Chiesa e Stato,
di adunate interconfessionali e di altre simili
novità stavano affascinando le menti dell'Europa
post-illuminista, infettando gli uomini di Stato e gli
ecclesiastici. I Papi del XIX secolo - e ben presto anche
quelli del XX - ingaggiarono una guerra totale contro queste
pericolose tendenze. Con un'acuta presenza di spirito,
radicata in una certezza di fede intransigente, questi Papi
non si lasciarono ingannare. Essi sapevano che i cattivi
principî, per quanto onorevoli possano sembrare, non possono
produrre buoni frutti, e che questi cattivi principî erano
il peggio del peggio, poiché non solo erano radicati
nell'eresia, ma anche nell'apostasia. Come autentici
generali che riconoscono essere loro dovere mantenere il
possesso della loro terra ad ogni costo, questi Papi
tirarono potenti bordate contro gli errori del mondo moderno
e spararono incessantemente. Le Encicliche erano i loro
colpi di cannone, e non mancarono mai il loro obiettivo
11. Il colpo più devastante e
monumentale entrò sotto forma di Sillabo degli errori,
del 1864, di Pio IX, e quando il fumo si diradò, a tutti
coloro che erano coinvolti nella battaglia fu chiaro a quale
dei due schieramenti appartenevano. Le linee di demarcazione
erano state chiaramente tracciate. In questo grande
Sillabo, Pio IX condannò gli errori principali del mondo
moderno, non perché erano moderni, ma perché queste nuove
idee erano radicate nel naturalismo panteistico ed
erano perciò incompatibili con la dottrina cattolica, così
come erano distruttive per la società. Gli insegnamenti del
Sillabo erano anti-liberali, e i principî del
liberalismo erano anti-Sillabo. Questo fu
incontestabilmente riconosciuto da entrambe le parti.
Padre Denis Fahey (1883-1954) definì questo confronto
«Pio IX contro la deificazione panteistica dell'Uomo»
12. Parlando a nome dell'altro
schieramento, il massone francese Ferdinand Buisson
(1841-1932) dichiarò similmente: «Una scuola non può
rimanere neutrale tra il Sillabo e la Dichiarazione dei
Diritti dell'Uomo» 13.
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Padre Denis Fahey |
Ferdinand Buisson |
I «cattolici liberali»
Il XIX secolo vide anche una
razza nuova di cattolico che utopisticamente cercò un
compromesso tra le due parti. Questi uomini cercarono ciò
che credevano essere «buono» nei principî del 1789 e
tentarono di introdurlo nella Chiesa. Molti ecclesiastici,
contagiati dallo spirito dell'epoca, furono presi nella rete
che era stata gettata «nelle sacrestie e nei seminari».
Essi divennero noti come «cattolici liberali». Papa Pio IX
ebbe a dire che essi erano i peggiori nemici della Chiesa.
Nonostante questo monito, il loro numero aumentò
progressivamente.
San Pio X e il modernismo
Questa crisi giunse al culmine
all'inizio del XX secolo quando il liberalismo del 1789, che
era stato un «soffio al vento», turbinò
vorticosamente nel tornado modernista. Padre Vincenzo
Miceli identificò questa eresia tracciando l'identità
della «trinità di genitori del modernismo». Egli
scrisse:
-
«il suo antenato
religioso è la Riforma protestante;
-
il suo genitore
filosofico è l'Illuminismo;
-
la sua ascendenza
politica proviene dalla Rivoluzione Francese»
14.
Papa San Pio X, che ascese al
soglio pontificio nel 1903, riconobbe nel modernismo una
piaga letale che doveva essere cauterizzata. Egli scrisse
che il più importante obbligo del Papa è assicurare la
purezza e l'integrità della dottrina cattolica, e affermò
che se non avesse fatto nulla, avrebbe mancato gravemente al
suo dovere essenziale 15. San
Pio X scatenò la guerra contro il modernismo emanando
un'Enciclica (la Pascendi Dominici Gregis) e un Sillabo di
proposizioni errate (il Lamentabili), istituì il
giuramento anti-modernista, che doveva essere prestato da
tutti i sacerdoti e insegnanti di Teologia, eliminò i
seminari e le Università in mano ai modernisti e scomunicò i
superbi e gli impenitenti. Egli frenò efficacemente
l'espansione del modernismo nella sua epoca. Tuttavia, si
racconta che quando una persona si congratulò con lui per
avere sradicato questo grave errore, San Pio X rispose
immediatamente che, nonostante tutti i suoi sforzi, non era
riuscito ad uccidere quella bestia, ma l'aveva solamente
sepolta. Egli avvertì che se i responsabili della Chiesa non
fossero stati vigilanti, essa sarebbe riapparsa in futuro
più virulenta che mai 16.
Il
celebre mago cabalista ed ex diacono Eliphas Levi
(1810-1875), scrisse nella sua opera
Grande Arcano (Atanor
1989, pag. 89): «Verrà un giorno in cui gli ultimi anatemi di
un Concilio Ecumenico saranno: "Maledetta sia la
maledizione, che gli anatemi siano anatemizzati, e che tutti gli
uomini siano benedetti"! Allora non si vedrà più da una parte
l'umanità e dall'altra la Chiesa. Poiché la Chiesa abbraccerà
l'umanità e chiunque farà parte dell'umanità non
potrà essere al di fuori della Chiesa». |
La Curia in allarme
Un fatto quasi sconosciuto,
avvenuto sotto il pontificato di
Papa Pio XI
(1857-1939), dimostra che la corrente sotterranea del
pensiero modernista fosse già attiva nell'immediato periodo
successivo al regno di San Pio X. Padre Raymond Dulac
riferisce che durante il Concistoro segreto del 23 maggio
1923, Pio XI interpellò i trenta Cardinali della Curia circa
l'opportunità di indire un Concilio Ecumenico. Erano
presenti prelati illustri come i Cardinali Rafael Merry
del Val (1865-1930), Gaetano De Lai,
Pietro Gasparri
(1852-1934), Tommaso Pio Boggiani (1863-1942) e
Louis Billot (1846-1931).
I Cardinali si dichiarano
sfavorevoli ad una simile evenienza. Il Cardinal Billot
avvertì: «L'esistenza di profonde lacerazioni tra
l'episcopato stesso non può essere celata [...]. Si
corre il rischio di dare luogo a discussioni che verrebbero
prolungate indefinitamente». Il Cardinale Boggiani
richiamò le teorie moderniste, dalle quali - disse - una
parte del clero e dei Vescovi non era esente. «Questa
mentalità potrebbe indurre certi Padri a presentare mozioni
o a introdurre metodi incompatibili con la tradizioni
cattolica». Il Cardinal Billot fu ancora più esplicito:
«I peggiori nemici della Chiesa, i modernisti, che sono
già pronti, come mostrano certe indicazioni, vogliono
produrre la rivoluzione nella Chiesa, un nuovo 1789»
17.
Nello scoraggiare l'idea di un
Concilio per le ragioni che abbiamo appena visto, questi
Cardinali si mostrarono più idonei a riconoscere i «segni
dei tempi» di tutti i teologi del post-Concilio. Inoltre, la
loro cautela era radicata in qualche cosa di ben più
profondo. Forse essi erano rimasti turbati anche dalle
letture delle opere dell'infame canonico scomunicato Paul
Roca (1830-1893), il quale predicò la rivoluzione e la
«riforma» della Chiesa e predisse una sovversione di
quest'ultima che sarebbe stata provocata da un Concilio.
I deliri rivoluzionari di Roca
Nel suo libro Athanasius and the
Church of Our Time, Mons. Graber riporta la «profezia»
pronunciata dall'ex canonico Roca della nascita di una
nuova Chiesa illuminata, che sarebbe stata influenzata
dal «socialismo di Gesù e degli Apostoli»
18. In pieno XIX secolo, Roca aveva
predetto: «La nuova Chiesa che, forse, non potrà
mantenere niente della dottrina scolastica e della forma
originale della Chiesa di una volta, avrà,
nondimeno, la sua benedizione la giurisdizione
canonica da Roma». Commentando questa «profezia»,
scrive Mons. Graber: «Pochi anni fa, sembrava del tutto
impossibile immaginare tali cose; ma oggi»?
19. L'ex canonico Roca predisse
anche una «riforma liturgica». Parlando della
liturgia futura, egli credeva «che il culto divino, come
lo regolano il cerimoniale, il rituale e le costituzioni
della Chiesa romana, sarà, prossimamente,
tramite un Concilio Ecumenico, sottomesso ad un
cambiamento totale che ripristinerà la venerabile
semplicità dell'epoca d'oro degli Apostoli, corrispondente
alla coscienza e alla civiltà moderna»
20. Egli previde che mediante un
Concilio si sarebbe realizzato «un accordo perfetto
tra gli ideali della civiltà moderna e l'ideale di Cristo e
il Suo Vangelo. Questa sarà la consacrazione del Nuovo
Ordine Sociale e il solenne battesimo della civiltà
moderna». Roca parlò anche del futuro del Papato. Egli
scrisse: «Si delinea un sacrificio che sarà una solenne
riparazione [...]. Il Papato cadrà; morirà
sotto il sacro coltello che i Padri dell'ultimo
Concilio forgeranno. Il Cesare-Papa è un ostia (la
vittima) coronata per il sacrificio»
21. Roca predisse entusiasticamente
una «nuova religione», un «nuovo dogma»,
un «nuovo rituale» e un «nuovo
sacerdozio». «Egli chiama "progressisti" i "nuovi
sacerdoti"; parla della "soppressione" dell'abito
talare e del "matrimonio dei sacerdoti"»
22. L'eco agghiacciante delle
affermazioni Roca e dell'Istruzione permanente dell'Alta
Vendita risuona nelle parole del rosacroce
Rudolf
Steiner (1861-1925) che dichiarò nel 1910: «Abbiamo
bisogno di un Concilio e di un Papa che lo convochi»
23.
Il grande Concilio che non venne
mai indetto
Circa nel 1948, Papa Pio XII,
su richiesta del fedele e ortodosso
Cardinale Ernesto
Ruffini (1888-1967), prese in considerazione l'idea di
convocare un Concilio generale, la cui necessaria
preparazioni avrebbe richiesto alcuni anni. È evidente che
alla fine alcuni elementi progressisti presenti in Vaticano
riuscirono a dissuadere Pio XII dalla realizzazione poiché
era chiaro fin dall'inizio che questo Concilio sarebbe stato
in sintonia con la Lettera Enciclica Humani generis.
Come questa grande Enciclica del 1950, il nuovo Concilio
avrebbe combattuto le «false opinioni che minacciano
di minare le fondamenta della dottrina cattolica»
24. Tragicamente, Pio XII si
convinse di essere troppo avanti negli anni per prendere
sulle proprie spalle questo grave compito, e si rassegnò
all'idea che «questo sarà un compito del mio successore»
25.
Roncalli consacra l'ecumenismo
Durante tutto il pontificato
di Pio XII, il Sant'Uffizio, sotto l'abile comando del
Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979), riuscì a
salvaguardare la fede cattolica tenendo i cavalli selvaggi
del modernismo rinchiusi energicamente in un recinto. Molti
degli attuali teologi neo-modernisti narrano sdegnosamente
come - durante questo periodo - ad essi e ai loro amici sia
stata messa la museruola. Ma lo stesso Ottaviani non poteva
impedire quello che sarebbe accaduto nel 1958.
Un nuovo
tipo di Papa, «che i progressisti credevano avrebbe
favorito la loro causa» 26,
sarebbe asceso al Soglio pontificio costringendo un
riluttante Ottaviani a togliere il catenaccio e ad aprire il
recinto provocando la fuoriuscita disordinata e precipitosa
dei modernisti. Tuttavia, un tale evento non era del tutto
imprevisto. Alla notizia della morte di Pio XII, un
modernista, il vecchio dom Lambert Beauduin
(1873-1960), un amico del Cardinale Angelo Roncalli
(il futuro
Giovanni XXIII), confidò a
Padre Louis Bouyer:
«Se eleggono Roncalli, tutto sarà salvo;
egli sarebbe capace di indire un Concilio e di consacrare l'ecumenismo»
27.
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Cardinale A.
Ottaviani |
Dom
L. Beauduin |
Cardinale Roncalli |
E così accadde: il Cardinale
Roncalli fu eletto e convocò un Concilio che «consacrò»
l'ecumenismo. La «rivoluzione in tiara e cappa» era
iniziata.
Un
giorno, il Cardinale Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII, confidò
al conte
Enrico Galeazzi: «Sento
intorno a me degli innovatori che vogliono smantellare la Sacra
Cappella (la Chiesa), distruggere la fiamma universale
della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e procurarle il
rimorso per il suo passato storico [...]. Verrà un
giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio, in cui
la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato. Sarà tentata di
credere che l'uomo è diventato Dio» (cfr.
Mons. Roche-P. Saint
Germain, Pie XII devant l'histoire, pagg. 52-53). |
La rivoluzione di Papa Giovanni
È cosa nota e superbamente
documentata 28 che una cricca
di teologi liberali (i periti) e di Vescovi dirottarono il
Concilio Vaticano II (1962-1965) con l'intento di
ricostruire una Chiesa a loro immagine tramite l'attuazione
di una «nuova teologia». I critici e i difensori del
Vaticano II concordano su questo punto. Nel suo libro
Vatican II Revisited («Il Vaticano II rivisitato»),
Mons. Aloysius J. Wycislo (1908-2005) - un
entusiasta fautore della rivoluzione inaugurata dal Vaticano
II - dichiara con ammirazione che «teologi e studiosi
biblici che erano rimasti "in discredito" per anni
riapparvero come periti (esperti teologici che consigliavano
i Vescovi al Concilio) e i loro libri e i commentari scritti
nel post-concilio sono diventate opere di successo»
29. Egli scrive che «l'Enciclica
Humani generis di Pio XII aveva [...] avuto un
effetto devastante sul lavoro di un buon numero di teologi
preconciliari» 30, e spiega
che «durante la prima preparazione del Concilio, quei
teologi (principalmente francesi e tedeschi) la cui attività
era stata paralizzata da Pio XII, erano ancora sotto
censura. Papa Giovanni tolse pacificamente il veto che
colpiva quelli che tra loro erano i più influenti. Un certo
numero di essi fu ancora guardato con sospetto dai membri
del Sant'Uffizio» 31.
Mons. Wycislo declama gli encomi di alcuni progressisti trionfanti
come Hans Küng, Karl Rahner (1904-1984),
John Courtney Murray (1904-1967), Yves Congar
(1904-1995), Henri de Lubac (1896-1991), Edward
Schillebeeckx e
Gregory Baum, che erano stati
considerati come sospetti fino al Concilio, ma che in
seguito sono diventate le colonne portanti della teologia
post-conciliare 32. In effetti,
quelli che Pio XII considerava non idonei a percorrere la
via del cattolicesimo, ora tenevano sotto controllo la
città. E come per coronare la loro impresa, il giuramento
anti-modernista venne tranquillamente abrogato.
San Pio X aveva visto giusto. La mancanza di vigilanza da
parte dell'autorità aveva permesso al modernismo di
ritornare armato di vendetta.
Marciando sotto una nuova bandiera
Durante il Vaticano II, ci
furono innumerevoli scontri tra il Cœtum Internationalis
Patrum («Gruppo Internazionale dei Padri»), che lottava
per mantenere inalterata la Tradizione della Chiesa, e il
gruppo progressista del Reno. Alla fine, prevalse
tragicamente il secondo, formato da elementi liberali e
modernisti 33. Era ovvio a
chiunque, che avesse occhi per vedere, che il Concilio aveva
spalancato la porta a molte idee che erano state
precedentemente anatemizzate dalla Chiesa docente, ma che
erano al passo con il pensiero modernista. Ciò non accadde
accidentalmente, ma fu il frutto di un disegno preciso.
Durante il Vaticano II, i progressisti evitarono di
condannare gli errori modernisti. Inoltre, essi inserirono
intenzionalmente numerose ambiguità nei testi dei documenti
conciliari che intendevano sfruttare a loro vantaggio dopo
il Concilio 34. Queste
ambiguità sono state utilizzate per promuovere un genere di
ecumenismo che era stato già condannato da Pio XI, una
libertà religiosa 35 che era
già stata condannata dai Pontefici del XIX e XX secolo
(specialmente da Pio IX), una nuova liturgia che seguiva le
linee dell'ecumenismo e che Mons. Annibale Bugnini
(1912-1982) definì «una notevole conquista della Chiesa
cattolica», una collegialità che colpisce al cuore il
primato pontificio, e infine un «nuovo atteggiamento
verso il mondo», specialmente in uno dei documenti
più importanti del Concilio: la Gaudium et Spes. Come
gli autori dell'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita
avevano sperato, i concetti della cultura liberale avevano
finalmente incontrato l'adesione dei membri più
ragguardevoli della Gerarchia cattolica ed erano in tal modo
penetrati all'interno della Chiesa. Il risultato è stata una
crisi di fede senza precedenti che non accenna a migliorare.
Alla stesso tempo, innumerevoli ecclesiastici che occupano
posizioni di rilievo, evidentemente inebriati dallo «spirito
del Vaticano II», lodano continuamente le riforme
post-conciliari che hanno permesso a questa calamità di
abbattersi sulla Chiesa.
Acclamazioni dalle Logge massoniche
Tuttavia, non solo molti
uomini di Chiesa, ma anche numerosi massoni hanno celebrato
questa svolta degli eventi. Essi si sono allietati del fatto
che finalmente i cattolici «hanno visto la luce» da quando
molti dei loro principî sono stati accettati dalla Chiesa.
Nel suo libro L'œcuménism vu par un franc-maçon de
tradition («L'ecumenismo visto da un massone di
tradizione»), il barone Yves Marsaudon, del Rito
Scozzese, ha lodato l'ecumenismo scaturito dal Vaticano II.
Egli ha scritto: «I cattolici [...] non devono
dimenticare che tutte le strade conducono a Dio. E dovranno
accettare che la coraggiosa idea di libertà di pensiero, che
possiamo realmente definire una rivoluzione,
partita dalle nostre Logge massoniche, si è
magnificamente estesa sotto la cupola di San Pietro»
36.
Lo spirito di dubbio e di
rivoluzione permanente proprio dell'era post-conciliare deve
evidentemente aver scaldato il cuore del massone francese
Jacques Mitterand (1908-1991), il quale ha scritto
approvando: «Qualcosa è cambiato all'interno
della Chiesa, e le risposte date dal Papa alle questioni
più urgenti, come il celibato ecclesiastico e il controllo
delle nascite, sono oggetto di veementi dibattiti
all'interno della Chiesa stessa; la parola del Sommo
Pontefice viene messa in discussione dai Vescovi, dai
sacerdoti e dai fedeli. Per un massone, un uomo che mette
in dubbio un dogma è già un massone senza grembiule»
37. Marcel Prelot, senatore
della regione del Doubs, in Francia, si spinge molto più in
avanti nel descrivere quello che è successo. Egli scrive:
«Abbiamo lottato per un secolo e mezzo per far sì che le
nostre idee prevalessero nella Chiesa e non ci siamo
riusciti. Finalmente, è venuto il Vaticano II e
abbiamo trionfato. Da quel momento, le proposizioni e i
principî del cattolicesimo liberale sono stati
definitivamente e ufficialmente accettati dalla Santa
Chiesa» 38.
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Yves Marsaudon |
Jacques Mitterand |
Marcel
Prelot |
L'affermazione
di Prelot merita una precisazione; è necessario fare una
distinzione tra la Chiesa e gli uomini di Chiesa. Nonostante
certe pretese dei massoni, è impossibile che errori
dottrinali possano essere accettati «definitivamente e
ufficialmente dalla Santa Chiesa». La Chiesa, Corpo
Mistico di Cristo e Sua Sposa senza macchia, non può cadere
nell'errore. Nostro Signore ha promesso che «le porte
dell'inferno non prevarranno contro di essa» (Mt
16, 18). Ma questo non significa che gli ecclesiastici,
anche quelli appartenenti ai livelli più elevati, non
possano essere contagiati dallo spirito liberale del nostro
tempo e possano essere promosse idee e pratiche contrarie al
Magistero perenne della Chiesa 39.
Così
il Gran Maestro del Grand'Oriente d'Italia Armando Corona
(1921-2009): «Il nostro interconfessionalismo ci ha
valso la scomunica ricevuta nel 1738 da Clemente XI. Ma la
Chiesa era certamente nell'errore se è vero che il 27
ottobre 1986 l'attuale Pontefice ha riunito ad Assisi uomini di
tutte le confessioni religiose per pregare assieme per la pace.
Cos'altro cercavano i nostri Fratelli quando si riunivano nei
templi, se non l'amore tra gli uomini, la tolleranza, la
solidarietà, la difesa della dignità della persona umana,
considerandosi eguali al di là del loro credo politico, del loro
credo religioso e del colore della pelle»? (cfr.
«Discorso del Gran Maestro Armando Corona per l'Equinozio di
Primavera», in Hiram, primavera 1987). |
Una rottura col passato
Quei «conservatori» che negano
che vari punti del Vaticano II costituiscano una rottura con
la Tradizione e con il Magistero precedente - o
come minimo pecchino di ambiguità, implicazioni od omissioni
- non hanno ascoltato i veri promotori e sbandieratori del
Concilio che spudoratamente lo hanno ammesso. Padre Yves
Congar, uno degli artefici della riforma, notava con
soddisfazione che «la Chiesa ha fatto,
pacificamente, la sua "Rivoluzione d’Ottobre"»
40. Lo stesso Padre Congar affermava
che la Dichiarazione del Vaticano II sulla libertà religiosa
Dignitatis Humanæ è in contrasto con il Sillabo di
Pio IX. A riguardo del paragrafo § 2 di detta Dichiarazione,
egli ebbe a dire: «Non si può negare che un testo come
questo dica materialmente qualcosa di diverso dal Sillabo
del 1864, e addirittura quasi l'opposto delle
proposizioni 15 e 77-79 di quel documento»
41. Recentemente, alcuni anni fa, il
Cardinale Joseph Ratzinger, apparentemente non
turbato dalla sua stessa ammissione, ha affermato di
considerare il documento conciliare Gaudium et spes
una specie di «contro-Sillabo»: «Se
si volesse fare una diagnosi del testo (Gaudium et spes)
nell'insieme, è probabile che diremmo che (in rapporto ai
testi sulla libertà religiosa e sulle religioni del mondo)
esso è una revisione del Sillabo di Pio IX, quasi una
specie di contro-Sillabo [...].
Permetteteci di essere contenti di dire che il testo serve
come un contro-Sillabo, così come esso rappresenta, da parte
della Chiesa, un tentativo di riconciliazione ufficiale
con la nuova era inaugurata dal 1789»
42. La nuova epoca inaugurata dal
1789 consiste, in effetti, nell'elevazione dei Diritti
dell'Uomo al di sopra dei diritti di Dio. In verità, un
commento come quello del Cardinale Ratzinger è inquietante,
specialmente quando proviene dal Prefetto della Sacra
Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale ha il
compito di preservare la purezza della dottrina cattolica.
Possiamo anche citare un'asserzione simile del progressista
Cardinale Leo Iozef Suenens (1904-1996), a suo tempo
Padre conciliare, il quale parlò in termini di «vecchi
regimi» che sono terminati. Le parole che egli ha usato per
elogiare il Concilio sono tra le più efficaci, le più
agghiaccianti e le più schiaccianti. Suenens ha dichiarato
che «il Vaticano II è stato la Rivoluzione Francese nella
Chiesa» 43.
«Una rivoluzione in tiara e
cappa»
La rivoluzione post-conciliare
porta impressi tutti i segni di garanzia nell'aver adempiuto
i disegni dell'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita
e le profezie dell’ex canonico Roca:
-
il mondo intero è
testimone di un profondo cambiamento su scala mondiale
avvenuto all'interno della Chiesa cattolica, un
cambiamento
che la pone al passo col mondo moderno;
-
i difensori e i detrattori
del Vaticano II hanno entrambi dimostrato che certi
orientamenti dottrinali introdotti a partire dal
Concilio, costituiscono una rottura col passato;
-
i massoni stessi si
rallegrano del fatto che, grazie al Concilio, le loro
idee hanno si sono estese «magnificamente sotto la
cupola di San Pietro».

«La Gran Loggia
occidentale messicana e i suoi confratelli, in occasione della
morte di Papa Giovanni XXIII, annunciano ufficialmente il
loro cordoglio per la scomparsa di questo grand'uomo che ha
rivoluzionato le idee, i pensieri e le forme della liturgia
cattolica romana. Le Encicliche "Mater et Magistra" e "Pacem in
Terris" hanno rivoluzionato i concetti in favore dei Diritti
dell'Uomo e noi, massoni, riconosciamo in lui i suoi prinicipî
elevati, il suo umanitarismo e le sue qualità di grande
liberale» (cfr. El Informador, del 3 giugno
1963). Durante il dibattito tra cattolici e massoni di Lecce, Fr\
Volpicelli
ha dichiarato che «due recenti Pontefici sono apprezzati da
entrambe le comunità (la Massoneria e la Chiesa): Papa
Giovanni e Papa Wojtyla» (cfr. Débat
catholicomaçonnique de Lecce, del 24 febbraio 1979, pag.
114). |
La passione della Chiesa
Dunque, la passione che la
nostra Santa Chiesa sta soffrendo al momento presente non è
poi un gran mistero. Ignorando imprudentemente i Papi del
passato, gli attuali responsabili della Chiesa hanno eretto
una struttura compromessa che sta crollando su sé stessa.
Sebbene
Paolo VI (1897-1978) si sia lamentato del
fatto che «la Chiesa è in uno stato di auto-demolizione»,
lui stesso, come del resto Giovanni Paolo II, insisteva
affinché il disastroso aggiornamento responsabile di questa
auto-demolizione fosse portato avanti a tutto spiano. Di
fronte ad un «disorientamento così diabolico» - per
usare le parole della veggente di Fatima
Suor Lucia dos
Santos (1907-2005) ha utilizzato per descrivere la
mentalità di molti membri della Gerarchia odierna - l'unica
risposta per tutti i cattolici preoccupati è:
-
pregare molto,
specialmente recitando il santo Rosario;
-
imparare e vivere la
dottrina tradizionale e la morale della Chiesa cattolica
come viene descritta nei testi pre-conciliari;
-
frequentare la Messa
romana, dove la fede cattolica e la devozione si trovano
nella loro pienezza e non sono vittime dei nefasti
influssi dell'attuale ecumenismo;
-
resistere con tutta
l'anima alle tendenze liberali post-conciliari che
stanno devastando il Corpo Mistico di Gesù Cristo;
-
istruire caritatevolmente
il nostro prossimo sulla Tradizione della Chiesa e
avvertirlo degli errori che minacciano la sua fede;
-
pregare affinché un numero
sufficiente di membri appartenenti alla Gerarchia
ritorni al buon senso;
-
porre tutta la fiducia
nella SS.ma Vergine e nel Suo potere affinché tramite la
Sua intercessione, i responsabili della Chiesa ritornino
alla Tradizione cattolica;
-
non scendere mai a
nessun compromesso con l'errore.
Solamente la Madonna può aiutarci
Siccome la presente lotta è
essenzialmente una battaglia soprannaturale, non dobbiamo
ignorare gli avvertimenti che la Santa Vergine ha rivelato
nel 1917 a Fatima. Tutti i cattolici devono adempiere
fedelmente tutte le richieste di Nostra Signora di Fatima, e
specialmente pregare e operare affinché la Russia venga
finalmente consacrata al Cuore Immacolato di Maria. Questa
sarà la chiave che non solo distruggerà «gli errori
sparsi dalla Russia», ma gli errori di tutto il mondo
intero, inclusi quelli che travagliano dall'interno la
Chiesa. Per impedire il trionfo promesso del Cuore
Immacolato, gli agenti impenitenti del liberalismo, del
modernismo e del naturalismo, si sono raggruppati in
un'unica grande adunata ecumenica col Principe di questo
Mondo per ricevere insieme a lui il colpo di tallone con cui
la Regina del Cielo schiaccerà il loro orgoglioso capo.


NOTE
1 Traduzione dall'originale inglese The Permanent
Instruction of the Alta Vendita («L'istruzione permanente
dell'Alta Vendita»), a cura di
Antonio Casazza.
2 Questa posizione teologica, detta «Tesi di
Cassiciacum», è stata presentata fin dalla metà degli anni '70
dal teologo domenicano Padre Michel-Louis Guérard des Lauriers
(1898-1988), già docente alla Pontificia Università del Laterano
e alla Facoltà di Teologia del Saulchoir, in Francia. Sulla scia
di Padre Guérard des Lauriers, la «Tesi di Cassiciacum» è stata
studiata e illustrata da dotti sacerdoti quali don Francesco
Ricossa, sulla rivista italiana Sodalitium (Loc.
Carbignano, 10020 Verrua Savoia, TO); Mons. Donald Sanborn,
sulla rivista Sacerdotium negli Stati Uniti; don Hervè
Belmont, in Francia, con alcuni saggi, tra cui L'esercizio
quotidiano della fede, tradotto in italiano e stampato per la
Collana Fortes in Fide.
3 «Il peccato di eresia non è solo la negazione di
qualche verità rivelata solennemente dal Concilio, dal Pontefice
ex cathedra, ma è peccato di eresia anche il negare qualche
verità insegnata dalla Chiesa nel suo Magistero ordinario
universale. Poiché non tutto ciò che Dio ha rivelato è oggetto
di particolari definizioni o dogmi della Chiesa. Molte verità
Dio ce le propone a credere per mezzo del comune e quotidiano
insegnamento ordinario della Chiesa. Che è egualmente autentico
e infallibile come quello solenne e straordinario» (cfr.
Le virtù teologali e alcuni punti della dottrina sociale
cristiana, Azione Cattolica Italiana, Isola di Lari, 1943).
4 Cfr. The Catholic Encyclopedia, vol. III,
Encyclopedia Press, New York 1913, pag. 330-331.
5 Cfr. P. E.
Cahill, Freemasonry and the Anti-Christian Movement,
Gill, Dublino 1959, pag. 101.
6 Cfr. Mons. R.
Graber,
Athanasius and the Church of Our Time, Christian Book Club,
Palmdale 1974, pag. 39.
7 Cfr. J.
Cretineau-Joly, The Roman Church and the Revolution
(«La Chiesa romana e la rivoluzione»), vol. II, 1859: Mons.
Henri Delassus ha riprodotto ampi stralci di questo libro nella
sua opera Il problema dell'ora presente. Antagonismo fra due
civiltà, Desclée, Roma 1907.
8 Cfr. M.
Davies, Pope John's Council («Il Concilio di papa
Giovanni»), Angelus Press, Kansas City 1992, pag. 166.
9 Cfr. Leone
XIII, Lettera Enciclica Humanum genus. Sulla
Massoneria, § 21.
10 Cfr.
Mons. H. Delassus,
The Anti-Christian Conspiracy («La cospirazione
anticristiana»), Desclée de Brouver, Roma 1910, vol. III, pagg.
1035-1092. Il testo completo dell'Istruzione Permanente
dell’Alta Vendita è stato pubblicato in
Mons. G. E. Dillon,
op. cit., pagg. 51-56.
11 Per una piena comprensione della
dottrina cattolica a riguardo degli errori del modernismo, è
indispensabile lo studio delle Encicliche papali contro il
liberalismo, il modernismo e la Massoneria, della fine del XIX
secolo e dell'inizio del XX.
12 Cfr.
P. D. Fahey C. CS. Sp.,
The Mystical Body of Christ in the Modern World («Il
corpo mistico di Cristo nel mondo moderno»), Regina Publications,
Dublino 1939, cap. VII.
13 Ibid., pag. 116.
14 Cfr. P. V.
Miceli, The
Antichrist («L'anticristo»), Roman Catholics Books,
Harrison, pag. 133.
15 Cfr.
Pio X, Lettera
Enciclica Pascendi Dominici Grecis. Sul modernismo, § 1.
16 Cfr. P. V.
Miceli, op.
cit.
17 Cfr. P. R.
Dulac,
Episcopal Collegiality at the Second Council of the Vatican
(«La collegialità episcopale al Concilio Vaticano II»), Cedre,
Parigi 1979, pagg. 9-10.
18 Cfr.
Mons.. R. Graber,
op. cit., pag. 34.
19 Ibid., pagg. 34-35.
20 Ibid., pag. 35.
21 Ibid.
22 Ibid., pag. 36.
23 Ibid.
24 Il racconto completo di questa
affascinante storia è presente in
F. M. De la Sainte
Trinité, The Whole Truth About Fatima («Tutta la
verità su Fatima»), vol. III, «Il terzo segreto»,
Immaculate Heart Publications, Ontario 1990, pagg. 257-304.
25 Ibid., pag. 298.
26 Cfr. L.
De Poncins,
Freemasonry and the Vatican («La Massoneria e il Vaticano»),
Christian Book Club, Palmdale 1968, pag. 14.
27 Cfr. L.
Boyer, Dom
Lambert Beauduin. A Man of the Church («Dom Lambert Beauduin.
Un uomo della Chiesa»), Casterman, 1964: cit. in D.
Bonneterre, The
Liturgical Movement («Il Movimento Liturgico»), Ed.
Fideliter, 1980, pag. 119.
28 Cfr. P. R.
Wiltgen s.v.d.,
The Rhine Flows into the Tiber («Il Reno sfocia nel
Tevere»), TAN, Hawthorne 1985.
29 Cfr.
Mons. A. Wycislo,
Vatican Second Revisited. Reflections by One Who Was There
(«Il Concilio Vaticano II rivisitato. Riflessioni di una persona
che vi ha partecipato»), Alba House, Staten Island 1987, pag. x.
30 Ibid., pag. 33.
31 Ibid., pag. 27.
32 Ibid., pagg. 27-34.
33 Tutta la storia del dirottamento
conciliare da parte dei prelati e dei teologi liberali, e le
tragiche conseguenze di questo golpe modernista, sono
superbamente spiegati nel libro del verbita Ralph Wiltgen The
Rhine Flows into the Tiber e nell’opera di Michael Davies
Pope John’s Council.
34 L'uso di questa tattica fu ammesso
dal perito conciliare Edward Schillebeecks, il quale affermò:
«Esprimeremo in maniera diplomatica - ma solo dopo il Concilio -
che avremo previsto le implicite conclusioni» (cfr. De
Bazuin, nº 16, 1965). In un'altra occasione egli ebbe a
dire: «Durante il Concilio abbiamo fatto uso di frasi ambigue
sapendo come sarebbero state interpretate in seguito» (cfr.
Mons. M. Lefebvre,
An Open Letter to Confused Catholics, Angelus Press, Kansas
City 1992, pag. 106).
35 Cfr. M.
Davies, The
Second Vatican Council and Religious Liberty («Il Concilio
Vaticano II e la libertà religiosa»), Neumann Press, Long
Prairie 1992; in esso risulta evidente che il documento
conciliare Dignitatis Humanæ (e particolarmente il § 2)
contraddice l'insegnamento pontificio precedente in materia. Lo
stesso Padre Yves Congar o.p. ha ammesso apertamente l'esistenza
di questa palese contraddizione.
36 Cfr.
Mons. M. Lefebvre,
op. cit., pag. 89.
37 Ibid., pagg. 88-89.
38 Cfr. M.
Prelot, Le
catholicisme liberal, 1969;
Mons. M. Lefebvre,
op. cit., pag. 100.
39 Il problema sollevato dalla
contraddizione in essere tra il Magistero pontificio precedente
e quello attuale non è solamente un problema dottrinale, ma è
soprattutto una questione di autorità. Infatti, se la Chiesa è
governata dallo Spirito Santo - ed è di fede che lo è - va da sé
che un vero Papa non può contraddire un suo predecessore su un
qualunque punto di fede, perché ciò equivarrebbe a dire che lo
Spirito Santo contraddice Sé stesso. Né è ammissibile sostenere,
come fanno certuni in modo aberrante, che un vero Papa possa
allearsi o divenire strumento del lupo per far strage del gregge
che gli è stato affidato da Cristo propinandogli il veleno
dell'eresia e abusando dell'autorità che gli proviene da Dio. La
soluzione del dilemma è evidentemente nella mancanza di autorità
in chi occupa la Sede di Pietro (N.d.T.).
40 Cfr.
Mons. M. Lefebvre,
op. cit., pag. 100.
41 Cfr. P.
Y. Congar o.p.,
Challenge to the Church («Sfida per la Chiesa»), Londra
1977, pag. 177; cit. in M.
Davies, The
Second Vatican Council and the Religious Liberty, pag. 203.
42 Cfr. J.
Ratzinger,
Principles of the Catholic Theology («Principî di teologia
cattolica»), Ignatius Press, San Francisco 1987, pagg. 381-382.
43 Cfr.
Mons. M. Lefebvre,
op. cit., pag. 100.
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