di
Arnaud de
Lassus 1
Sopra: cena
luterana.
|
«Il
Novus Ordo Missæ [...] rappresenta, sia nel
suo insieme come nei particolari, un
impressionante allontanamento dalla teologia
cattolica della Santa Messa, quale fu formulata
nella Sessione XXII del Concilio Tridentino»
-
Breve esame critico del Novus Ordo Missæ. |
Dopo il Vaticano II: una liturgia riformata in senso
protestante
Dal XVI secolo fino al
Concilio Vaticano II (1962-1965), la componente
anti-liturgica del protestantesimo ha esercitato,
nell'ambiente cattolico, un'influenza che fortunatamente è
stata neutralizzata dalla Santa Sede. Oggi, invece, sembra
aver raggiunto parte dei suoi obiettivi grazie alla riforma
liturgica post-conciliare. Ecco alcune testimonianze a
questo riguardo.
- Mons. Hans Ludvig
Martensen (1927-2012), Vescovo cattolico di Copenaghen
(Danimarca):
«Altre esigenze che Lutero aveva formulato a suo
tempo, oggi possono essere considerate come
soddisfatte nella teologia e nella pratica della
Chiesa cattolica: l'uso della lingua volgare
nella liturgia; la possibilità della comunione sotto
le due specie; e il rinnovamento della teologia e
della celebrazione dell'Eucarestia»
2. |
- Hans Küng:
«Il
rinnovamento liturgico del nostro secolo e del
Vaticano II tiene conto delle richieste
essenziali dei riformatori»
3. |
- Gérard Siegwalt,
docente di teologia alla facoltà protestante di Strasburgo:
«Non
c'è nulla nella messa attuale rinnovata e
riformata che potrebbe veramente disturbare il
cristiano evangelico, o che potrebbe disturbarlo
più di quanto possano infastidirlo certi elementi,
reali o assenti, del culto protestante»
4. |
|
|
|
Mons.
Martensen |
Hans Küng |
Gérard Siegwalt |
- Max Thurian
(1921-1996), teologo della comunità protestante di Taizé:
«Il
nuovo ordinario della messa, al di là delle sue
relative imperfezioni, dovute al peso della
collegialità e dell'universalità, è un esempio di
quella ricerca feconda di unità aperta e di fedeltà
dinamica, di vera cattolicità: uno dei suoi frutti
sarà che forse le comunità non-cattoliche potranno
celebrare la Santa Cena con le stesse preghiere che
usa la Chiesa cattolica. Teologicamente, è
possibile»
5. |
- Roger Adolphe Mehl
(1912-1997), teologo e sociologo protestante:
«Se
si tiene conto dell'evoluzione decisiva della
liturgia eucaristica cattolica, della possibilità di
sostituire il Canone della messa con altre preghiere
liturgiche, della cancellazione dell'idea secondo
cui la messa costituirebbe un sacrificio, della
possibilità di comunicarsi sotto le due specie,
non ci sono più di ragioni per le Chiese della
Riforma di vietare ai loro fedeli di prendere parte
all'Eucarestia nella Chiesa romana»
6. |
- Jean Guitton
(1901-1999), filosofo e scrittore, amico intimo di Paolo
VI (1897-1978):
«L'intenzione di Paolo VI, a riguardo della
liturgia, a proposito di ciò che si viene
volgarmente detta "la messa", era di riformare la
liturgia cattolica in modo che essa coincidesse
quasi con la liturgia protestante [...],
con la Cena protestante [...]. Ripeto, Paolo
VI ha fatto tutto ciò che era in suo potere per
avvicinare la messa cattolica - al di là del
Concilio di Trento alla Cena protestante [...].
La messa di Paolo VI si presenta per prima cosa come
un banchetto - non è così? - e insiste molto
sull'aspetto della partecipazione ad un banchetto,
e molto meno sulla nozione di sacrificio, di
sacrificio rituale, di fronte a Dio, con il
sacerdote che da le spalle al popolo. Dunque, non
credo di ingannarmi dicendo che l'intenzione di
Paolo VI e della nuova liturgia che porta il suo
nome, è di chiedere ai fedeli una più grande
partecipazione alla messa, è di dare più spazio
alla Sacra Scrittura e meno spazio a tutto ciò
che c'è - certi dicono "di magico", altri "di
consacrazione consustanziale", transustanziale, e
che è la fede cattolica. In altre parole, c'è in
Paolo VI l'intenzione ecumenica di cancellare
- o almeno di correggere, di attenuare - ciò che
c'è di troppo "cattolico", in
senso tradizionale, nella messa, e di avvicinare la
messa cattolica, lo ripeto, alla messa calvinista.
Si tratta, evidentemente, di una rivoluzione»
7. |
Si comprende come in presenza
di una simile rivoluzione liturgica, il Cardinale Charles
Journet (1891-1975) abbia potuto affermare: «La
liturgia e la catechesi sono le due ganasce della tenaglia
con cui si strappa la fede» 8.
|
|
|
Max Thurian |
Jean
Guitton |
Il
Cardinale Journet |
Sopra: 10
aprile 1970. Paolo VI incontra i sei osservatori protestanti
che
hanno
attivamente collaborato alla stesura del nuovo rito della
messa.
|
«L'odierno
movimento liturgico mondiale della Chiesa cattolica
romana è uno sforzo tardivo per favorire la
partecipazione attiva e intelligente dei laici alla
Messa, in modo che il popolo possa credersi
concelebrante con il sacerdote».
- Luther. D.
Reed (1873-1972),
The
Lutheran Liturgy,
Fortress Press 1975,
pag. 107. Reed era docente di liturgia al seminario
luterano di Philadelphia, negli Stati Uniti. |
NOTE
1 Traduzione di un estratto (pagg. 51-53) dell'opera
Connaissance élémentaire du protestantisme (Action
Familiale et Scolaire, Parigi), a cura di
Antonio Casazza.
2 Dichiarazione della Commissione mista
cattolico-luterana del 6 maggio 1983, che Mons Martensen ha
firmato a titolo di co-presidente.
3 Cfr. H. Küng,
Le concile épreuve de l'église
(«Il concilio prova della Chiesa»),
éditions du Seuil,
Parigi 1963, pag. 123. Affermazione inesatta per quel che
riguarda le riforme fatte al tempo di Pio XII.
4 Cfr. «L'intercommunion», in Documentation
catholique n° 1555, del 18 gennaio 1970, pag. 96.
5 Cfr. M.
Thurian, «Le nouvel ordre de la messe va dans un sens
profondement oecuménique» («Il nuovo ordinario della messa
va in un senso profondamente ecumenico»), in La Croix,
del 30 maggio 1969, pag. 10. Senza rinnegare la sua adesione
all'eresia protestante, Max Thurian fu ordinato il 3 maggio 1978
sacerdote cattolico, e nel 1992 Giovanni Paolo II lo nominò
membro della Commissione Teologica Internazionale.
6 Cfr. R. A.
Mehl, «Catholiques et protestants peuvent-ils se
retrouver dans la communion eucharistique»? («Cattolici e
protestanti possono ritrovarsi nella comunione eucaristica»?),
in Le Monde, del 10 settembre 1972, pag. 12.
7 Jean Guitton, partecipando ad un dibattito
radiofonico organizzato da Lumière 101, una trasmissione
radio mandata in onda la domenica dall'emittente
Radio-Courtoisie, il 19 dicembre 1993, e riportata sul libro
di Yves Chiron intitolato Paul VI, le
pape écartelé («Paolo VI, il papa
dilaniato»; Via Romana, 2008).
8 Cfr. L.
Méroz, L'obéissance dans l'église,
aveugle ou clairvoyante? («L'obbedienza nella Chiesa, cieca
o chiaroveggente»), Martingay, Ginevra 1977, pag. 104.
|