Durante il
Concilio Vaticano II, soprattutto in previsione della ratifica
del Decreto Nostra Ætate, un documento dedicato ai
rapporti con l'ebraismo e con le altre religioni non-cristiane,
un'équipe di sacerdoti messicani, guidata dal gesuita
Padre Joaquín Sáenz y Arriaga, iniziò a distribuire ai Padri
conciliari alcuni documenti, uno dei quali è lo scritto raccolto
in questo opuscolo. Lo scopo era di mettere al corrente la
Gerarchia riunita in Concilio degli incontri segreti intercorsi
tra il Cardinale Augustin Bea, presidente del Segretariato
dell'Unità dei Cristiani, e i suoi collaboratori, e alcune
potentissime lobby ebraiche come il B'nai B'rith o
il Congresso Mondiale Ebraico. Obiettivo di questi accordi
segreti era la rimozione di ogni responsabilità ebraica nella
Passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo... |
I
PREFAZIONE
Mentre a Roma si apriva il
Concilio Ecumenico Vaticano I (1869-1870), lo stesso giorno
(8 dicembre 1869), Giuseppe Ricciardi (1808-1882)
apriva a Napoli un «anticoncilio» massonico, cui
aderirono illustri uomini di mondo e di cultura d'Europa; vi
era anche
Giuseppe Garibaldi (1807-1882),
anticlericale per eccellenza! A. S. Morin
inviò una lettera nella quale auspicava che «l'infame
papato cesserà d'insudiciare la nobile terra d'Italia»,
indicando come méte dell’Assemblea anticonciliare «la
libertà di discussione, di riunione, di stampa e di culto»,
in contrapposizione all'idea cattolica che «la libertà
non appartiene che alla verità e che l'errore non
ha alcun diritto». Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro
Onorario del Grand'Oriente di Firenze 2,
inviò due lettere nelle quali malediceva «le turpi menzogne» del Vaticano.
Il 16 dicembre
1869, si giunse ad una dichiarazione di principî riguardante
soprattutto quattro punti fondamentali: l'autonomia dello
Stato dalla religione, la conseguente abolizione di ogni
Chiesa di Stato, il distacco dell'istruzione da ogni
intervento religioso, e infine l'indipendenza della morale
dalla religione. Se osserviamo attentamente tali propositi,
scopriamo con sommo rammarico e orrore che il programma
massonico è stato compiuto e completato attraverso il Nuovo
Concordato tra Stato e Chiesa (ratificato il 18 febbraio
1984), tramite i due autorevoli firmatari Craxi-Casaroli.
Ciò dimostra in modo incontrovertibile, che essi, o erano
affiliati alla Massoneria (ed è quanto sembra), oppure
condividono idee e principî sostenuti da centinaia di anni
dagli alti esponenti mondiali della Massoneria e
dell'ebraismo.
Il canonico apostata Paul Roca
3 disse: «Un'immolazione si
prepara che espierà solennemente [...]. Il papato
soccomberà: esso morirà sotto il coltello sacro che
forgeranno i Padri dell'ultimo Concilio. Il Cesare
Papale è un'Ostia coronata per il sacrificio»
4. Su Roca scrive Padre Vittorio
De Bernardi s.j.: «A mettere in moto
l'orientamento sinarchico in seno alla Chiesa si è
affaticato, in Francia, Padre Roca. Ordinato prete nel 1858
e canonico nel 1869, in Spagna era venuto a contatto con le
correnti del messianismo gnostico proveniente dagli Stati
Uniti, dalla Svizzera e dall'Italia. Frequentò le alte sfere
della Massoneria e strinse rapporti con i maghi Stanislas
de Guaita 5 e
Papus 6, fondatore
dell'Ordine Martinista (legato alla Kabbalah), ma
soprattutto col Saint-Yves d'Alveydre
7, di cui sviluppò la visione
religiosa in riferimento alla Chiesa cattolica. Versatissimo
in occultismo, sedusse giovani e alcuni ecclesiastici alle
sue dottrine.
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Giuseppe Ricciardi |
Stanislas de Guaita |
Saint-Yves d'Alveydre |
Per l'avvento della Chiesa Sinarchica -
secondo Paul Roca - bisognava condurre un certo numero di
sacerdoti ad una concezione diversa dei dogmi,
indottrinandoli sui seguenti concetti: superiorità della
Gnosi (dal greco gnôsis, ossia "conoscenza") sulla fede,
connubio tra Chiesa e occultismo, ritorno ad un Vangelo più
puro al di là delle contaminazioni indotte dal Papato. La
sua dottrina contiene in germe tutti i motivi che sarebbero
stati sviluppati dal modernismo e dalla contestazione
postconciliare, che del modernismo coglie tutti i frutti
maturi. Eccoli: revisione dei dogmi in funzione del
progresso universale; essi sono "cosa vivente come il mondo,
come l'uomo e come ogni essere organico" e "seguono la
marcia della Storia". Abdicazione del Papato e del
sacerdozio tradizionale di fronte ai preti dell'avvenire;
anche la Curia romana, colpevole di avere messo a morte il
cristianesimo, "per quanto ben sigillata sia la pietra
tombale (del cristianesimo) e per quanto sia ben custodita
dai Centurioni Rossi (i Cardinali), sarà rimossa dall'Angelo
della Resurrezione, cioè dalla forza vivente dell'Evoluzione
e della Redenzione" 8.
- Tra gli ecclesiastici si
formeranno due correnti: quelli progressisti e quelli
tradizionalisti, fedeli al Papa 9;
- Sconvolgimento della
liturgia e dei sacramenti: essi non sono che simboli;
- Soppressione della
veste talare;
- Matrimonio dei preti,
dal momento che Cristo e il mondo si identificano.
I veri preti dell'avvenire
batteranno le fatiche del ministero pastorale con la
competizione economica e sociale, che porterà le masse verso
la Sinarchia universale, il socialismo e il comunismo degli
anarchici. I preti diventeranno i direttori delle unioni
sindacali, delle società mutue e delle agenzie cooperative
di produzione e di consumo, di pensione e assistenza
ufficiale. "L'umanità si spretizza affinché il prete si
umanizzi e i due, insieme, si cristianizzino nel vero senso
del Vangelo"; con tutto questo, "il Papa dichiarerà
canonicamente urbi et orbi che la civiltà presente è figlia
legittima del santo Vangelo e della redenzione sociale",
perché "il cristianesimo puro è il socialismo"».
Una parte di questo programma è stata compiuta, anche grazie
al Vaticano II. Anche il fondatore dell'Antroposofia,
Rudolf Steiner (1861-1925) 10,
non era da meno: «Abbiamo bisogno di un Concilio e di
un Papa che lo convochi»! (1910). Fu trovato in
Giovanni XXIII (1881-1963), ma le cose non andarono
totalmente come qualcuno aveva progettato. Questi morì
strumentalizzato dai comunisti e al suo posto fu eletto
Paolo VI (1897-1978), che evitò il peggio su certi punti
dottrinali, ma che venne ugualmente bollato dalla Massoneria
come un «Papa complice». Di questa congiura, partita lontana
nel tempo, ne accennava il 15 luglio 1923
Mons.
Ernest Jouin (1844-1932) sulla Revue Internationale
des Sociétés Secrètes (pag. 434): «Sembra che fin
d'ora lo sforzo di tutti questi congiurati (sturziani)
sia volto a preparare dal di fuori il futuro Concilio,
la cui apertura sembra decisa per la fine del 1925
11.
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Rudolf Steiner |
Giovanni XXIII |
Paolo VI |
In luogo delle abituali
definizioni dogmatiche e dei canoni disciplinari, grazie ai
quali i Padri testimoniano la tradizione delle loro chiese,
si tratterà d'imporre loro l’ordine del giorno più
eteroclito ed estraneo al deposito della fede: Società delle
Nazioni, condizione della pace mondiale, leggi sociali,
ecc... Per fortuna, lo Spirito Santo se ne ride dei
complotti delle sètte.
II
L'AZIONE GIUDAICO-MASSONICA
AL CONCILIO
(Questo testo era riservato
esclusivamente ai Rev.mi PP. Conciliari)
l
Presentazione
Siamo un gruppo di sacerdoti,
appartenenti alcuni ad Ordini religiosi e altri al clero
secolare. Abbiamo seguito con particolare attenzione le
deliberazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II per
studiare la sostanza dei suoi insegnamenti e per applicarli
poi nel nostro apostolato o nelle nostre cattedre. Non
abbiamo mai preteso di far uscire delle pubblicazioni perché
i nostri studi hanno un carattere assolutamente privato;
naturalmente, facciamo tutto questo con il consenso del
nostro Vescovo e dei nostri superiori ecclesiastici. Due
sacerdoti del nostro gruppo, per la personalità che
rivestono, partecipano alle riunioni conciliari. Ora, Per
quanto in esse si è detto, sia pure attraverso le varie
discussioni, abbiamo l'assoluta certezza che si vuole
portare la nostra santa madre Chiesa per strade che si
allontanano dagli insegnamenti del Divin Redentore e della
Sua missione divina.
Il nostro cuore è stato amareggiato a
causa di qualche incauta affermazione che attribuiamo ad un
indebolimento di fede in alcuni Padri Conciliari. Tutto
questo ci ha dato molti pensieri; ma adesso, con profonda
soddisfazione e ringraziando l'Altissimo, possiamo rendere
di pubblico dominio la convinzione alla quale siamo giunti:
non sono Tuoi figli, o Signore, quelli che vogliono tradirTi;
rimangono dei fedeli, anche se qualcuno di loro è stato
tratto in inganno. Sono i Tuoi nemici di sempre, quelli che
entrarono di nascosto nella Tua Chiesa e che diffondono
queste false dottrine che Tu hai scacciato. O Signore, sono
gli ebrei falsamente convertiti, quelli che tentano
ancora una volta di distruggere la Tua opera divina.
III
IL COMPLOTTO DEGLI EBREI,
DEI MASSONI E DEGLI ECCLESIASTICI
Il punto essenziale di questo
«nuovo volto» che si vorrebbe imporre alla Chiesa cattolica,
in chiara contraddizione con tutta la dottrina e con la
Tradizione di diciannove secoli, è dato senza dubbio
dall'amichevole apertura verso l'ebraismo massonico e
comunista, nemico mortale del cristianesimo, dalla sua
nascita fino ai nostri giorni. Durante tutta la sua Storia,
la Chiesa dovette difendersi contro tutte le insidie, e
dietro ad ogni eresia, sovversione o delitto anticristiano,
incontrò sempre degli ebrei. Ugualmente, nel mondo moderno
sono degli ebrei che hanno messo in campo le armi tremende
del bolscevismo e del capitalismo internazionale,
il cui vero scopo è l'oppressione dei popoli cristiani e la
schiavizzazione dell'umanità.
Oltre alle Sacre Scritture,
numerose opere di scrittori cattolici, i cui autori sono
spesso alti dignitari della Chiesa, ci illustrano
l'importanza che il popolo ebraico ha avuto nella storia
della civiltà cristiana. In questa breve esposizione, faremo
riferimento solo a quanto è avvenuto negli ultimi tempi;
quanto esporremo rispetta però tutta la continua tradizione
della perfidia ebraica e della conseguente difesa cristiana.
È nostra intenzione dimostrare che gli agenti dell'ebraismo
sono penetrati nel Tempio del Signore e si sono messi a
predicare le eresie apprese nelle leggi talmudiche. Sono
giunti al punto di servirsi dello scudo della Sacra Porpora
per lanciare le loro false dottrine e per fare pressioni
affinché la santa Chiesa - attraverso il Concilio Vaticano II - dichiari delle eresie come proprie. Si tratta di una
verità che si può documentare e verificare nel modo
seguente:
- L'ebraismo internazionale,
imbaldanzito dai successi ottenuti nell'ambito temporale,
sferra ora un nuovo attacco contro la Chiesa cattolica,
esigendo che Essa si contraddica nei suoi insegnamenti
scagionando il popolo da ogni colpa di fronte all'intera
umanità;
- Gli ebrei, che sono giunti
ad occupare elevati posti gerarchici nella Chiesa cattolica,
hanno persuaso Giovanni XXIII, avvalendosi di un progetto
subdolamente presentato, ad acconsentire alla creazione di
un Segretariato per l'Unità dei Cristiani che è servito loro
da trampolino per diffondere ogni tipo di propaganda in
favore degli ebrei, eterni anticristiani. Al contrario, non
è stata fatta nessuna propaganda in favore dell'unità dei
cristiani; anzi, essi hanno agito contro di essa col creare
dissensi in seno stesso alla Chiesa. Questi ebrei, a cui
abbiamo accennato, sono il Cardinale Augustin Bea s.j.
(1881-1968), Mons. Johannes M. Oesterreicher
(1904-1993) e Padre Gregory Baum, ai quali si
unirono i Vescovi Mons. Walter Kempe della
Germania dell'Ovest - fin qui tutti della terra di Lutero -
e Mons. Sergio Mendez Arceo (1907-1992; Mendez
è un cognome ispano-ebraico), del Messico. Fatta eccezione
soltanto per alcuni Padri Conciliari, che potrebbero
obbedire a degli ordini estranei alla Chiesa, la totalità di
coloro che hanno appoggiato le tesi in favore degli ebrei è
stata ingannata da costoro perché essi hanno saputo
nascondere fino ad ora la loro origine.
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Mons. Oesterreicher |
Gregory Baum |
Mons. Mendez Arceo |
- Negli ambienti più segreti
del Sinedrio è stata elaborata la teoria secondo cui il
popolo ebraico non sarebbe responsabile della morte di
Cristo e che la responsabilità di essa ricadrebbe su tutta
l’umanità 12. Gli ebrei
affermano inoltre che, durante tutta l'era cristiana, essi
sono stati perseguitati ingiustamente da parte dei
cattolici, i quali dovrebbero ora comprendere il loro
errore, riparare i danni causati e non offenderli più in
alcuna circostanza. Questa tesi, elaborata sicuramente da
qualche Gran Rabbino, è stata presentata in modo ufficiale
al Concilio dal Cardinale Bea che l'ha ricevuta direttamente
dall'organo massonico esclusivamente composto da ebrei, il
B'nai B'rith (in ebraico «Figli
dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato
anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19
novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti.
- Il contatto diretto tra le
Logge ebraiche e il Cardinale Bea avvenne prima attraverso
gli ebrei «convertiti» e attualmente «sacerdoti cattolici»
Oesterreicher e Baum. Quando poi si manifestò nel Concilio
una corrente che denunciò la manovra ebraico-massonica
attraverso gli scritti e i discorsi di illustri Cardinali e
Vescovi, intervennero personalmente il Presidente
dell'Ordine del B'nai B'rith e Nahum Goldmann
(1895-1982), Presidente del Congresso Mondiale Ebraico. A
questo punto, la manovra divenne chiara ed evidente.
- Nonostante il fatto che
numerosi Padri Conciliari abbiano rifiutato di discutere il
tema presentato dal Cardinale Bea relativo agli ebrei, e che
è stato incluso come § 4 dello schema sull'Ecumenismo, nella
3ª Sessione conciliare, si tenterà senza dubbio di ottenere
nuovamente l'approvazione di quella tesi, con la richiesta
ai Padri Conciliari di un voto favorevole, prima che possa
essere loro possibile un approfondimento sulle catastrofiche
conseguenze che deriverebbero da un'approvazione di uno
scritto che proviene direttamente dalle Logge ebraiche. In
questo scritto, l'eresia si infiltra subdolamente e i santi
Vangeli sono interpretati in maniera equivoca e tendenziosa.
Al fine di provare queste affermazioni, presentiamo
un'abbondante documentazione che prova l'esistenza di un
piano ebraico per penetrare dentro la santa Chiesa cattolica
attraverso i «convertiti» e i religiosi affiliati a Logge
massoniche, con lo scopo di farla divenire uno dei tanti
strumenti per la loro dominazione mondiale.
IV
UN GIORNALE CATTOLICO SMASCHERA
IL COMPLOTTO EBRAICO CONTRO LA CHIESA
Il complotto ebraico contro la
Chiesa cattolica, ripreso attualmente in modo violento
grazie all'infiltrazione di elementi ebraici in seno
all'alto clero cattolico e nello stesso Vaticano, era già
stato smascherato pubblicamente nel 1936 dalla Catholic
Gazette di Londra, la rivista mensile e ufficiale della
Società Missionaria Cattolica d'Inghilterra. Nel numero di
febbraio di quell'anno, apparve un articolo intitolato
The Jewish Peril and The Catholic Church («Il pericolo
ebraico e la Chiesa cattolica»), nel quale si riproducevano
brani di alcune conversazioni tenute in riunioni segrete tra
ebrei di Parigi.
Poco tempo dopo, il settimanale parigino
Le Reveil du Peuple pubblicò un articolo analogo, nel
quale si precisava che tali dichiarazioni erano state fatte
durante una riunione segreta dell'Ordine Massonico del B'nai
B'rith, Ordine nel quale i non-ebrei non hanno alcuna
possibilità di entrare, e che costituisce uno degli elementi
fondamentali della cospirazione mondiale ebraica. Fu appunto
l'attuale suo Presidente, Label A. Katz, che
si mise in contatto con il Cardinale Bea che poi lo
introdusse alla presenza di Giovanni XXIII. Riportiamo ora
il testo integrale del citato articolo.
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Nahum Goldmann |
Label A. Katz |
V
«IL PERICOLO EBRAICO E
LA CHIESA CATTOLICA»
Nessuno può negare il fatto
che è esistito e che ancora oggi esiste un problema ebraico.
Dal ripudio d'Israele, millenovecento anni fa, gli ebrei si
sono dispersi in tutte le direzioni, e malgrado le
difficoltà e le persecuzioni, essi si sono stabiliti in
quasi ogni Stato d'Europa, formando una potenza effettiva.
Joseph Jacobs
(1854-1916),
nel suo libro
Jewish Contributions To
Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza
intaccare la loro unità razziale e il loro carattere
cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie
dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale
ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico
interessa in modo particolare la Chiesa cattolica,
pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo
numero di conversazioni che sono state recentemente tenute
sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il
nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si
tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue
particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo
rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come
pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di
Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado
siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto
la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che
tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale
dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni
religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno
sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto
gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere
realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un
lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il
nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo
metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica
istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il
nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa
cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi insegnamenti
educativi e morali, forma nei proprî figli una tale
mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per
sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi
ai piedi del futuro Re d'Israele 13
[...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare
il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse
fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione
e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per
indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a
vergognarsi di professare i precetti della loro religione e
di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto
molti di costoro (i cristiani) al punto di
trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere
dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro
offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il
comunismo, il socialismo e l'anarchia, che
servono attualmente ai nostri progetti [...]. I
cristiani le hanno stupidamente accettate con grande
entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre
teorie e che esse costituiscono la nostra arma più
pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la
Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo
falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più
nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei
suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi,
al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo
fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più
grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in
diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero
in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo sottomesso al
disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che
l'osservanza della religione venga considerata come
anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i
cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere
più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore
intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un
branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a
che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati
al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato
molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini,
sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo
reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi
nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro,
hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve
rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro
stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che
tali associazioni sono di nostra creazione e che esse
servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della
Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre
Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo
per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo
il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno
sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della
loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del
Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli
attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa
è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad
esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro
per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come
siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo
indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in
avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza
della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per
provocare una scissione entro la Chiesa cattolica.
Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo:
abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli
ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in
modo più efficiente per la distruzione della Chiesa
cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In
questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei
che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e
Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi
distruggano la Chiesa" 14.
Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono
rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno
traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto
le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In
questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto
pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le
rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si
rivoltarono contro noi stessi. Noi
siamo coloro che hanno in
mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di
essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei
nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato
consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla
finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore.
Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei
solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura
contro la Chiesa è stata coronata da successo [...].
Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul
liberalismo e alle nostre false interpretazioni della
libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate
per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono
separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E
attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase
sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei
cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti
ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri,
anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro
fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo
loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra
lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per
l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle
nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la
maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo
futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la
Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre
mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta
sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra
speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il
Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti
altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già
sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora
viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo
ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa
mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in
modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del
mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre
attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi
debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore
verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e
la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù
degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della
Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi.
Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla
Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale
Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più
l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro
lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i
cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di
vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di
essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri
nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non
potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...].
E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà
mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà
detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti
sui cristiani» 15. Il
contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic
Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a
conoscenza delle attività sovversive dell'ebraismo di oggi e
di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può
essere provata in questo momento guardando l'attuale
complotto degli ebrei, molto più chiaro che non nel 1936
quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i
cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta
del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa
organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con
il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith
appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di
«consultazione politica», la sua appartenenza all'alta
gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da
diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro
Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons.
Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie
(«Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine
ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli
statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli
ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente
ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate
più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva
16 alle internazionali del'Alta
Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla
Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro
Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono
gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a
Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti;
Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus
(Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che
ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei
in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi
altri documenti che dimostrano e confermano questa verità,
riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico
Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera
intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei»)
si esprime in questi termini: «Per qualcuno,
l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe
l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è
esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri
quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine
massonico che ufficialmente si proclama indipendente,
possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata
e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è
la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto
indiscutibile è che mentre i membri del B'nai B'rith possono
far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico,
nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e
nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...].
Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel
Governo e nella diplomazia nordamericana»
17.
|
|
Cardinal Caro
Rodriguez |
Vicente Risco |
VI
IL CARDINALE BEA SEGUE
LE ISTRUZIONI DEL B'NAI B'RITH
Fino a dicembre del 1962,
apparivano solo degli ecclesiastici come promotori della
riabilitazione del popolo ebraico da parte della Chiesa
cattolica. Il primo a parlare dell'avvicinamento della
Chiesa all'ebraismo, è stato il Vescovo di Cuernavaca (in
Messico) Mons. Sergio Mendez Arceo, discendente dei
sefarditi 18, che tentarono di
giudaizzare la popolazione di Ctija. Egli estese la
riabilitazione anche ai massoni e, sebbene le sue parole
cadessero nel vuoto, riuscì utile anche agli ebrei per
mettere in moto la campagna internazionale di stampa alla
quale assistiamo e che ne parla come se il Concilio si fosse
già pronunciato in loro favore.
Il piano degli ebrei, messo
in azione dai loro rappresentanti ecclesiastici, sembrava
procedere senza ostacoli fino a che, nei primi giorni di
dicembre del 1962, i Padri Conciliari vennero messi al
corrente di quanto accadeva per mezzo di un libro intitolato
Complotto contro la Chiesa, pubblicato da eminenti
prelati di varie nazionalità sotto lo pseudonimo di
Maurice Pinay. Dobbiamo confessare che dapprima siamo
rimasti in dubbio sulle tremende rivelazioni contenute in
tale libro. Tuttavia, approfondendo il suo contenuto,
abbiamo deciso d’investigare per nostro conto per arrivare a
dei risultati che qui portiamo a conoscenza delle LL. EE.
Rev.me, con la stessa responsabilità di coscienza e con lo
stesso proposito che indusse gli autori di quel libro, e
cioè quello di evitare che, con una
dichiarazione
del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere
nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza
sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la
Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali
dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si
rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai
B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale
Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella
città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il
piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per
la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio
Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e
Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le
occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della
Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel
suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta
associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio
memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più
innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del
«Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata
dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso
plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni,
il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente
favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il
giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il
Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più
anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo
Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose
affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a
Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di
responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore
Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo
segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente
in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti
fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che,
nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di
sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della
loro comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i
cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi
eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai
B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio
Ecumenico.
È cosa sicura che prima del rientro di Label A.
Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano
diffuse in tutti i continenti le falsificazioni
dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal
Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario
sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia
Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese
Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano
miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono
progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della
Congregazione di Nostra Signora di Sion
19, tendono a confondere tutta la dottrina
tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di
Cristo Nostro Signore e degli Apostoli.
Nessuno osa più
accusare gli ebrei eretici
Ario 20
o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei
Mordekkai Levi (alias
Karl Marx,
1818-1983),
Friederich Engels (1820-1895),
Vladimir Ilic Uljanov, detto
Lenin
21, e Lev Davidovic Bronstein,
detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il
bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald
22, Béla Kuhn
23, Mátyas Rákosi
24, Anna Pauker, Rosa
Luxemburg 25, Moša
Pijade, Lavrenti P. Berija
26, ecc..., alti dirigenti della
sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo
sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le
sovversioni in America Latina e negli altri continenti,
perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella
stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni
giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente
ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere
anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i
religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che
diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i
suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha
difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche,
sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per
essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che
così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?
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Jules Marx Isaac |
Klement
Gottwald |
Béla Kuhn |
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Mátyas Rákosi |
Anna Pauker |
Rosa
Luxemburg |
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Moša
Pijade |
Lavrenti P. Berija |
Lev Trotsky |
Tutte
queste eresie sono la conseguenza della penetrazione ebraica
nel clero cattolico, sotto la direzione delle Logge
dell'organizzazione ebraica del B'nai B'rith. La prova
definitiva che il § 4 dello Schema sull'Ecumenismo (Nostra
Ætate), presentato al Concilio dal Cardinale Bea, che
poi fece di persona l'apologia di tale tesi, sia di origine
ebraica, la troviamo nelle pagine dell'autorevolissimo
quotidiano parigino Le Monde, nella cui edizione del
19 novembre 1963 possiamo leggere: «L'organizzazione
ebraica internazionale B'nai B'rith ha manifestato il
desiderio di stabilire relazioni più strette con la Chiesa
cattolica. Tale Ordine ha sottoposto al Concilio una
Dichiarazione nella quale si afferma l'intera responsabilità
dell'umanità per la morte di Cristo. "Se tale Dichiarazione
verrà accettata dal Concilio - ha dichiarato Label A. Katz,
Presidente del Consiglio Internazionale del B'nai B'rith -
le comunità ebraiche cercheranno i mezzi per collaborare con
le autorità della Chiesa"».
Il Cardinale Bea, nel
presentare il suo progetto di Decreto in favore degli ebrei
e in opposizione ai Vangeli, ha nascosto ai Padri Conciliari
che egli ripeteva le tesi che gli erano state suggerite
dall'Ordine massonico del B'nai B'rith, presentandole
invece come elaborate dal Segretariato per l'Unità dei
Cristiani, nel quale i due massimi assessori erano i
cripto-ebrei, Mons. Oesterreicher e Padre Baum. Ed è anche
logico che abbia nascosto questo fatto perché sarebbe stata
una cosa inaudita che le tesi di un Sinedrio massonico
potessero avere ufficialmente accesso nel sacro recinto ove
presiede lo Spirito Santo. Inoltre, se il 19 novembre 1963
il Cardinale Bea avesse fatto conoscere ai Padri Conciliari
la vera origine
delle sue tesi, è certo che l'immensa maggioranza le avrebbe
respinte con indignazione senza volerle nemmeno ascoltare,
essendo bene al corrente degli oltraggi e dei danni
apportati dalla Massoneria alla Chiesa di Cristo.
Certamente, i venerati Pontefici Pio IX (1792-1878) e
Leone XIII (1810-1903) si saranno rivoltati nelle
loro auguste tombe così prossime alla località dove un
Principe della Chiesa difendeva una tale diabolica proposta
massonica.
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Papa Pio IX |
Papa Leone XIII |
VII
CHI È IL CARDINALE BEA E CHI
SONO I SUOI COLLABORATORI?
Fino ad alcuni mesi fa, mentre
stavamo meditando sugli strani colloqui tra un Principe
della Chiesa e la maggiore sètta massonica ebraica, facevamo
le seguenti considerazioni: essendo il Cardinale Bea di
origine tedesca, almeno ufficialmente, e per di più
sacerdote gesuita, il suo ostinato progressismo e il suo
fanatico
filo-semitismo tanto favorevole alle forze
anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il
fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico
tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso
da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa
dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato
proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti
illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così
rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei,
uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada.
Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del
Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei
dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo
pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci
ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti
per le importanti indagini storiche da essi compiute, per
avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima
della pubblicazione di queste righe saremo entrati in
possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti
e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in
Germania e in Austria diverse personalità che portano il
cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita
Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove
vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere una
latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del
secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi
figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in
corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano
converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena
saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse
saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché
sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività
svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter
provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e
gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti
ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il
Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento
estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice
carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita.
In ogni
caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a
questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di
prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea
sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo, assolutamente
uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli
sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il
principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo
sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons.
Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella
Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore
prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea,
egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le
numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo
contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons.
Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro
Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo
quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue
le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse
incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la
liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini
della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio
ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la
sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano
nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è
possibile senza la riconciliazione dell'antico e del
nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute,
destinate a «dimostrare», a corto di argomenti
esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello
Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in
realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del
documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente
convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo
emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene
all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di
Teologia cattolica 27. Il
Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per
l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli
ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum,
sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e
in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e
propria collezione di scritti dell'odio», ha
fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi
argomenti in favore della «necessità» di approvare il
Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui,
«nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità
collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo».
VII
LE TESI ASSURDE DEL
SEGRETARIATO DEL CARDINALE BEA
È stato precisamente il
Cardinale Bea che il 21 marzo 1961 ha presentato a Giovanni
XXIII un memorandum che conteneva la proposta di
creare un Segretariato per lo studio dell'Unità dei
Cristiani, idea che detto Pontefice accettò, incaricando lo
stesso Cardinale della sua attuazione. Il Papa aveva anche
voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla
Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra
le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici
risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64),
troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla
riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle
Chiese» (World Council of Churches) riunito nel
1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce
niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici
del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la
Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose
all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono,
senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della
Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa
cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per
l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo
di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della
Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto
chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei
(naturalmente senza usare tale termine) attraverso il
Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che
incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale,
pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio
del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe
ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa
diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di
che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa
sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares
tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi
di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal
Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la
posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente
quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe
ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui».
Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero
gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo
Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di
Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares
tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo
potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a
tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese»
riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari
massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di
Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che
strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi.
Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete astutamente
tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto
dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla
pari di uno dei tanti capi delle sètte protestanti che
costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese.
Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe
obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi,
accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni
sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare
soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe
riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia
cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la
posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto
entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai
tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di
decentrare il potere della Chiesa, aumentando le
attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la
facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e
senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È
precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che
l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti
incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione
che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di
quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello
stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con
l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In
altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione
papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata
fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie
cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il
potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei
conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si
provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il
compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato.
Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca
dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo
incaricato di approvare e firmare le decisioni del
parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna
influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco
a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle
rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione
dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum
popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re
con un presidente che, quasi sempre, era un massone o
persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo
stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio
Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela
sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef
Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978),
Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando
tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un
«parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare
energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al
Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che
furono dapprima esautorati e poi deposti.
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Leo Iozef
Suenens |
Cardinal Frings |
Cardinal Döpfner |
E allora il
Vaticano potrà essere trasformato in un bellissimo museo
come sono oggi il Louvre o Versailles o molti altri
palazzi europei già appartenenti a sovrani eliminati
dall'azione sovversiva massonico-ebraica alla quale quei
sovrani non seppero opporsi in tempo. La prova più evidente
di quello che è in realtà il Segretariato per l'Unità dei
Cristiani, diretto dal Cardinale Bea, l'abbiamo nella sua
presentazione al Concilio Ecumenico quando chiese
l'approvazione, come § 4 dello Schema sull'Ecumenismo, di un
documento intitolato «De catholicorum habitudine ad non
cristianos et maxime ad judæos» («L'atteggiamento dei
cattolici di fronte ai non cristiani e soprattutto agli
ebrei»). Questo testo pretende, attraverso ogni sorta di
raggiri dialettici, di sottrarre il popolo ebraico dalla
colpa della morte di Cristo Nostro Signore e di ottenere
dalla Chiesa cattolica una nuova dichiarazione contro
l'antisemitismo nella presunzione che questo abbia la sua
origine nell'errata credenza dei popoli cristiani che gli
ebrei siano un popolo deicida.
Un tale documento, come si
espressero alcuni illustri Padri Conciliari nelle loro
repliche al Cardinale Bea, che difese personalmente le tesi
filo-ebraiche, non avrebbe dovuto essere nemmeno presentato
perché non ha nulla a che vedere con l'«unità dei
cristiani», né con l'ecumenismo, né con gli interessi della
cristianità in generale. Se per sventurata ipotesi esso
dovesse essere approvato dal Concilio Ecumenico, questo
significherebbe un'autoaccusa contro la Chiesa, che è quello
che gli ebrei malignamente attendono per vendicarsi di essa
che per diciannove secoli combatté con efficacia attraverso
Papi e Concilî l'azione anticristiana degli ebrei
28. Nello stesso documento, si
assicura che la proposta non ha alcuna finalità politica,
bensì esclusivamente religiosa.
Se questo fosse vero - anche
se tutti sanno che dal momento in cui è stato presentato lo
Schema tutta la stampa internazionale, controllata dagli
ebrei, non ha fatto altro che interpretare in senso politico
il tema trattato dal Concilio - risulta assai strano che il
Segretariato per l'Unità dei Cristiani non abbia preso
contatto con le autorità religiose del popolo ebraico, quali
potevano essere i Gran Rabbini di New York, di Londra o di
Roma, oppure quelli di Gerusalemme e di Tel Aviv che sono i
soli con personalità giuridico-religiosa per stabilire
contatti di tal genere ad alto livello. È successo il
contrario: il Cardinale Bea stabilì fin da principio
relazioni con alti dirigenti politici massonici, come Label
A. Katz, Presidente mondiale del B'nai B'rith, un
Ordine massonico esclusivo per ebrei, con Nahum Goldmann,
Presidente del World Jewish Congress («Congresso
Mondiale Ebraico») e con alti funzionari dell'American
Jewish Committee («Comitato Ebraico-Americano»). È di
pubblico dominio che le attribuzioni di questi alti capi
ebrei sono esclusivamente di carattere politico ed economico
con diretta influenza nell'ONU 29,
nel Governo di molti Stati e presso l'onnipotente Banca
Mondiale. Vi è dell'altro.
|
New
York, 31 maggio 1963: il Cardinale Augustin Bea
incontra rabbi Abraham Joshua Heschel
(1907-1972), rappresentante del B'nai B'rith. |
Un articolo della rivista
Humanitas, intitolato «Gli ebrei e il Concilio»,
dell'aprile 1963, ci rivelò che il Comitato Permanente dei
Rabbini d'Europa e il Consiglio Rabbinico d'America si
oppongono decisamente all'avvicinamento spirituale tra ebrei
e cattolici. In questo senso, si espressero i rabbini Leo
Feuer e Arthur J. Lelyveld (1913-1996), il
19 giugno 1964, nel corso della 75ª Convenzione Annuale
della Conferenza Centrale dei Rabbini d'America riunitasi ad
Atlantic City; su tutto questo informa dettagliatamente
l'organo portavoce degli ebrei nordamericani The New York
Times, del 20 giugno 1964. Vi è inoltre da tener
presente che Paolo VI, in occasione della sua visita in
Terra Santa, venne ricevuto dal Capo dello Stato d'Israele e
da tutti i membri di quel Governo; delle alte autorità
israeliane era assente solo il Gran Rabbino di Gerusalemme.
Per dissimulare le loro vere intenzioni, che sono quelle di
fare della Chiesa cattolica un satellite dell'ebraismo, il
Cardinale Bea, scagliandosi contro i nazionalismi cristiani
e arabi, che egli qualificò genericamente «antisemiti», ha
redatto assieme ai suoi colleghi ebrei, il documento in modo
che sembri che esso si riferisca solamente agli ebrei
dell'Antico Testamento, e cioè al «Popolo eletto» della
Bibbia, come se gli ebrei di oggi non fossero sotto tutti
gli aspetti i discendenti diretti di quelli che uccisero
Gesù Cristo, di quelli contro i quali venne lanciata la
maledizione da parte dello stesso Fondatore della Chiesa e
che attraverso i secoli hanno rappresentato l'Anticristo
permanente fino al punto che non è possibile distinguere tra
gli ebrei che hanno commesso il deicidio e causarono la
morte dei primi cristiani, intrigando contro di loro presso
gli imperatori romani, e quelli del secolo nostro che hanno
fomentato le guerre e le rivoluzioni, e che hanno causato la
morte e la schiavitù di milioni di cristiani.
Il mondo
cattolico non vuole attraversare nuovamente la confusione
nell'apprendere che nel Concilio Vaticano II, in cui si
concentra il sommo delle speranze di tutti quelli che
mantengono la fede, si possano alzare voci in favore del
popolo che è stato e continua ad essere deicida perché ha
messo a morte il Figlio di Dio e ha sempre lottato e
continua a lottare per arrivare allo sterminio della Chiesa.
Milioni di cristiani in Europa, in Asia, a Cuba e altrove,
che gemono sotto l'oppressione ebraica del bolscevismo, non
potranno mai comprendere come sia possibile che nella Chiesa
vi possa essere chi tende le mani ai suoi carnefici.
|
Vittime del comunismo. |
I
popoli arabi, con le loro masse musulmane e cristiane,
cadrebbero in un cupo sconforto dinanzi ad un'alleanza del
Vaticano con gli usurpatori sionisti che fondarono il loro
Stato sulle rovine di tante chiese e monasteri devastati e
incendiati in Terra Santa e con l'espulsione dal suolo
natale di oltre un milione di palestinesi. Nell'Occidente
che ha visto, dalla Rivoluzione Francese in poi, gli ebrei
dietro ogni concezione rivoluzionaria e sovversiva, dietro
il capitalismo disumano e implacabile e come i promotori
della degenerazione attuale dei costumi, dell'arte, della
morale pubblica e privata - manifestazioni dirette del messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede
nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri
Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi
convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle
eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere
Cristo con piena coscienza di continuare la loro
plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima
parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato
contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo,
pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo
pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui
due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La
rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del
1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti
storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a
Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di
un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la
tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso
stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana
è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con
perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque
lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di
quelli che professano la religione cristiana le idee del
libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando
controversie religiose che sono feconde di scissioni e di
formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente
incominciare col disprezzare i ministri di quella religione,
dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti
sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la
satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo
stato e col loro abito».
Di recente, il giornale
Christian Nationalist Cruzade, di Los Angeles
(California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e
autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore
hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal
quale stralciamo queste righe: «Una delle cose
migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la
crocifissione di Cristo. Intellettualmente,
essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne
affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero
incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo
diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere
divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una
carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così
parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del
popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi
accoliti come degli innocenti perseguitati.