di
Regina Hinrichs
Questo
articolo 1
è stato redatto a partire da una conferenza tenuta
dall'Autore al Congresso Theologisches, a
Fulda, in Germania, nell'ottobre del 1997. Da
parecchi anni, la dr.ssa Regina Hinrichs (1935-1999)
ha intrapreso diverse ricerche sui movimenti
religiosi sovversivi contemporanei. Durante le sue
indagini, essa si è naturalmente interessata della
potente organizzazione dei Focolari e della loro
fondatrice «carismatica» Chiara Lubich
(1920-2008). I Focolari, il cui nome originario è
Opus Mariæ («Opera di Maria»), si definiscono
come un movimento militante per l'unità, aperto alle
persone di ogni convinzione. Oggi, la loro influenza
si estende al mondo intero. Essi sono degli
attivissimi propugnatori dell'ecumenismo e del
dialogo interreligioso in vista di un'unità
planetaria del'umanità. Loro compagni di viaggio in
questo progetto si rivelano via via oscuri personaggi
legati al mondo del New Age e ai circoli
mondialisti di chiara matrice massonica... |
Nota storica
Il Movimento dei Focolari è
stato fondato da Chiara Lubich nel 1943 durante i
bombardamenti di Trento nella Seconda guerra mondiale.
Durante i bombardamenti, nei rifugi, Chiara portava con sé
il Vangelo. Presto coinvolse un gruppo di persone che
costituisce il primo nucleo del futuro Movimento. Alcune
ragazze scelsero di lasciare le proprie famiglie per vivere
insieme e dedicarsi pienamente ad aiutare i poveri della
città. La casa dove le ragazze vivevano, in Piazza
Cappuccini a Trento, è ricordata come il primo focolare.
Analogamente successe più tardi per un gruppo di ragazzi.
Passata l'emergenza della guerra, nello sviluppo del
Movimento i compiti assistenziali passarono in secondo piano
rispetto agli aspetti legati alla spiritualità. Una serie di
circostanze, quali l'incontro di Chiara con
Igino Giordani
(1894-1980),
allora deputato della Democrazia Cristiana, che diventerà il
primo focolarino sposato, e una serie di viaggi ed incontri
dei primi focolarini, hanno permesso una rapida diffusione
del Movimento prima in Europa e poi negli altri continenti.
Attualmente è diffuso nei cinque continenti, e vi aderiscono
circa sei milioni di persone. Il vescovo di Trento, Mons.
Carlo De Ferrari, ne diede la prima approvazione, nel
1947. Successivamente il Movimento è stato a lungo studiato
dalle autorità ecclesiastiche che hanno più volte rivisto e
corretto statuti e regolamenti fino alla recente
approvazione degli statuti vigenti avvenuta nel 1990, sotto
il pontificato di Giovanni Paolo II (1920-2005) che
ne apprezzava la vocazione al dialogo.
L'organizzazione visibile dei Focolari
Per poter esprimere un giudizio
pertinente sul Movimento dei Focolari, comprendere la
personalità della sua fondatrice Chiara Lubich e dipanare le
interdipendenze che uniscono le molteplici ramificazioni
internazionali di questo movimento, occorre iniziare dando uno
sguardo alla sua organizzazione e alla superficie delle sue
reti. Cominciamo da alcune cifre. All'epoca dell'Assemblea
Ecumenica di Graz, svoltasi durante l’estate del 1997, Chiara
Lubich si è vantata del fatto che i seguaci di oltre trecento
«chiese» hanno aderito alla sua opera fondata nel 1943.
Stando
alle sue affermazioni, il Movimento conterebbe più di 90.000
membri interni, ai quali bisogna aggiungere 2.000.000 di
simpatizzanti provenienti da più di centottanta Paesi. Parola
di Vita, il commento di alcuni passi della Sacra Scrittura
composto da Chiara Lubich e pubblicato ogni mese, viene tradotto
in in ottantaquattro lingue. Ventisette case editrici
appartengono ai Focolari. Le forme di adesione al Movimento sono
molteplici: al centro ci sono i membri che sono legati da un
impegno formale e vivono raggruppati in piccole comunità secondo
la pratica dei tre voti (povertà, castità e ubbidienza); poi
vengono gli aderenti sposati che fanno anch'essi dei voti;
infine, ci sono i collaboratori volontari che appartengono ad
una delle organizzazioni satelliti aperte sull'esterno.
è così che è nato
il movimento dei volontari, vale a dire il raggruppamento dei
laici senza impegno formale che ha dato nascita al Movimento
per una Società Nuova. A sua volta, quest'ultimo ha dato
vita all'Ufficio Internazionale dell'Economia e del Lavoro, che
gode di un ruolo consultivo all'ONU. Si devono citare
anche le diverse associazioni Gen (abbreviazione di
«generazione»): quella degli adulti, quella dei giovani e quella
dei bambini che aggiungono tutti al loro nome la formula «per
un mondo unito». Segnaliamo anche i musicisti (Gen
Rosso), e le musiciste (Gen Verde) e anche il Gen
S (i seminaristi), poiché i Focolari dispongono dei loro
seminari per la formazione dei sacerdoti.
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Gen Rosso |
Gen Verde |
è dunque a giusto
titolo che la fondatrice parla di «nostri» teologi e di «nostro»
teologia. Più oltre, ritorneremo su questo punto. Ad intervalli
regolari, i Gen organizzano alcune feste. Ci sono anche
gli incontri estivi chiamati Mariapolis, e le «conferenze
telefoniche generali» di ogni mese. Queste riunioni hanno lo
scopo di assicurare la coesione in seno a questo organismo molto
esteso, di stimolare la vita spirituale dei membri e di potersi
scambiare le notizie sul movimento. Bisogna menzionare anche le
colonie. A tutt'oggi, ne esistono diciannove. Le prime sono
state fondate in Italia, come quella di
Loppiano, installata
presso Firenze fin dal 1964.
Altre si sono aggiunte con il
passare degli anni in Svizzera, in Germania, in Africa, negli
Stati Uniti, in Argentina e nelle Filippine. Dunque, in
pressappoco cinquant'anni, si è sviluppata e diffusa nel mondo
intero un'opera considerevole, un'opera che non smette di
crescere e che gode del sostegno di numerosi sacerdoti
diocesani, di religiosi, di Vescovi, di Cardinali e dello stesso Giovanni Paolo II. A questo proposito, ecco
una vicenda che dà un'idea dell'approvazione che quest'ultimo ha
accordato ai Focolari: egli ha riservato loro l'uso esclusivo
della sua sala per le udienze di Castelgandolfo.
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La
Lubich con Paolo VI... |
...e
con Giovanni Paolo II. |
I Focolari: Movimento per l'unità
delle religioni
Dopo avere brevemente descritto la
struttura esterna del Movimento dei Focolari, passiamo ora ad
esaminare i fondamenti su cui poggia questa costruzione dalle
dimensioni veramente impressionanti. Quali sono le convinzioni
spirituali e religiose che formano la base di questo organismo?
Tre testi evangelici - interpretati in maniera stravagante -
sono all'origine dell'intuizione di Chiara Lubich:
- La preghiera di Gesù «ut unum
sint» («perché siano perfetti nell'unità»; Gv
17, 23);
- La promessa del Signore:
«Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in
mezzo a loro» (Mt 18, 20);
- L'abbandono di Gesù sulla Croce
espresso nel Suo grido: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato»? (Mt 27, 46).
Queste tre formule sarebbero
strettamente collegate tra loro dall'idea di unità. Ed è proprio
l'esperienza dell'unità che è alla base dell'opera di Chiara Lubich. Ecco, a questo riguardo, un suo ricordo: «Stavamo
leggendo il Vangelo in un rifugio illuminato da una candela. Ci
sentivamo particolarmente attratti dalla preghiera di Gesù “ut
unum sint”. Eravamo noi stessi sorpresi, perché queste parole
non ci sembravano più difficili da comprendere; al contrario,
avevamo l'impressione di comprenderle un po' meglio. Ne eravamo
sicuri: era la carta, la Magna Carta della nostra nuova vita»
2. Ecco altre spiegazioni raccolte della
bocca della fondatrice: «Il Focolare è una piccola comunità
nel mondo. I suoi membri non si distinguono in nulla da questo
mondo; si vestono e lavorano come gli altri. Tuttavia, questa
comunità è qualcosa di speciale, perché è costituita da persone
che hanno lasciato il mondo, la loro patria, la loro famiglia e
il loro lavoro, per mettere la loro vita al servizio dell'unità
del mondo» 3. Di
quale unità si tratta? Su che cosa si fonda? Nel corso di una
«conferenza telefonica», Chiara Lubich ha definito l'unità con
queste parole: «L'unità è ciò che risulta dalla ricerca
comune della stessa verità luminosa» 4.
Il principio di unità religiosa di un gruppo di persone non è
dunque l'unità della fede che professano; non è la verità
rivelata cui esse aderiscono e credono tutti allo stesso modo,
ma la condivisione di un stesso slancio di ricerca.
L'esperienza ecumenica di Londra,
compimento della preghiera di Gesù «ut unum sint»
La testimonianza della stessa
Chiara Lubich che descrive ciò che provò nel momento in cui
ricevette il Premio Templeton, a Londra, può aiutarci ad
afferrare ciò che essa intende per unità 5.
«Dopo il mio discorso a Londra, tutti coloro che erano
presenti e che aderivano a diverse religioni, mi
sembravano essere uniti. Mi sono chiesta: “Com'è potuto
accadere”? Forse la ragione era che quasi tutti credevano in
Dio, e che, in quel momento, ci abbracciava tutti? Quando uscii,
i primi ad avvicinarmi furono alcuni membri di altre religioni:
un monaco tibetano mi disse che avrebbe scritto subito al Dalai
Lama affinché questi si mettesse in contatto con me. Quattro
ebrei espressero la loro gioia dicendomi che, in fondo, l'Antico
Testamento è il tronco dell'albero su cui si è innestato il
cristianesimo. Evidentemente, volevano dire che lo sviluppo del
nostro Movimento proveniva da quello stesso albero. Dopo di che,
vennero degli induisti, dei sikh e altri»
6. Chiara Lubich ha interpretato questo
avvenimento come una realizzazione della preghiera di Gesù «ut
unum sint»: «Anche se aderivamo a religioni diverse,
eravamo diventati una cosa sola. Forse perché tutto credevamo in
Dio e che, in un certo senso, ci abbracciava tutti in quel
momento» 7.
Certamente, il
cattolico perplesso si chiederà: com'è possibile che i
cristiani, i buddisti tibetani, gli ebrei, gli induisti e i
sikh riuniti in quella sala credessero tutti in Dio? In
quale Dio? Non è concepibile che si tratti il Dio trinitario
professato dai cristiani. Partendo da questa esperienza di
Londra, il Movimento dei Focolari si è sempre più esteso
abbattendo le «strette barriere» delle diverse confessioni, ivi
comprese quelle del cristianesimo, come appare evidente dalle
citazioni che ha appena letto. Così, poiché era stata
particolarmente impressionata dal fatto che dopo il suo discorso
a Londra, alcuni buddisti, ebrei e sikh l'avevano
avvicinata, l'idea dell'unità tra le religioni si impose allo
spirito di Chiara Lubich e divenne il pilastro principale della
sua opera.
Sorge dunque una domanda: come raggiungere tale unità
concepita come un'unità globale? Questa unità, risponde Chiara Lubich, prende corpo e si realizza nella misura in cui diveniamo
una sola cosa con i nostri fratelli. «Divenire uno»,
«farsi uno» è un'espressione-chiave del movimento dei
Focolari. Essa significa ascoltare, interessarsi ai problemi
dell'altro, mettersi d'accordo con lui, confermarlo nelle sue
preferenze, stringere un'amicizia con lui. Il programma «farsi
uno» riguarda innanzi tutto le persone e si estende alle
religioni e alle diverse tradizioni. Il suo campo d'azione è
universale. Occorre «fare proprie le civiltà così diverse e
così ricche, le tradizioni talvolta millenarie, e far crescere
il germe del Vangelo», ha spiegato Chiara Lubich in un
discorso intitolato «Il sacerdote oggi», in cui mette in
rilievo l'idea secondo cui il prete dei nostri giorni dev'essere,
innanzitutto, un uomo del dialogo.
«Quando due o tre persone si
riuniscono [...] Gesù è in mezzo a loro»
Se l'unità è la volontà di Dio
(Gesù lo confermerebbe nella sua preghiera «ut unum sint»),
il Movimento dei Focolari, lavorando al compimento di tale
unità, fà la volontà di Dio e opera in nome di Gesù. Di
conseguenza, Chiara Lubich crede di potersi riferire alla parola
del Signore: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio
nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20), e di
applicarla alla sua opera. E la commenta con queste parole:
«Per il Movimento (dei Focolari) questa parola di Gesù è
la norma delle norme; essa ha la precedenza assoluta: la
presenza di Cristo tra noi. Così, la fratellanza divina che Gesù
ha portato sulla Terra per tutta l'umanità è investita di senso
e di vita» 8. «Gesù è in
mezzo a noi - spiega la Lubich - quando pratichiamo
l'amore reciproco che ci chiede di praticare: è questo amore che
compie l'unità. Gesù è dunque un aiuto enorme (!) per un
ecumenismo vivente 9
[...]. Mediante il suo aiuto, ritroviamo la fratellanza che
facilita la comprensione reciproca e che distrugge i
pregiudizi multisecolari» 10.
Il grido di Gesù sulla croce: un
appello a superare le divisioni e a ricostruire l'unità
mediante il dialogo
Queste riflessioni ci conducono al
terzo pilastro fondamentale su cui poggia la spiritualità dei
Focolari: la croce, o, più esattamente, il grido di abbandono di
Gesù sulla croce. Il grido che Nostro Signore emise durante la
sua agonia è stato interpretato da Chiara Lubich come un grido
d'angoscia a causa delle divisioni, e dunque, come un pressante
appello alla riconciliazione: «Grazie a lui, grazie al suo
grido, siamo in grado di impegnarci al di là di tutte le ferite,
di tutte le separazioni e di tutte le divisioni, per
ricostituire l'unità della Chiesa. Grazie a lui,
abbiamo fatto la conoscenza di numerose chiese e confessioni,
abbiamo colto le loro particolarità e abbiamo imparato a
stimarli; ci sentiamo come fratelli e sorelle, uniti dal
battesimo e dall'amore reciproco» 11.
In altri termini, gli scismi e le separazioni sono dovuti ai
pregiudizi, alla diversità delle mentalità e delle culture
12. Il mezzo che, logicamente, deve
permettere di sormontare queste differenze e separazioni,
sentite così dolorosamente, è il dialogo. Per Chiara
Lubich, dunque, il rimedio alle divisioni non sta nella missione
apostolica che ubbidisce al precetto di Cristo: «Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad
osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,
19); vale a dire: «Annunciate loro la verità rivelata,
liberateli dagli errori che li incatenano». Per lei,
l'unità non viene dalla verità; al contrario,
l'intransigenza dottrinale costituisce il fermento di
lacerazioni insopportabili. Dunque, per costruire l'unità,
l'unica strada è il dialogo. Il dialogo interconfessionale tra
cristiani, e poiché il Movimento supera abbondantemente le
frontiere del cristianesimo, anche il dialogo interreligioso.
|
«Andate
in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni
creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà
salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15-16). |
Chiara Lubich, degna vincitrice
del Premio Templeton
Presso le organizzazioni e le
società di pensiero che incoraggiano il dialogo interreligioso,
Chiara Lubich occupa, da molto tempo, un posto eminente. Per
convincersene, è sufficiente considerare i riconoscimenti
internazionali di cui è stata insignita durante la sua vita. I
premi che ha ricevuto sono numerosi e rivelano la stima di cui
gode negli ambienti religiosi mondiali:
- 1977: Premio Templeton;
- 1988: Premio della Festa della
Pace di Augsbourg;
- 1996: Dottorato honoris causa
dell'Università Cattolica di Dublino;
- 1997: Premio dell'Educazione per
la Pace dell'UNESCO;
- 1997: dottorato honoris causa
delle Università Cattoliche di Manila, di Taipei e di Bangkok.
Il Movimento dei Focolari ha
evidentemente approfittato della reputazione della sua
fondatrice: la sua crescita, il suo riconoscimento
internazionale e la sua introduzione negli organismi che
perseguono gli stessi scopi sono stati grandemente facilitati.
Il Premio Templeton
In primo luogo, dobbiamo
presentare il Premio Templeton, istituito nel 1972 da
Sir John M. Templeton (1912-2008) e conferito
ogni anno dal 1973. È il Premio più ricco del mondo (più di un
milione di dollari). Tra i beneficiari, troviamo Madre Teresa
di Calcutta (1910-1997), frére
Roger Schutz
(1915-2005; della comunità protestante di Taizé), il Cardinale
Léon-Joseph Suenens (1904-1996) - grande sostenitore
del Rinnovamento Carismatico -
Carl-Friedrich
von Weizsäcker (1912-2007), un buddista, un musulmano, un
rabbino, un induista e... Chiara Lubich.
Sir John
Templeton ha istituito il suo Premio come pendant
religioso del Premio Nobel. Quest'ultimo ha lo scopo di
onorare il progresso nel settore delle scienze naturali. Allo
stesso modo, il Premio Templeton incoraggia il «progresso
nella religione». Il depliant della Fondazione
Templeton dice chiaramente cosa bisogna intendere per
«progresso nella religione»: poiché si constata che esiste un
progresso in tutto ciò che deriva dall'esperienza e dagli sforzi
uomini, la stessa cosa deve realizzarsi in materia religiosa.
Ancor meglio, poiché in altri campi siamo testimoni di un
progresso sempre più accelerato, bisogna aspettarsi lo stesso
fenomeno anche in campo religioso: un universo che non smette di
dilatarsi esige anche una coscienza religiosa allargata, di
nuovi orizzonti cultuali e di nuove libertà spirituali.
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Sir John Templeton |
Il
Cardinale Suenens |
Madre Teresa |
Dunque,
l'intenzione con cui questo Premio viene conferito è chiara: si
tratta di ricompensare gli sforzi compiuti per la conquista
della libertà di coscienza in materia religiosa e di
stimolare le iniziative dei pionieri in questo settore. Così,
sono giudicati degni di interesse, qualunque sia la religione a
cui appartengono, tutti gli sforzi per arrivare ad una coscienza
spirituale più approfondita o ad una migliore comprensione di
ciò che è il senso della vita, ogni impresa che ispiri la
devozione e l'amore o che orienti verso Dio la vita dell'uomo
affinché trovi nuove energie creatrici. Il depliant
sottolinea che il sincretismo - il tentativo di fusione e di
riconciliazione di convinzioni religiose divergenti - dev'essere
evitato.
Al contrario, il Premio Templeton è destinato a
mettere in rilievo la diversità delle religioni, a fare
conoscere e ad apprezzare la molteplicità delle fedi religiose e
delle forme in cui si traducono. La tolleranza occupa, perciò,
un posto assai importante. La questione della verità o
dell'errore non si pone. Si tratta, invece, di aiutare l'uomo a
riconoscere l'infinità dello spirito universale
13, la molteplicità delle strade
attraverso cui il Creatore si rivela agli uomini. Non esiste una
sola menzione di un Dio personale, come esige la fede cristiana.
In compenso, alcune righe più sotto, il testo del depliant
parla del «divino» (the divine). Questo riferimento
equivoco sembra essere un'allusione al Grande Architetto
dell'Universo venerato dalla Massoneria.
Un Premio conferito a giusto titolo?
Perché Chiara Lubich è stata
ritenuta degna di ricevere questo Premio? Cos'ha spinto la
giuria a fare questa scelta? Il depliant della Fondazione
Templeton dedicato a Chiara Lubich fornisce numerose
ragioni. Innanzi tutto, il Movimento dei Focolari ha mostrato al
mondo che ai nostri giorni non basta più aderire ad una Chiesa
istituita. I teologi degli anni '50 - spiega questo documento -
consideravano la Chiesa come il corpus Christi mysticum
(«il corpo mistico di Cristo»). Al presente, la teologia ha
compiuto un duplice progresso: si parla del popolo di Dio
e si insiste sull'esperienza della conversione personale
a Cristo.
Ecco i tratti caratteristici del Movimento dei
Focolari. Un altro segno di progresso (presente anche nel
Movimento dei Focolari) - continua il depliant - è la
nuova tonalità data alla spiritualità: tradizionalmente, essa
era impersonale e astratta; si nutriva ormai dell'esperienza
vissuta da altri individui. Il lettore, più che perplesso, si
chiederà come mai una moltitudine di Santi ha potuto ugualmente
crescere in una terra così arida come quella della Chiesa prima
degli anni '50. Inoltre - prosegue la pubblicazione - il nuovo
comandamento «amatevi gli uni gli altri» (Gv 15,
17) si estende indistintamente a tutti gli uomini
14, ed è proprio ciò che praticano i
Focolari aprendosi alle persone di ogni convinzione
15.
Se dunque pratichiamo questo
precetto in questo spirito, il nostro comportamento farà nascere
il rispetto reciproco tra gli Stati e tra i popoli, provocherà
una diminuzione della paura tra gli uomini e la caduta di tutte
le frontiere che li dividono. Infine, il testo fà notare che
Chiara Lubich e tutta la sua opera militano efficacemente nella
Chiesa al servizio dell'ecumenismo. Le «qualità» messe in
risalto in questo testo sono perlomeno ambigue. Sono proprio le
tendenze e i cambiamenti che hanno portato la rivoluzione nella
Chiesa. Di conseguenza, dobbiamo chiederci: Chiara Lubich
possiede veramente queste «qualità»; ha realmente meritato
questo strano Premio, o la sua persona e le sue intenzioni sono
state fraintese? Per rispondere, riporteremo direttamente i
giudizi formulati dall'interessata a riguardo dell'ecumenismo e
della nuova ecclesiologia.
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A
sinbistra: Chiara Lubich riceve il Premio
Templeton dalle mani di Filippo d'Edimburgo,
consorte della Regina Elisabetta II. A destra,
la Lubich parla davanti ai membri della Fondazione
Templeton. |
Chiara Lubich e l'ecumenismo
Nel suo discorso, dopo la consegna
del Premio Templeton, Chiara Lubich ha trattato a lungo
dell'espansione della sua opera al di là dei limiti del
cristianesimo. Ella ha menzionato gli ebrei ai quali, in un
certo senso, ci lega la Rivelazione. A proposito dei musulmani,
la Lubich ha sottolineato, piena d'ammirazione, fino a che punto
sono fedeli alla loro religione. Si è estasiata davanti agli
induisti che mettono l'amore al primo posto: «Li amiamo così
come sono [...], ed è insieme che cerchiamo quelle verità
che ci uniscono strettamente per viverle insieme, per scambiarci
le nostre esperienze nell'impegno per Dio e per i nostri
fratelli» 16.
Parlando del
Movimento Gen - che abbiamo descritto più sopra - ella ha
spiegato che gli aderenti delle altre religioni possono essere
ricevuti nei Focolari, dopo di che vengono chiamati secondo la
loro religione d'origine: Gen-musulmani, Gen-buddisti,
ecc... Quanto al fatto che questi membri di altre religioni
abbiano una concezione di Dio totalmente estranea a quella del
cristianesimo, poco importa. Solo l'amore conta e lo sforzo che
facciamo per costruire insieme un mondo d'amore
17.
Ciò che Chiara Lubich vuole è
«vivere il Vangelo». Tuttavia, alla luce di quanto appena
letto, siamo in diritto di chiederci: di quale «vangelo» si
tratta? Che ne sarà di parole di Cristo come queste: «Non
crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non
sono venuto a portare la pace, ma una spada» (Mt 10,
34); «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel
mondo: per rendere testimonianza alla verità» (Gv 18,
37)? Che ne sarà della messa guardia contro i falsi profeti,
della condanna dell'idolatria, dell'affermazione secondo cui
Cristo è venuto «per la rovina e la risurrezione di molti
[...], segno di contraddizione perché siano svelati i
pensieri di molti cuori» (Lc 2, 34), e di tante altre
parole dello stesso segno? Come abbiamo visto, lo scopo
perseguito dal Movimento dei Focolari è triplice:
- L'unità dei cristiani;
- L'unità delle religioni;
- L'unità di tutta l'umanità.
Cercando di realizzare tale unità,
Chiara Lubich crede di compiere la volontà di Dio, giacché
afferma: «Gesù si è incarnato affinché tutti siano uno. Sulla
croce, nel suo abbandono, è per questo che ha offerto la sua
vita. Ai nostri giorni, dobbiamo aiutarlo a realizzare innanzi
tutto questo scopo. L’Opus Mariæ ha fatto suo il compito di
unire tutta l'umanità» 18.
Di conseguenza, lo sforzo ecumenico compiuto dai Focolari, se da
una parte si concentra soprattutto «sull'istruzione e sulla
sensibilizzazione dei cattolici in vista dell'unità dei
cristiani e per raggiungere una comunione fraterna con i membri
delle altre chiese cristiane» 19,
dall'altra non può logicamente fermarsi lì; esso aspira ad
estendersi ai membri delle altre religioni.
Chiara Lubich e la nuova ecclesiologia
A riguardo della Chiesa, i
propositi di Chiara Lubich sono identici a quelli della
Fondazione Templeton. Essa è convinta che, grazie al
Concilio Vaticano II (1962-1965), la Chiesa ha fatto un grande
passo in avanti nella giusta direzione. Ed eccone, sempre
secondo la Lubich, gli indizi:
la collegialità e la precedenza
data all'amore. Se, in occasione della riunione ecumenica di
Graz, ella sembrò professare senza ambiguità la fede nell'unica
Chiesa fondata da Gesù Cristo, essa tuttavia aggiunse: «In
questo contesto, sorge l'importanza fondamentale
dell'ecclesiologia» 20. Di
quale ecclesiologia si tratta? Facendo allusione al Cardinale
Johannes Willebrands (1909-2006), al quale aveva
rivolto la
parola in occasione della consegna del Premio Templeton,
ella spiegò che bisogna approfondire l'ecclesiologia della «communio»,
poiché è in ciò che risiede la grande fortuna del futuro
ecumenismo, e che gli sforzi per raggiungere l'unita della
Chiesa devono avere quell'ecclesiologia come punto di partenza.
D'altronde, diceva la Lubich, è in questa direzione che il
Consiglio Ecumenico delle Chiese e altre istituzioni lavorano
quando cercano di creare una «spiritualità ecumenica». Le
divisioni che hanno scosso le fondamenta della Chiesa per
duemila anni, sono divergenze d'opinione dovute ad una mancanza
di amore tra i cristiani. Essa deplorava tali divisioni tra i
cristiani, che sono contrarie alla volontà divina espressa nelle
parole di Cristo «ut unum sint». E poiché una mancanza
d'amore è responsabile di queste divisioni, un incremento
d'amore potrebbe riportarci all'unità perduta:
«Durante i secoli, a causa della crescente indifferenza, di una
mancanza di comprensione, o persino di un certo odio per le
altre chiese, ogni chiesa si è per così dire “pietrificata”. In
ciascuna di esse, dunque, occorre un amore più grande: una
corrente d'amore dovrebbe afferrare tutta la cristianità, un
amore che ci spinga ad avere tutto in comune, ad essere ciascuno
un dono per gli altri» 21.
Lo
si constata nuovamente: la questione della verità o dell'errore
non si pone nemmeno; l'unica Chiesa che si vuole costruire non è
dunque l'una, sancta, catholica et apostolica Ecclesia
che, una sé stessa, nella sua dottrina e nei suoi riti, è giunta
fino ai nostri giorni. Che cos'è allora? «Si potrebbe
immaginare una Chiesa futura di questo genere: c'è una
sola verità, ma questa verità si esprime in modi diversi,
è compresa da punti di vista differenti e ci offre tutta la
sua ricchezza in una molteplicità di interpretazioni»
22. Credo che questa affermazione si
commenti da sola. Un ultimo punto: come mettere in pratica
questa nuova concezione della Chiesa? L'abbiamo già detto:
instaurando un dialogo universale che inglobi tutto il popolo di
Dio: «Grazie a questo dialogo, siamo più atti a scoprire, ad
apprezzare e a vivere consapevolmente questa grande eredità che
è il legame comune di tutti i cristiani. Noi desideriamo vedere
questo popolo unico che si staglia già ovunque, in ogni luogo in
cui c'è una chiesa» 23.
E
qui si presenta l'opportunità di chiarire e
confutare una falsa opinione, da cui sembra
dipenda tutta la presente questione e tragga origine
la molteplice azione degli acattolici, operante,
come abbiamo detto, alla riunione delle chiese
cristiane. I fautori di questa iniziativa
(l'ecumenismo) quasi non finiscono di citare le
parole di Cristo: «Che tutti siano una cosa sola…
Si farà un solo ovile e un solo pastore», nel
senso però che quelle parole esprimano un desiderio
e una preghiera di Gesù Cristo ancora inappagati.
Essi sostengono infatti che l'unità della fede e del
governo - nota distintiva della vera e unica
Chiesa di Cristo - non sia quasi mai esistita
prima d'ora, e neppure oggi esista; essa può
essere sì desiderata e forse in futuro potrebbe
anche essere raggiunta mediante la buona volontà dei
fedeli, ma rimarrebbe, intanto, un puro ideale.
Dicono inoltre che la Chiesa, per sé o di natura
sua, è divisa in parti, ossia consta di
moltissime chiese o comunità particolari, le
quali, separate sinora, pur avendo comuni alcuni
punti di dottrina, differiscono tuttavia in altri; a
ciascuna competono gli stessi diritti; la Chiesa al
più fu unica ed una dall'età apostolica sino ai
primi Concili Ecumenici. Quindi soggiungono che,
messe totalmente da parte le controversie e le
vecchie differenze di opinioni che sino ai giorni
nostri tennero divisa la famiglia cristiana, con le
rimanenti dottrine si dovrebbe formare e proporre
una norma comune di fede, nella cui professione
tutti si possano non solo riconoscere, ma sentire
fratelli; e che soltanto se unite da un patto
universale, le molte chiese o comunità saranno
in grado di resistere validamente con frutto ai
progressi dell'incredulità (Pio
XI, Lettera Enciclica Mortalium animos,
del 6 gennaio 1928). |
Il movimento dei Focolari,
prototipo della Chiesa futura
I Focolari sono al centro di
questo cantiere della Chiesa di domani. Già centinaia di
migliaia di persone che appartengono a circa trecento chiese -
ha detto Chiara Lubich - vivono il carisma dell'unità in seno ai
Focolari. Queste persone sono il modello di ciò che, su scala
mondiale, resta ancora da compiere. Durante l'allocuzione che
pronunciò a Manila in occasione della consegna del suo dottorato
honoris causa, la fondatrice dei Focolari parlò dei
nostri teologi e della nostra dottrina, riferendosi all'Opus
Mariæ. Che cosa voleva dire? Essa immaginava di trovarsi in
una situazione analoga a quella di San Francesco d'Assisi
(1182-1226) che, grazie alla sua esperienza di povertà, fu
all'origine di una nuova dottrina universale; o di San
Tommaso d'Aquino (1225-1274) che, prima di essere
riconosciuto come il doctor communis, fu il teologo
particolare del suo Ordine. Allo stesso modo, Chiara Lubich
stimava che la sua teologia e la sua esperienza particolare in
seno ai Focolari, dovevano preparare l'accettazione del carisma
dell'unità da parte di tutta la Chiesa: «Questo carisma
dell'unità ci deve fornire le condizioni per creare una
grande teologia di Gesù (che, evidentemente, finora non
era mai esistita!; N.d.A.), non una teologia del Gesù di
duemila anni, ma del Gesù che vive oggi nella sua
Chiesa» 24. La presenza della parola «oggi» è
sempre molto rivelatrice e inquietante in questo genere di
discorsi. Perché Christus heri, hodie, et in sæcula (Eb 13, 8):
come insegna San Paolo, Cristo è sempre lo stesso. Porre in
contrasto il Gesù storico e quello che vive oggi nella Chiesa è
illegittimo. Ci ritornano in mente le celebri parole Gilbert
Keith Chesterton (1874-1936): «Solo la Chiesa ci preserva dalla
umiliante schiavitù di essere figli della nostra epoca». Così,
dunque, in modo esemplare e vivente, il movimento dei Focolari
pretende di dimostrarci che l'unità è divenuta possibile, e che
essa incarna il primo passo - ma è più che probabile che sia già
il secondo - sulla strada che conduce alla Chiesa del futuro.
Il sogno di un'unità cosmica e
di un mondo nuovo?
Certamente, ci si interroga su quale possa essere il fondamento
e la natura di questa unità che offre agli aderenti delle
religioni più disparate e delle filosofie più diverse il modo di
vivere insieme, giacché siamo già ben lontani dal punto di
partenza del Movimento dei Focolari, ossia del
desiderio di
vivere il Vangelo. Come possono vivere quotidianamente questa
unità un cristiano, un induista o un musulmano? Fatichiamo ad
immaginarcelo. Su che cosa poggerà la loro comunità di vita? A
Graz, Chiara Lubich ha risposto a questa domanda: «Non fare a nessuno ciò che non vuoi che sia fatto a te. Questa
è la base che ci permette di vivere in una relazione d'amore con
gli aderenti delle altre religioni» 25. Ma, da ciò che ha detto
anche nel discorso di Graz, l'unità tra le religioni non basta;
essa ha
voluto spingersi più lontano, fino a considerare una
spiritualità dell'unità ancora più globale che permetta all'uomo
di comunicare con la natura: «Vivere una spiritualità ecumenica
significa dare all'uomo una possibilità più vasta di rivelarsi
come figli e figlie di Dio. E quando, in ogni campo, ci
sforzeremo tutti di preservare la natura, questa risponderà
misteriosamente al nostro amore così come tutto ciò che vive di
Dio e sussiste grazie a lui» 26. Pesando queste strane parole,
ci chiediamo quale senso occorre dare al verbo «rivelare»,
perché, evidentemente, la parola non è utilizzata nel senso che
conosciamo. Siamo ben lontani dalla rivelazione soprannaturale
della vita della grazia. La stessa domanda si pone a riguardo di
questa «mistica della natura» che vive di Dio e che «risponderà
misteriosamente al nostro amore». L'idea panteistica dell'unità
di tutto il cosmo, di cui parlano così spesso le pubblicazioni
New Age, non ha forse influenzato tale concezione? La fine di
questo discorso ci fà pensare anche a certe visioni del futuro
spesso enunciate da correnti di pensiero apparentemente estranee
ai Focolari (ma lo sono veramente?). «Il nostro pianeta è
minacciato da divisioni drammatiche, quasi di distruzione.
Questa vita nuova ci permette di regredire e di progredire al
tempo stesso. è così che l'umanità ritroverà questa unità per la
quale Dio l'ha creata, e le chiese realizzeranno questa piena
comunione che Cristo ha conferito alla sua Chiesa nel fondarla»
27.
In altri termini, grazie all'ecumenismo e al dialogo
interreligioso, l'umanità supererà ciò che la divide e tenderà
verso un'era di pace e di rigenerazione totale, che è il suo
scopo finale. Quanto alle «chiese», il loro ruolo è di
promuovere questa meravigliosa Nuova Era dell'uomo e del mondo,
divenuti una cosa sola. Nei propositi enunciati in occasione
della consegna del Premio dell'Educazione per la Pace
(conferitogli dall'UNESCO), Chiara Lubich aveva già espresso
idee simili: «è insieme (agli aderenti delle altre religioni)
che avanziamo verso la pienezza della verità alla quale tutti
aspiriamo. Grazie alla spiritualità dei Focolari, uomini e donne
di quasi tutte le nazioni del mondo tentano oggi di essere germi
di un popolo nuovo, di un mondo di pace [...], di un mondo più
unito» 28. In definitiva, alla luce di tutti questi testi, si
constata, dunque, vent'anni dopo la consegna del Premio Templeton, che Chiara Lubich ha confermato di essere veramente
degna di ricevere questa tenebrosa ricompensa.
Le alleanze internazionali dei Focolari
Seguendo la logica dei
riconoscimenti di cui Chiara Lubich è
stata onorata, bisogna guardare con occhio particolare alcune
delle organizzazioni internazionali con cui il movimento dei
Focolari è legato più strettamente.
Nikkyo Niwano e la Conferenza Mondiale delle Religioni per la
Pace
Due anni dopo Chiara Lubich, nel 1979, un uomo con cui, come
essa riconobbe, aveva da anni uno scambio spirituale assai
profondo, venne giudicato degno di ricevere a sua volta il
Premio Templeton. Quest'uomo, molto conosciuto negli ambienti
religiosi mondiali, si chiamava Nikkyo Niwano (1906-1999). Era
stato il fondatore di un'organizzazione laica buddista - la
Rissho Kosei-Kai
29 - e della Conferenza Mondiale delle
Religioni per la Pace. Egli fu l'unico buddista ad essere stato
invitato al Concilio Vaticano II come osservatore.
La Fondazione
Templeton ha spiegato di aver scelto Nikkyo Niwano per onorare i
suoi sforzi instancabili nel campo del dialogo interreligioso e
della pace mondiale.
Nel suo discorso di ringraziamento, il vincitore sviluppò questo
punto: «Innanzi tutto - disse Niwano - bisogna che l'umanità
formi una comunità globale. Nel processo in corso per giungere a
questa mèta, le religioni giocano un ruolo molto importante.
Esse devono perseguire la ricerca della felicità,
l'approfondimento spirituale e la pace mondiale. È compito della
Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace di rimuovere
ogni ostacolo posto sulla strada che conduce ad un mondo che
possa vivere in pace». Queste precisazioni non sono inutili e
non ci allontanano dal tema che stiamo trattando, giacché Nikkyo
Niwano fu legato a Chiara Lubich da una profonda amicizia, e la
Lubich era presidentessa onoraria della Conferenza Mondiale
fondata da Niwano. Essa ha dunque aderito perfettamente agli
obiettivi perseguiti da questa istituzione: «Approviamo ed
appoggiamo pienamente le iniziative buddiste per la pace nel
mondo. Un esempio ne è il contributo molto apprezzato della
Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace»
30.
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Due
fotografie di Chiara Lubich in compagnia di
Nikkyo Niwano. |
Le amicizie «onusiane» della Conferenza Mondiale delle
Religioni per la Pace
Questa Conferenza venne fondata nel 1970. Il suo atto costituivo
si rifà delle idee di tre leader religiosi americani, uno dei
quali fu Mons. John Joseph Wright (1909-1979), il futuro
Cardinale! Si decise di installarne la Segreteria Internazionale
a New York, di fronte al palazzo dell'ONU, perché, fin
dall'inizio, venne instaurata una stretta collaborazione con
questa organizzazione mondiale. Del resto, alcuni fatti
permettono di illustrare l'efficacia di tale collaborazione. Fu
infatti la Conferenza delle Religioni per la Pace che propose il
nome di Chiara Lubich per il Premio dell'Educazione per la Pace
conferito dall'UNESCO, riconoscimento che essa infatti ricevette
nel 1996. D'altra parte, la Conferenza delle Religioni per la
Pace gode di uno statuto consultivo sia presso l'ONU che
l'UNICEF.
Inoltre, essa è stata riconosciuta come NGO -
organizzazione non-governativa - dall'UNESCO, nel 1996. Esistono
alcuni stretti collegamenti tra tutte queste organizzazioni
internazionali, religiose o laiche, che formano una rete
tentacolare, agendo nello stesso senso. È un fatto che è
impossibile negare. A titolo d'esempio, Federico Mayor Zaragoza,
Direttore Generale dell'UNESCO, ha rilasciato un'intervista a
Neue Stadt («Città Nuova»), la rivista tedesca del Movimento dei
Focolari. Ora, bisogna sapere che Mayor, e molti altri
funzionari che occupano posizioni di rilievo all'interno
dell'ONU, collaborano attivamente con il
Lucis Trust, di
Alice Ann Bailey 31. È chiaro che collaborando con simili persone, ci
si inoltra in un terreno pericoloso. Ma continuiamo il nostro
esame della Conferenza Mondiale delle Religioni fondata da Nikkyo Niwano. Tra i suoi presidenti onorari figura
Rodrigo Carazo Odio (1936-2009), ex presidente del Costa Rica, il quale intratteneva
dei rapporti simili a quelli di Federico Mayor: anche lui era un
collaboratore attivo del Lucis Trust.
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Mons. John J. Wright |
Federico M. Zaragoza |
Alice Ann Bailey |
La Conferenza delle
Religioni ebbe anche come presidente (attualmente in pensione)
l'ex Arcivescovo di Nuova Delhi, Mons. Angelo Fernandes
(1913-2000). Quest'uomo sosteneva apertamente la potente
organizzazione dei Planetary Citizens («Cittadini planetari»),
che è divenuta decisamente occulta 32. In occasione di
un'assemblea organizzata dall'UNESCO a Barcellona, egli
pronunciò un discorso che aveva per tema «Una spiritualità
globale della responsabilità sociale». In essa, definì la
spiritualità con queste parole: «La coscienza della nostra
responsabilità per una nuova organizzazione delle istituzioni
politiche ed economiche, una responsabilità che è ancorata
nell'esperienza personale del divino»
33.
Per un Arcivescovo, si
tratta di una definizione veramente notevole. Altri punti
rendono il suo discorso degno della nostra attenzione. Mons.
Angelo Femandes citò a più riprese Robert Muller, un funzionario
che ha occupato un centro direttivo all'ONU per una quarantina
d'anni, e che ha collaborato anche con il Lucis Trust, dove
occupava un posto di responsabile. Mons. Fernandes citò anche
Dag Hjalmar Agne Carl Hammarskjöld (1905-1961) e U Thant
(1909-1974), altri grandi promotori di una spiritualità globale
su scala mondiale, resa indispensabile - secondo essi - dalla
nostra nuova coscienza planetaria. Lo si vede, e Mons. Angelo
Fernandes lo spiega abbondantemente, che l'elemento decisivo di
questa nuova «spiritualità» è la sua dimensione mondiale e
l'interesse che mostra per il pianeta.
«Abbiamo bisogno - disse
Mons. Angelo Fernandes - di instaurare una nuova comunità globale
e universale, perché ormai è l'unica forma di comunità vitale».
In questa logica, egli terminò il suo discorso esortando tutti a
diventare ciò che, in realtà, siamo già: una cosa sola. È
impossibile non vedere i rapporti che esistono tra questi
principî e quelli di Chiara Lubich, che abbiamo esposto più
sopra. Persino nella scelta delle parole, gli obiettivi
propugnati da anni dai cenacoli vicini all'Acquario e dalle
potenti élites mondialiste, si ritrovano nelle idee della
fondatrice del Movimento dei Focolari. Del resto, lo si è visto,
queste personalità del mondialismo erano i suoi amici, ed essa
non smise mai di frequentarli.
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Robert Muller |
Dag Hammarskjöld |
U Thant |
Alcune attività comuni della Conferenza delle Religioni e del
Movimento dei Focolari
Ciò che finora abbiamo sentito si limita alle dichiarazioni
d'intenzione e ai discorsi. La collaborazione non si ferma lì.
Resta da dire con quali attività concrete la Conferenza Mondiale
delle Religioni per la Pace, e le organizzazioni internazionali
ad essa legate, applicano i loro principî e realizzano i loro
appelli all'unità mondiale in simbiosi con i Focolari.
Due avvenimenti sopraggiunti in questi ultimi anni sono, a
questo proposito, degni di considerazione, perché sono sfociati
in manifestazioni di ampio respiro alle quali hanno aderito
anche i Focolari. Precisiamo che le notizie che forniremo su
questo argomento provengono dalla documentazione della
Conferenza Mondiale.
Il centenario del Parlamento delle Religioni
Innanzi tutto, nel 1993, grazie all'ospitalità offerta
dall'Arcidiocesi di Chicago, ci fu il Congresso per il
centenario del Parlamento delle Religioni del Mondo, che si era
riunito a Chicago già nel 1893. Nella cornice di questo
anniversario, una riunione simile si tenne anche ad Amsterdam.
Essa ci interessa in modo particolare perché riguarda più
direttamente il tema che stiamo trattando. Infatti,
l'organizzazione e la realizzazione di questa riunione furono,
in grande parte, affidate al Movimento dei Focolari. Si diede
lettura, per cominciare, di un testo del sufi Pir Vilayat Khan
(1916-2004), in cui esortava i suoi ascoltatori a perseguire il
dialogo interreligioso. In particolare - ecco che ritroviamo il
medesimo ritornello - chiedeva ai rappresentanti delle religioni
di incoraggiare le aspirazioni all'universalità nascosta nelle
loro tradizioni. Pir Vilayat Khan non era sconosciuto alle
élites internazionali: egli fu il presidente onorario del
Club
di Budapest, fondato dal Club di Roma. Fu anche uno dei
firmatari del Manifesto della Coscienza Planetaria pubblicato da
questo Club. Numerosi oratori presero la parola, tra cui un
membro della chiesa riformata svizzera - nonché membro dei
Focolari - e un adepto di Brahma Kumaris, un raggruppamento di
cui parleremo tra breve. Alcune preghiere e meditazioni,
estratte da diverse tradizioni religiose, e una cerimonia
floreale che, purtroppo, non è descritta nella documentazione in
nostro possesso, accompagnarono i discorsi e le discussioni.
La sesta Conferenza Mondiale delle Religioni
Il secondo avvenimento riguardante l'attività della Conferenza
Mondiale e le organizzazioni collegate, è stata la Sesta
Conferenza Mondiale delle Religioni tenutasi a Roma - e più
esattamente in Vaticano e a Riva del Garda - nel 1994. Il tema
intorno al quale si riunirono i partecipanti fu il seguente:
«Salvare il mondo: le religioni per la pace». Probabilmente, il
mondo (e ciascuno di noi) ha bisogno di essere salvato, ma, come
al solito, il vero e unico Salvatore, Nostro signore Gesù
Cristo, fu il grande dimenticato di questa Conferenza Mondiale
delle Religioni. Lo scopo principale era di stabilire un dialogo
profondo tra le religioni, di avvicinarsi effettivamente gli uni
agli altri. Due generi di attività avrebbero permesso di
raggiungere tale obiettivo: da una parte, numerosi appelli e
discorsi pronunciati davanti all'assemblea da diversi leader
religiosi; dall'altra, la partecipazione comune alle cerimonie
delle altre religioni: islàm, scintoismo, giudaismo e religioni
indigene, (animismo). Come abbiamo già sottolineato, queste
riunioni non vogliono promuovere il sincretismo.
Non si cerca di
mettere insieme certi elementi presi in ogni religione per poi
fare con questa mescolanza qualcosa di nuovo, una
super-religione che prenderebbe il posto delle vecchie
religioni. Si tratta di giungere all'unità tra le religioni
esistenti tramite la tolleranza reciproca, superando e
preservando i particolarismi di ogni tradizione e rispettando le
proprie forme storiche. Tuttavia, al di là delle parole, una
simile impresa è possibile? Nell'edificio comune che
costruiscono insieme, le tradizioni così mescolate smettono
necessariamente di essere specifiche e non costituiscono, di
fatto, che un pittoresco arricchimento destinato a soddisfare le
sensibilità più disparate di ciascuno. D'altronde, come
potrebbero convivere elementi di origine opposta chi si
contraddicono formalmente?
è necessario che qualcuno ceda.
Dunque, una certa forma di sincretismo è inevitabile. Ma
soprattutto, come potrà un cattolico custodire la propria fede
intatta in mezzo a una tale confusione? Come potrà continuare a
pretendere di essere l'unico a possedere la verità tutta intera,
e affermare che fuori di Cristo e dalla Sua unica vera Chiesa -
la Chiesa cattolica - non c'è salvezza? Potrà continuare a
crederlo nel suo intimo, ma non potrà più dirlo ad alta voce,
riducendo così la sua fede ad una mera opinione religiosa
confusa fra le altre (il che equivale ad un rinnegamento e ad
un'infedeltà), e accetterà di non turbare la pace universale.
Perché questo è lo scopo finale, il sommum bonum di questa
impresa di ricupero religioso mondiale: stabilire la pace sulla
Terra. Non la pace che dà Dio, ma quella dell'uomo. I mondialisti vogliono servirsi delle religioni come strumenti per
compiere questa missione planetaria che si sono imposti in nome
dell'umanità. La seconda parte di questa Conferenza Mondiale
delle Religioni - più interessante per noi - si svolse a Riva
del Garda. Il bollettino d'informazione della Conferenza
Mondiale sottolinea a più riprese come il Movimento dei Focolari
sia stato estremamente attivo. Questo resoconto ci assicura che
senza il loro impegno disinteressato, specialmente per ciò che
concerne i rapporti con i mezzi di comunicazione, questa
riunione non avrebbe avuto un tale successo. Vale la pena di
dare un'occhiata all'elenco degli oratori di Riva del Garda,
perché ritroviamo sempre le stesse reti di fratellanza
internazionale.
Da parte cattolica, notiamo la presenza dei
Cardinali Francis Arinze, Roger Etchegaray e Carlo Maria
Martini, insieme a Mons. Fernandes, che conosciamo già, e del
«teologo»
Hans Küng. L'ONU era rappresentata da
Yasushi Akashi,
suo delegato nell'ex Iugoslavia. Naturalmente, c'era anche il
fondatore della Conferenza Mondiale, Nikkyo Niwano, di cui
abbiamo già parlato. Come conclusione, si adottò la
Dichiarazione di Riva del Garda, che fu letta solennemente a
bordo di una barca in navigazione. Questa cerimonia ebbe una
portata simbolica: la barca che navigava sul lago significava il
viaggio degli uomini verso la pace, guidati dalle religioni; ma
la riva, lo scopo, non è ancora stato raggiunto. Tale
Dichiarazione riassume i risultati e gli obiettivi ottenuti
dall'assemblea. Il punto centrale riguarda l'intenzione di
formare una comunità mondiale e di fissarne i diritti e i
doveri. D'altra parte, essa sottolinea il carattere sacro della
Terra e la nostra comunione con essa 34.
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Francis Arinze |
Roger Etchegaray |
Carlo Maria
Martini |
Essa proclama che una
religiosità illuminata contribuisce a far trionfare la libertà e
i Diritti dell'Uomo, e afferma l'importanza del dialogo
interreligioso per «guarire la Terra» e cacciarne gli elementi
distruttori. Non è poi così difficile indovinare ciò che si
intende per «elementi distruttori», e, del resto, la
Dichiarazione si prende la pena di spiegarlo: essi sono il
nazionalismo religioso e l'estremismo. Simili ambizioni esigono,
certamente, la collaborazione dell'ONU: la Conferenza ha
confermato il suo impegno in questo senso. La Dichiarazione
parla ancora di «guarigione del mondo», sia su scala locale che
su scala globale. Essa descrive un Universo armonioso e
pacifico, scopo della vita e delle aspirazioni dell'uomo.
L'unità tra le religioni viene incoraggiata in modo speciale. In
vista della riconciliazione, si chiede a tutti di saper
utilizzare i testi sacri provenienti dalle altre tradizioni
religiose, di trattare le altre religioni con rispetto, di
meditare insieme, perché tutto ciò è sorgente di arricchimento
reciproco. Infine, il testo propone la visione di una religione
unificata, simile ad una cupola gigante (non si tratta piuttosto
della punta di una Piramide?), chi integrerà generosamente nel
suo seno tutte le religioni. Se le diverse religioni si
comporteranno così, «senza attentare alla loro identità e alla
loro pretesa di possedere la verità nell'ordine puramente
religioso, potranno scoprire delle convergenze e dei complementi
nell'ordine socio-etico» 35. È inutile mostrare, punto per
punto, che questa dichiarazione non contiene quasi nessun
principio al quale un cristiano possa aderire senza riserve.
È spaventoso, perché un gran numero di rappresentanti della
Chiesa cattolica erano presenti e hanno partecipato attivamente
a questa riunione, e i Focolari l'hanno energicamente incoraggiata. Ma,
in fin dei conti, è coerente che questi «cattolici» non abbiano
condannato a parole ciò che hanno praticato e
messo in atto durante tutta la durata della conferenza.
Perché
ci furono delle invocazioni e delle meditazioni buddiste,
indiane e induiste, e numerose cerimonie pagane. Del resto,
la Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace ha pubblicato, nel
suo notiziario, un calendario interreligioso in cui si
trovano riunite le feste di nove religioni: cristianesimo, sikhismo, islamismo, buddismo,
baha'i, ebraismo, induismo, giainismo e zoroastrismo. Le uniche feste cristiane
ricordate
sono: il Natale, l'Epifania, il mercoledì delle Ceneri, la Pasqua e la
Pentecoste. Sono citate allo stesso titolo anche le feste pagane,
come espressione di una tradizione religiosa tra le altre. I
cattolici sono
tollerati, si permette loro anche di mostrarsi, ma a condizione
che rispettano gli altri, che non cerchino di prevalere, né di
turbare o impedire la grande unità progettata.
L'università Brahma Kumaris
Tra le organizzazioni
internazionali e interreligiose che abbiamo ricordato e alle
quali il movimento dei Focolari è legato, abbiamo parlato di Brahma
Kumaris, una società fondata a Karachi (Pakistan) nel 1936 e
che si presenta come un'università spirituale mondiale,
Brahma Kumaris World Spiritual University. Questa
università ha aperto nel mondo intero diverse fondazioni,
soprattutto in Asia e in Europa, in diciotto Paesi. Il suo scopo
primario è di incoraggiare alla meditazione e all'apprendistato
spirituale per lo sviluppo del «Io». Ma, accanto a queste
finalità che riguardano l'individuo, tale università persegue
gli stessi scopi delle organizzazioni di cui abbiamo parlato: la
pace mondiale, l'avvento di un mondo armonioso, la
collaborazione con le istanze religiose mondiali, con l'UNICEF
e con l'ONU, e possiede anche voce consultiva all'interno
del Consiglio economico e sociale dell'ONU, ed è stata
accettata anche come ONG. Dunque, ritroviamo lo stesso
ambiente e le stesse compagnie ai quali il movimento dei
Focolari è legato. Del resto, una pubblicazione del Consiglio
del Parlamento delle Religioni Mondiali - pubblicizzata dal
Lucis Trust - parla esplicitamente dei collegamenti che
uniscono tutti questi organismi internazionali
36. In essa sono presenti alcuni
documenti pubblicati da queste organizzazioni e numerosi
elementi che provano come tali organismi facciano tutte parte di
un'unica vasta rete a maglie più o meno strette. È vero che né
il movimento dei Focolari né Chiara Lubich non figurano in
questa pubblicazione, ma ci sono tutti i loro amici mondialisti
con cui collaborano.
l
Conclusione
Un'esperta nel campo della Nuova
Era,
Cornelia Ferreira, ha espresso a chiare lettere il
pericolo in cui viviamo: «Uno degli scopi perseguiti da molto
tempo dal massonico Nuovo Ordine Mondiale sembra essere giunto a
portata di mano: l'unica chiesa mondiale, alla cui
costruzione si lavora da ormai centocinquant'anni anni, prende
forma. Tra i collaboratori che agiscono in questa direzione,
figurano certi leader della Chiesa cattolica che, attraverso
un'organizzazione internazionale chiamata "Conferenza Mondiale
delle Religioni per la Pace", contribuiscono a questa impresa»
37.Tre convinzioni
erronee costituiscono la base di tutte queste concezioni
inculcate assiduamente dalla Conferenza Mondiale delle Religioni
per la Pace e, insieme ad essa, dal Movimento dei Focolari:
- Innanzi tutto, l'uomo deve
stabilire la pace sulla Terra (mentre il Primo Comandamento del
cristiano è quello di amare Dio);
- Le religioni sono responsabili
delle guerre e dei conflitti (la Chiesa insegna invece che le
guerre e le contese vengono del peccato);
- L'unità delle religioni può
portare la pace (Nostro Signore dice al contrario: «Vi do la
mia pace. Non come la dà il mondo»; Gv 14, 25).
Lungi da queste ambizioni, l'unico
fine che interessa il cattolico è di radicarsi sempre più
profondamente nel Corpo mistico di Cristo. È questo radicamento
che - con l'aiuto di Dio - ci condurrà un giorno alla visione
beatifica, e così, alla pace eterna.
«Ora
a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone,
uomo giusto e timorato di Dio, che
aspettava il conforto d'Israele; lo
Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva
preannunciato che non avrebbe visto la morte senza
prima aver veduto il Messia del Signore.
Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio;
e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per
adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e
benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo
Israele". Il padre e la madre di Gesù si
stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua
madre: "Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele, segno di
contraddizione perché siano svelati i pensieri di
molti cuori» (Lc 2, 33-35). |
NOTE
1 Articolo estratto dalla rivista Le Sel de la
Terre, nº 25, Estate 1998, pagg. 62-83. Traduzione
dall'originale francese Le Mouvement des Focolari et ses
ramifications internationales («Il Movimento dei Focolari e
le sue ramificazioni internazionali»), a cura di
Antonio Casazza. Scritto reperibile alla
pagina web
http://www.dici.org/actualite_read.php?id=27
2 Cfr. We zwei oder drei...: Die Fokolar-Bewegung
(«Se due o tre...: il Movimento dei Focolari»),
Entstehung-Spiritualität Initiativen, Verlag Neue Stadt München
Zürich Wien, 4 Aufl. 1992, pag. 14.
3 Cfr. C.
Lubich, Gespräche mit der Gründerin der
Fokolar-Bewegung («Conversazioni con la fondatrice del
Movimento dei Focolari»), Verlag Neue Stadt, München Zürich Wien,
2 Aufl. 1988, pag. 36.
4 Cfr. G.
Urquhart, Im Namen des Papstes: Die verschwiegenen
Truppen des Vatikans («In nome del Papa: le truppe discrete
del Vaticano»), Verlag Droemer Knaur, München 1995, pag. 52.
5 Segnaliamo en passant che queste parole
spiegano il motivo per cui il suo Movimento si è potuto
diffondere così facilmente nel mondo intero.
6 Cfr. C.
Lubich, Die Welt wird eins: Franca Zamborini im
Gespräch mit der Gründerin der Fokolar-Bewegung, Verlag
Verlag Neue Stadt, München Zürich Wien, 2 Aufl. 1992, pag. 25.
7 Cfr. C.
Lubich, Gespräche mit der Gründerin der
Fokolar-Bewegung («Il Movimento diventa uno: Franca
Zamborini in conversazione con la fondatrice dei Focolari»),
pag. 25.
8 Ibid., pag. 59.
9 Ibid., pag. 60.
10 Ibid.
11 Cfr. C.
Lubich, Die
Welt wird eins: Franca Zamborini im Gespräch mit der Gründerin
der Fokolar-Bewegung, pag. 118.
12 Ibid.
13 Cfr. The Infinity of the Universal
Spirit, 2ª brochure sul Premio della Templeton Foundation,
New York 1976, Appendice C, pag. 145.
14 È chiaro che questo precetto di
Nostro Signore è universale e che nessuno dev’essere escluso
della nostra carità. Ma l'amore di cui si parla in questa
pubblicazione non è l'amore di carità soprannaturale che fà
amare il prossimo «a causa di Dio» e «affinché sia in
Dio» - secondo le belle espressioni di San Tommaso d’Aquino
(1225-1274); si tratta di un falso amore, puramente naturale e
traviato, che non cerca il bene, un falso rispetto che porta
all'errore e al peccato (N.d.R.).
15 Subito dopo questa affermazione viene
citata anche la parola di Pio XII (1876-1958), che definì il XX
secolo «il secolo del Corpo Mistico di Cristo», come se
questa frase designasse l'estensione dell'amore reciproco a
tutti gli uomini di tutte le religioni.
16 «We love them as they are
[...], seek together the truths which most unite us in order
to live them together and to tell each other about the
experiences which show our concern for God and our brothers»
(cfr. Templeton Foundation Prize, New York 1977, cap. IX,
«Chiara Lubich», pag. 128).
17 Cfr. Templeton Foundation Prize,
«A World of Love», pag. 129.
18 Cfr.
C. Lubich,
Jesus, der Verlassene und die Einheit («Gesù, l'abbandono e
l'unità»), Verlag Neue Stadt, Monaco-Zurigo-Vienna 1992, pag.
56.
19 Cfr. C.
Lubich, Die
Welt wird eins sein, pag. 116.
20 Cfr. C.
Lubich, Eine
Spiritualität der Versöhnung, EOV 2, pag. 23.
21 Ibid., pag. 4.
22 Ibid.
23 Ibid., pag. 6.
24 Cfr. C.
Lubich, Ehrendoktorwürde in Theologie von der
St.-Thomas-Universität in Manila, pubblicazione ufficiale del
Movimento dei Focolari, 1997, pag. 5.
25 Cfr. C.
Lubich, Eine Spiritualität der Versöhnung, pag. 8.
26 Ibid., pag. 8.
27 Ibid., pag. 9.
28 Cfr. Allocuzione di Chiara Lubich, del 17 dicembre 1996,
UNESCO, Parigi, pag. 5.
29 Rissho significa stabilire l'insegnamento della vera dottrina
nel mondo; Kosei si riferisce allo scambio di idee tra i
credenti; Kai sta per perfezionamento della personalità,
raggiungimento dello stato del Buddha (cfr. W.
Proctor, The Templeton Touch, Doubleday, New York 1983, pag. 201). Questa
fondazione buddista è nata nel 1938.
30 Cfr. W.
Proctor, op. cit., pag. 121.
31 Alice Ann Bailey (1880-1949), discepola della Società
Teosofica di Madame Blavatsky, che lasciò nel 1922 per fondare
la Lucifer Publishing Company, il cui nome venne trasformato un
anno più tardi in Lucis Publishing Company. Nel 1923, la Bailey
fondò una propria scuola esoterica basata sulla medianità
occulta e sullo sviluppo dei poteri spirituali: la scuola
Arcano. Nel 1932, essa creò l'associazione Buona Volontà
Mondiale. Tutti questi gruppi, così come il World Service Forum,
formano il Lucis Trust. Questa rete planetaria ha come scopo la
propagazione del pensiero della sua fondatrice e si pone come
obiettivi la «mobilitazione dell'energia mondiale di buona
volontà, l'educazione dell'opinione pubblica sulle cause dei
grandi problemi mondiali e [...] la preparazione al ritorno
dell'istruttore mondiale, del Cristo» (cfr. J.
Vernette, Le Nouvel Age, Téqui, Parigi 1990, pag. 66). Il
Lucis Trust lavora
in stretta collaborazione con Greenpeace, Freunde der Erde,
World Wildlife Fund, Amnesty International e con l'ONU. Alice
Bailey è una dei maîtres à penser del New Age. Essa fu la prima
ad enunciare il concetto di «Nuova Era» (N.d.R.).
32 A questo riguardo, vedi C.
Ferreira, One-World Church
Expected This Year («La Chiesa del mondo unito attesa
quest'anno»), Christian Order, Londra 1997, pag. 142.
33 Cfr. The Contribution by Religions to the Culture of Peace
(«Il contributo delle religioni ad una cultura di pace»), Centro
UNESCO della Catalogna, Barcellona, 1995, pag. 50.
34 Cfr. Religion for Peace. A Newsletter On Multi-religious
Dialogue and Action For Peace («Religione per la pace. Un
bollettino sul dialogo multireligioso e sull’azione in favore
della pace»), pubblicato da The World Conference on Religion and
Peace, nº 65, febbraio 1995, New York, pag. 6.
35 Cfr. VI Weltkonferenz der Religionen für den Frieden in Riva
1994 («Conferenza Mondiale delle Religioni per la Page a
Riva 1994»), Die Riva-Erklärung, WCRP Informationen, Stuttgart, pag.
16.
36 Cfr. When We Change… the World
Changes («Quando noi cambiamo... il mondo cambia»),
pubblicato da Brahma Kumaris World Spiritual University,
International Co-ordinating Office, Londra, pag. 11.
37 Cfr. C.
Ferreira, op.
cit.. pag. 135.
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