a cura di Action
Familiale et Scolaire 1
Premessa
Il continuo parlare che i
media fanno di certe apparizioni rende utile il richiamo
di alcuni testi classici sul discernimento dei veri e dei
falsi miracoli. Come semplici laici, possiamo trovarci a
dover operare questo discernimento in attesa che le autorità
della Chiesa si siano pronunciate.
I
ATTEGGIAMENTO
GENERALE A RIGUARDO DELLE
VISIONI E DELLE
RIVELAZIONI PRIVATE
Né disprezzo, né rigetto sistematico
Che si noti l'avvertimento che
Padre Louis de Blois (1506-1566) pone
all'inizio del suo Collier spirituel: «Il lettore
dev'essere avvertito di non seguire la decisione perversa di
certi uomini che, trattando con disprezzo le visioni e le
rivelazioni divine come vani sogni, si mostrano poco umili e
poco spirituali. Ci si deve guardare, infatti, dal ridurre a
pochi casi queste rivelazioni divine che diffondono sulla
Chiesa di Dio chiarezze così stupefacenti»
2.
Non credere facilmente a cose
insolite e straordinarie
«Non voglio dire, tuttavia,
che il direttore spirituale debba credere con facilità a
cose insolite e straordinarie; l'avverto piuttosto di
essere circospetto e cauto prima di prestarvi fede, e voglio
che si tenga sempre indietro di un passo, perché c'è
grande pericolo di inganni, di illusioni e
talvolta ancora di simulazioni e di ipocrisie,
specialmente quando si tratta di visioni, di rivelazioni e
di discorsi che sono le cose che più si prestano alle frodi
dei nostri nemici. Gli dico soltanto di procedere con una
prudenza divina, non umana; che non sia incredulo; che non
si appoggi su massime mal fondate e che non cerchi la
reputazione di uomo avveduto; ma che, seguendo i più saggi
consigli, esamini diligentemente se le cose sono conformi
o meno alle regole derivanti dalla Sacra Scrittura,
dalla santa Chiesa cattolica e dai Santi. Con l'aiuto
di questa luce, potrà pronunciarsi non in modo
evidente (perché è impossibile avere l'evidenza
in tali cose), ma in modo prudente sulla rettitudine
o sulla falsità degli spiriti che vuole governare.
D'altronde, che rimanga sempre persuaso che se lo spirito
che giudica o qualsiasi altro individuo non sono buoni, non
ne manca che ce ne siano altri nella santa Chiesa che lo
sono. Perché, come dice il dottore angelico, e come lo
provano le Scritture, sono state trovate in ogni tempo delle
anime scelte che hanno avuto lo spirito di rivelazione,
non per introdurre nuove dottrine nella Chiesa, ma
per dare una buona direzione alle azioni dei fedeli
3. Si può dire la stessa cosa di
tutte le altre grazie soprannaturali. Dunque, che il
direttore delle anime sia prudente. Solo allora sarà
direttore e non distruttore delle anime»
4.
II
IL BENE CHE SI Fà
NON È UN ARGOMENTO
DECISIVO
«Si fà tanto bene a...; le
persone si convertono, si confessano, recitano la corona, ne
ritornano con una pietà più viva... Dunque, le apparizioni
che avvengono in quel luogo sono autentiche». Argomento
frequentemente sentito. È necessariamente convincente?
Assolutamente no, se si tiene conto delle seguenti osservazioni
sul modo in cui il demonio sa trarre profitto dal bene e
tentare sotto apparenze di bene.
Lo spirito cattivo può servirsi di
una persona che fà del bene
Ci sono delle persone cui il
demonio non impedisce di fare il bene, perché il bene che
fanno gli serve per ingannarli 5.
L'inclinazione al bene può
venire dallo spirito cattivo
È ciò che abitualmente si
chiama tentazione sotto apparenza di bene. Ecco la
presentazione che ne fà Padre Giovanni Battista Scaramelli
s.j.: «Sant'Ignazio
insegna che il demonio trasformato in angelo buono suole
assecondare i devoti desideri delle anime sante e di
approvarne l'esecuzione, ma con l'intenzione di
trascinarli in seguito ai suoi fini perversi
6.
Suarez ne fornisce la ragione intrinseca che espone così: è
evidente che l'impulso verso un cosa intrinsecamente
peccaminosa viene dal demonio e non può venire da Dio; ma se
la cosa è in sé stessa onesta e virtuosa, non bisogna
necessariamente concludere che sia ispirata da Dio, potendo
essere stata suggerita dal suo nemico. La ragione è chiara:
il male non può mai diventare bene, ma il bene può diventare
male se tende ad un fine cattivo. Dunque, sebbene
l'inclinazione al male non possa provenire dallo spirito
buono, l'inclinazione al bene può venire dallo
spirito cattivo che ci spinge al bene con un fine perverso:
"Se si tratta di un peccato, è evidente che esso ha per
causa il demonio e non lo spirito buono: se si tratta di
un'azione onesta, non si deve concludere necessariamente che
venga di quest'ultimo. Al contrario, può divenire evidente
che essa è stata suggerita dallo spirito cattivo piuttosto
che da quello buono» 7. Ecco il testo di
Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556) al quale fà
allusione Padre Scaramelli:
-
«332. 4ª regola: É
proprio dell'angelo malvagio, quando si trasforma in
angelo di luce, entrare nei sentimenti dell'anima devota
e finire con ispirarle i proprî. Così incomincia con
insinuare a quest'anima buoni e santi pensieri,
conformi alle sue disposizioni virtuose, ma poi,
a poco a poco, cerca di trarre l'anima
ai suoi inganni occulti e di farla consentire alle sue
perverse intenzioni».
-
«333. 5ª regola:
Dobbiamo fare molta attenzione al corso dei nostri
pensieri. Se nei pensieri tutto è buono (il principio,
il mezzo e la fine) e se tutto è orientato verso il
bene, questo è un segno dell'angelo buono. Può darsi
invece che nel corso dei pensieri si presenti
qualcosa cattiva o distrattiva o meno buona di quella
che l'anima prima si era proposta di fare,
oppure qualcosa che indebolisce l'anima,
la rende inquieta, la mette in agitazione e le
toglie la pace, la tranquillità e la calma che
aveva prima: questo allora è un chiaro segno che
quei pensieri provengono dallo spirito cattivo, nemico
del nostro bene e della nostra salvezza eterna»
8.
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Padre Scaramelli |
Sant'Ignazio di Loyola |
III
REGOLE PIÙ PRECISE DI DISCERNIMENTO
Il Dictionnaire de
théologie catholique di Jean-Michel-Alfred
Vacant (1852-1901) indica
che «è mediante l'insieme delle circostanze che
condizionano il miracolo che si potrà discernere la sua
origine reale e classificarlo come soprannaturale divino o
come preternaturale diabolico» 9.
Egli cita a sostegno di questa regola, due testi: uno del
San Tommaso d'Aquino (1225-1274), l'altro di Papa Benedetto XIV
(1675-1758). «I prodigi compiuti dai buoni si distinguono
dei prodigi compiuti dai cattivi almeno in tre modi:
primariamente, per l'efficacia della virtù operante, perché
spesso i buoni spiriti ricevono da Dio un sovrappiù di
potere per compiere dei miracoli, superando in realtà il
loro potere naturale; così, un angelo potrà, per virtù
divina, risuscitare un morto, cosa che non potrà mai il
demonio che tutt'al più può dare ad un corpo, e per un tempo
assai breve, l'apparenza della vita. Secondariamente, per
l'utilità dei miracoli: i prodigi compiuti dai buoni
possono portare solamente del bene a quelli che ne
beneficiano: tali sono le guarigioni di malati. I prodigi
dei cattivi sono macchiati da nocività o da vanità: ad
esempio, si tratta di volare nell'aria o di colpire di
impotenza le membra umane. E infine una terza differenza è
segnata dal fine al quale sono ordinati questi prodigi: i
miracoli dei buoni mirano all'edificazione della fede e dei
buoni costumi; al contrario, i prodigi dei cattivi cercano
di nuocere alla fede e ai costumi. E, per di più, i buoni
operano i miracoli invocando con pietà e rispetto il nome di
Dio; i cattivi adoperano dei procedimenti fanatici...»
10.
Papa Benedetto XIV, spiega il
Dictionnaire de théologie catholique, dichiara che i
falsi miracoli devono essere riconosciuti per «efficacia,
utilitate, modo, fine, persona et occasione»
11. Ed ecco il principale passaggio
del commento che aggiunge il suddetto testo
12: «Così, nel fine, nell'agente,
nei mezzi, nelle condizioni e negli effetti del fenomeno
straordinario compiuto non si incontra nulla di frivolo, di
ridicolo, di sconveniente, di vergognoso, di violento, di
ateo, di orgoglioso, di menzognero o di difettoso a
qualunque titolo che sia; se, al contrario, è adatto,
serio, portante alla pietà, alla religione
e alla santità non c'è alcuno dubbio: questo
preternaturale non è un preternaturale diabolico. Se
tutti questi segni esistono simultaneamente nel
prodigio, si potrà con una certezza morale ritenerlo un
prodigio divino. Diciamo, con P. de Poulpiquet: se tutti
questi segni... simultaneamente; perché in questo caso si
deve applicare più che mai il principio "bonum ex integra
causa, malum ex quocumque defectu" ("Il bene risulta
dalla totalità dei requisiti richiesti; la mancanza anche di
uno solo basta a compromettere il tutto")»
13.
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San
Tommaso |
Benedetto XIV |
IV
UN TESTO SULLA SANTA
VERGINE
DI SAN BERNARDINO DI
SIENA
Il seguente testo è tratto dal
Nono sermone sulla Visitazione di San Bernardino da Siena
(1380-1444),
sermone citato nell'ufficio della festa del Cuore Immacolato
di Maria (22 agosto) del breviario preconciliare (1961).
«Così, dal profondo di questo cuore, come se provenissero da
un braciere di ardore divino, la Vergine felice fece
sgorgare parole eccellenti, ossia piene della carità più
ardente. Come da un vaso ripieno del vino migliore può sgorgare
solamente il vino migliore, come da un braciere ardente può
uscire solamente la fiamma più viva, così dalla Madre di
Cristo può provenire solamente una parola di grande amore e
di supremo ardore per Dio. Questa Madre e Maestra piena
di saggezza è una donna di poche parole; ma le sue
parole sono solide e piene di senso. La Scrittura ci riporta
solamente sette parole dette dalla Madre benedetta di
Cristo; esse sono meraviglie di saggezza e di forza;
attraverso di esse viene mostrata in modo mistico la grazia
settiforme di cui era ripiena. Essa parlò solamente due
volte con l'angelo; due volte anche con Elisabetta; due
volte con suo Figlio, una volta al Tempio e una volta alle
nozze; una volta con i servitori. E ogni volta pronunciò
solamente poche parole. Ma quando prese la parola per lodare
Dio e rendergli grazia, quando disse "la mia anima magnifica
il Signore" parlò con abbondanza. Questo perché Ella si
rivolse non all'uomo, ma a Dio» 14.
NOTE
1 Traduzione di un estratto (pagg. 1-5) dell'opera
Des Apparitions en général et de Medjugorje en particulier
(«Delle apparizioni in generale e di Medjugorje in
particolare»), a cura di
Antonio Casazza.
2 Cfr. P. L.
de Blois, Monil. spirit. orienn. De Blois era un
benedettino del XVI secolo che è stato dichiarato venerabile
dalla Chiesa. Vedi anche Padre Giovanni Battista Scaramelli s.j.,
Il discernimento degli spiriti. «Padre Giovanni
Battista Scaramelli, scrittore ascetico, nato a Roma nel 1688,
esercitò per trent'anni il ministero apostolico e mostrò un
grande zelo e una profonda conoscenza delle vie interiori. Le
opere che ha composto sulla perfezione cristiana godono di una
meritata stima. Questo santo religioso morì a Macerata l'11
giugno 1752» (cfr. Bibliothèque des écrivains de la
Compagnie de Jésus).
3 Cfr. San
Tommaso d'Aquino, Somma teologica, 2º, 2, quest.
174, art. 6, ad. 3.
4 Cfr. P. G.-B.
Scaramelli s.j.,
op. cit.
5 Cfr. La doctrine du Père Lallemant («La
dottrina di Padre Lallemant», pag. 240, Collezione Christus,
Desclée de Brouwer. Padre Louis Lallemant (1588-1635) è stato un
gesuita francese che non ha pubblicato nulla, ma i cui
insegnamenti furono raccolti da due dei suoi discepoli: Padre
Surin e Padre Rigoleuc.
6 Cfr.
Sant'Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, 4ª regola per il
discernimento degli spiriti (2ª settimana).
7 Cfr. P. G.-B.
Scaramelli s.j.,
op. cit.
8
Cfr.
Sant'Ignazio di Loyola,
Esercizi spirituali, 4ª e 5ª
regola per il discernimento degli spiriti (2ª settimana).
9 Cfr. J.-M.-A.
Vacant,
Dictionnaire de théologie catholique, voce «Miracolo», colonna 1844.
10 Cfr. San
Tommaso d'Aquino, Somma teologica, In IIª Sent.,
dist. VII, q. III, a. 1, ad 2ª.
11 Cfr.
Benedetto XVI,
De beatificationis servorum Dei, 1. IV, C. VII, n. 14-22.
12 Cfr. J.-M.-A.
Vacant,
op. cit., colonne 1846-1847.
13 Ibid., pag. 116.
14 Ecco il testo latino di questo
passaggio dell'antico breviario: «De hoc igitur Corde quasi
de formate divini ardoris Virgo becta protulit verba bona, id
est, verba ardentissimæ caritatis. Sicut enim a vase summo et
optimo vina pleno non potest exire nisi optimum vinum ; aut
sicut a fornace summi ardoris non egreditur nis incendium
fervens; sic quippe a Christi Matre exire non potuit verbum,
nisi summi summeque divini amoris atque ardoris. Sapientis
quoque dominæ et matronæ est pauea verba, solida tamen atque
sententiosa habere; proinde septem verba tantum mirae sententiae
et virtutis a Christi benedictissima Matre leguntur dicta, ut
mystice ostendatur ipsam fuisse plenam gratia septiformi Cum
Angelo bis tantummodo est locuta. Cum Elizabeth bis etiam. Cum
Filio etiam bis, semel in templo, secundo in nuptiis. Cum
ministres semel. Et in his ommnibus semper valde parum locuta
est; excepta quod in laude Dei et gratiarum actione se amplius
dilatavit, scilicet, quum ait: Magnificat anima mea Dominum. Ubi
non cum homine, sed cum Deo locuta fuit».
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