di
Padre Francisco
Radecki c.m.r.i.
e
Padre
Dominic Radecki
c.m.r.i.
1
Pensare di poter riassumere in poche pagine la vita
e gli atti di due uomini di Chiesa come Giovanni
XXIII e Paolo VI sarebbe un atto di presunzione.
Lungi dal volersi considerare esaurienti, queste due
brevi biografie, scritte in maniera molto scarna e
seguendo a grandi tappe l'ordine cronologico,
condensano i fatti più eclattanti e controversi che
hanno caratterizzato il loro pontificato. Lo scopo
che si sono prefissati i due Autori, due sacerdoti
(fratelli gemelli) appartenenti alla Congregazione
di Maria Regina Immacolata, sembra sia stato quello
di mettere in luce l'insanabile rottura tra
l'insegnamento di questi due «papi conciliari» e
quello dei loro predecessori. Se così fosse, ossia
se il loro Magistero fosse veramente in contrasto, e
quindi incompatibile, con quello dei Papi
pre-conciliari, i cattolici si troverebbero davanti
ad un atroce dilemma.
Tanto più che Giovanni XXIII è
stato beatificato da
Giovanni Paolo II
(1920-2005) il 3 settembre 2000, mentre Paolo VI è
già Servo di Dio, ossia è stato iniziato il suo
processo di beatificazione. Visto che l'onore degli
altari viene concesso dalla Chiesa non solo a chi
dopo la morte ha operato dei miracoli, ma
soprattutto a chi in vita ha professato
integralmente e difeso strenuamente dall'eresia la
fede cattolica (soprattutto se ciò rientra nei
doveri stretti del proprio ufficio, come nel caso
del Sommo Pontefice), molti si sono chiesti se con
tali beatificazioni si è voluto e si voglia in
qualche modo «canonizzare» il traballante Concilio
Vaticano II e le novità che sono state introdotte a
partire dal 1965 nella dottrina e nella prassi della
Chiesa.
è
curioso che proprio Paolo VI, colui che portò a
termine i lavori del Concilio, il 29 giugno del
1972, nella festa dei Santi Pietro e Paolo,
nell'omelia Resistite fortes in fide, ebbe a
pronunciare queste terribili parole a proposito
dell'epoca postconciliare: «Da qualche fessura
è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio.
C'è il dubbio, l’incertezza, la problematica,
l'inquietudine, l'insoddisfazione, il confronto.
Non ci si fida più della Chiesa [...].
è
entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è
entrato per finestre che invece dovevano essere
aperte alla luce [...]. Anche nella Chiesa
regna questo stato di incertezza. Si credeva che
dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole
per la storia della Chiesa.
è
venuta invece una giornata di nuvole, di
tempesta, di buio, di ricerca,
di incertezza».
Parole pesanti come macigni
che proiettano una nuova luce sui frutti del
Concilio voluto dal «papa buono» per gettare un
ponte verso il mondo. E che la Chiesa di oggi
sia preda di una grave crisi di identità è un fatto
che è sotto gli occhi di tutti (crisi delle
vocazioni, pratica religiosa ridotta ai minimi
termini, ecc...). Dalle finestre aperte da Giovanni
XXIII per far entrare una ventata d'aria fresca, è
entrato il fumo di Satana sotto forma di «aggiornamento»,
affinché la Chiesa potesse essere «al passo con i
tempi». Da quelle finestre incautamente aperte
sono entrate anche tutte le eresie che i Papi
precedenti avevano strenuamente combattuto e
denunciato. Tra queste, emerge l'ombra minacciosa
del modernismo, il collettore di tutte le
eresie, come ebbe a definirla
San Pio X
(1835-1914), l'ultimo Papa canonizzato dalla Chiesa.
Non è un caso che i seguaci di questa perniciosa
dottrina (cui si sospetta avesse aderito anche
Angelo Roncalli) reclamassero a gran voce la
modernizzazione della Chiesa e l'abolizione di
tutte le condanne. E così avvenne. Solo qualche
decennio prima,
Pio XI (1857-1939), con
l'Enciclica Divini Redemptoris (del 19 marzo
1937) aveva condannato il comunismo ateo definendolo
«intrinsecamente perverso».
Di
opinione diversa era Giovanni XXIII che, preferendo
usare la «medicina della misericordia», in
nome del dialogo e di un'utopistica fratellanza tra
i popoli, impedì che il Concilio condannasse
fermamente l'ideologia comunista, mentre milioni di
cristiani morivano di stenti e di fame nei GULag
e nei manicomi sovietici. Ma il Concilio, convocato
e chiuso da questi due uomini per molti versi molto
simili, e teleguidato da una minoranza progressista
(che godeva della benevolenza e dell'appoggio dei
due papi), ha introdotto altri nuovi concetti alieni
alla Tradizione cattolica. Come quello
dell'ecumenismo, che ha fatto tabula rasa della
dottrina bimillenaria della Chiesa secondo cui Gesù
Cristo ha fondato un'unica vera Chiesa, la Chiesa
cattolica, fuori della quale non c'è salvezza.
Al
contrario, il Concilio, sotto la spinta di pressioni
interne, ha fatto propria questa dottrina, già
solennemente condannata da Pio XI nell'Enciclica
Mortalium animos (del 6 gennaio 1928). Niente
più eretici, scismatici e atei, quindi, ma «fratelli
separati» e «non credenti» con cui cooperare per
edificare un irenistico «mondo migliore» senza e al
di là di Gesù Cristo, l'Unico che può dare un senso
alla vita dell'uomo e la vera pace alle nazioni. |
I
GIOVANNI XXIII:
IL «PAPA BUONO»
Il «papa buono»
fu un buon Papa?
Giovanni XXIII è ricordato in modo
speciale per aver «aperto le finestre» della Chiesa e per
i cambiamenti che introdusse durante la prima parte del Concilio
Vaticano II, da lui convocato nel 1962. I risultati di cui oggi
siamo testimoni sembrano indicare che per la vita della Chiesa
tale assise si sia trasformata in un tornado. Diamo
dunque uno sguardo alla vita e alle azioni dell'uomo definito
dal mondo il «papa buono». Una rassegna di certi elementi della
sua biografia mostra lo sviluppo del suo pensiero sia stato
fortemente influenzato da fonti esterne.
Seminarista e prete sospettato di
modernismo
Angelo Giuseppe Roncalli nacque a
Sotto il Monte (Bergamo) il 25 novembre 1881. Negli anni
1892-1895, Roncalli studiò nel Seminario Minore di Bergamo. Dal
1895 al 1900, compì gli altri studi nel Seminario Maggiore della
stessa città. Nel 1901, continuò i suoi studi nel Seminario
dell'Appolinare di Roma. Il 30 novembre 1901, Roncalli prestò
per un anno il servizio militare nell'Esercito come cappellano
militare. Il 13 luglio 1904, egli ricevette un dottorato in
Teologia.
Il 10 agosto dello stesso anno, fu ordinato sacerdote
nella chiesa di Santa Maria in Monte Sacro da Mons.
Appotelli. In seguito, don Roncalli insegnò Storia e
Teologia a Bergamo, e più tardi divenne segretario personale del
Vescovo di quella Diocesi, Mons. Giacomo Radini-Tedeschi
(1857-1914) 2. Nel 1913, don
Roncalli rimase coinvolto nel movimento socialista europeo che
cercava di istigare la gente incitandola ad insorgere contro le
autorità pubbliche. «Nicolò Rezzara, uno dei
parrocchiani di Roncalli, difese il “progresso sociale” e gli
“scioperi civili” come se le due cose andassero perfettamente
d'accordo. Rezzara stese un memorandum in cui delineò i suoi
progetti per “la giustizia, la pace, e la libertà”. Tali
progetti includevano tutte le forme di violenza civile, dirette
principalmente contro i membri della Chiesa cattolica. Alla fine
di questo documento, fra un grande numero di firme - fatto che
desta non poco la nostra preoccupazione - c'era anche quella di
Angelo Roncalli» 3.
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Da
sinistra: Angelo Roncalli giovane sacerdote,
cappellano militare e segretario di Mons.
Radini-Tedeschi, Vescovo di Bergamo. |
Il 1º giugno 1914, don Angelo
Roncalli visitò Roma insieme al rettore del Seminario di
Bergamo. Il Cardinale Gaetano de Lai (1853-1928), che era
il segretario della Sacra Congregazione Concistoriale,
sospettando che Roncalli fosse modernista, iniziò un controllo
approfondito su di lui e sorvegliò le sue attività. L'11
novembre 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale, don
Roncalli era cappellano militare.
Nel 1921, uno degli amici più
vicini a Roncalli in Seminario era Ernesto Buonaiuti
(1881-1946), il quale assistette don Roncalli durante la sua
prima Messa solenne nel 1904. Buonaiuti venne scomunicato prima
nel 1921 e una seconda volta nel 1924. Egli venne dichiarato
vitandus 4 nel 1926. Nel 1924,
venne affidata a don Roncalli una cattedra all'Università del
Laterano, incarico che ricoprì finché non venne sospettato di
modernismo. Dopo di che venne rimosso dall'insegnamento.
Per il
resto dell'anno, don Roncalli svolse compiti di importanza
minore in Vaticano, ma venne sempre tenuto d'occhio. L'etichetta
di modernista attribuita a Roncalli lo accompagnò per il resto
della sua vita. Nel 1958, «subito dopo che era diventato Papa
[...], Roncalli visitò l'ufficio di una certa
Congregazione e chiese di poter vedere il suo dossier personale.
Egli disse che voleva scoprire perché una promozione di routine
gli era stata differita di così tanto tempo. Sfogliando gli
incartamenti riguardanti i primi anni di sacerdozio trovò
accanto al suo nome queste parole schiaccianti: “sospetto di
modernismo”» 5.
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Nicolò Rezzara |
Il
Cardinale de Lai |
Ernesto Buonaiuti |
Vescovo e Nunzio Apostolico
Nel
marzo del 1925, Papa Pio XI nominò Roncalli Arcivescovo titolare
di Aeropolis, nel Peloponneso. Nell'aprile del 1925, Mons.
Roncalli divenne un rappresentante ecclesiastico (senza
status diplomatico) in Bulgaria. Durante la sua prima omelia
a Sofia, egli invitò i cattolici ad accantonare i loro
pregiudizi verso gli ortodossi. Nel novembre del 1934, Mons.
Roncalli fu nominato Vicario Apostolico e Delegato Apostolico in
Turchia e in Grecia. Nel dicembre del 1944, Mons. Roncalli
divenne Nunzio Pontificio in Francia. «Non era facile
penetrare nella mente di Pio XII, o spiegare il motivo per cui
la sua scelta per Parigi cadde su Roncalli. Certamente egli non
agì su raccomandazione del suo team della Segretaria di Stato.
Il dossier di Roncalli inerente il suo periodo di permanenza ad
Istanbul diceva troppo poco per sapere qualcosa di più. Una
delle teorie è che Pio XII, adirato, volle mostrare a de Gaulle
il suo rammarico spedendogli un diplomatico di second'ordine
come Nunzio» 6. Durante il
nunziatura di Roncalli, il movimento dei
preti operai
in Francia crebbe notevolmente. Molti sacerdoti andarono nelle
fabbriche apparentemente a «ricuperare i lavoratori a Cristo».
In realtà, stavano convertendo gli operai al marxismo.
Molti dei sacerdoti avevano finito per essere coinvolti negli
scioperi e nelle proteste mentre tentavano di lottare per i
lavoratori, e non rimaneva loro che poco tempo per offrire la
santa Messa o recitare l'Ufficio Divino. Numerosi preti operai
entrarono a far parte di sindacati controllati dai comunisti, il
che provocò scandalo nei lavoratori che appartenevano ai
sindacati cattolici. Finalmente, la situazione venne chiarita
nel 1954, quando i superiori della Compagnia di Gesù e
dell'Ordine domenicano tolsero i loro sacerdoti dalle fabbriche.
La maggioranza dei preti fece ritorno alla propria parrocchia. I
sacerdoti ribelli lasciarono le fabbriche e si sposarono.
Successivamente, la Santa Sede nominò Mons. Roncalli osservatore
delegato all'UNESCO. Questa organizzazione delle Nazioni
Unite era notoriamente infiltrata dal pensiero comunista e
animata da principî atei. La tolleranza di Mons. Roncalli verso
il comunismo si deve forse all'influenza che esercitò su di lui
tale istituzione?
Cardinale e Patriarca di Venezia
Il 15 gennaio 1953, Mons. Roncalli
venne nominato Patriarca di Venezia e ricevette la berretta
cardinalizia il 29 ottobre 1953. Il 22 aprile 1954, Roncalli
declinò l'invito di firmare una petizione affinché venisse
finalmente stabilita la festa della Regalità di Maria SS.ma,
«perché una
solennità del genere avrebbe potuto pregiudicare la grande
azione intrapresa per rimodernare l'unità della Chiesa
cattolica nel mondo. Quando Gesù stava morendo, disse
a Giovanni: “Ecco tua madre”. Ciò è più che sufficiente sia per
la fede che per la liturgia. Tutto il resto può essere [...]
edificante e commovente per le anime devote e pie; ma per
molte persone lontane, molto lontane, ma ben disposte verso la
Chiesa cattolica, sarebbe soltanto irritante, e, usando una
frase moderna, sarebbe controproduttivo»
7. Il Cardinale Roncalli aveva paura che
la devozione a Maria SS.ma avrebbe potuto interferire con il suo
progetto di matrimonio illegittimo tra il mondo secolare e la
Chiesa cattolica. Il 1º febbraio 1957, ebbe inizio a Venezia il
32º Congresso del Partito Socialista Italiano. Roncalli chiamò i
socialisti «fratelli», li invitò a fargli visita nel suo
palazzo, fece affiggere per la città numerosi manifesti di
benvenuto, e fece di tutto per farli «sentire a casa loro».
Il Patriarca Roncalli visitò cordialmente il sindaco comunista e
il consiglio della città di Venezia e gli fece i suoi più
fervidi auguri. L'8 ottobre 1958, Papa Piò XII morì. Pochissime
persone considerarono Angelo Roncalli come un possibile
candidato al soglio pontificio. «Un giornalista americano che
seguiva l'andamento del Conclave scrisse: "Roncalli [...]
piccolo e rotondo [...] viene considerato un peso leggero
intellettuale rispetto ai candidati più forti»
8. Come Joe Namath era certo che i
suoi New York Jet avrebbero vinto il Super Bowl
contro i Baltimore Colts, così
Roncalli
era sicuro che sarebbe diventato Papa. «Il giorno prima che
iniziasse il Conclave, Roncalli incontrò un noto politico
democristiano, Giulio Andreotti, che più tardi fu
per molte volte eletto Primo Ministro [...]. Egli disse
ad Andreotti che sarebbe stato logico eleggere il Vescovo
Montini, “ma non è possibile superare la tradizione di scegliere
un Cardinale”. Sbalordito, Andreotti riportò: “In seguito, capii
che in quel momento Roncalli era sicuro che sarebbe uscito
Papa dal Conclave» 9. «La
vecchia volpe Roncalli sapeva quello che pensavano e cosa
volevano i Cardinali quando lo scelsero. Più tardi, egli
scrisse: “Quando i Cardinali mi designarono alla responsabilità
suprema del governo della Chiesa, a settantasette anni, molti di
loro erano convinti che sarei stato un papa di transizione”»
10. Durante il Conclave del 1958
c'era stata della confusione. Un'usanza che si era sviluppata
durante il Medioevo, voleva che i fedeli riuniti in Piazza San
Pietro sapessero dell’elezione di un Papa attraverso un segnale
di fumo. Una fumata nera emessa da un camino collegato alla
Cappella Sistina indica che un candidato non è ancora stato
eletto e che le vecchie schede vengono bruciate. Una fumata
bianco indica che un candidato è stato eletto come il nuovo
Papa. Durante il voto, accadde qualcosa di strano. «La
fumata, parzialmente bianca e parzialmente nera, confuse anche
gli annunciatori della Radio Vaticana. Essi dovevano scusarsi
più volte per il loro errore. La colonna di fumo che si alzò dal
camino della Cappella Sistina in un primo tempo fu biancastra,
poi definitivamente bianca, e solamente più tardi totalmente
nera» (vedi foto a lato) 11. Il
28 ottobre 1958, «Roncalli sedette serenamente durante i
lunghi giorni di scrutinio, ma non perse mai la fiducia nella
vittoria. Quando finalmente venne eletto e gli si chiese con che
nome avrebbe regnato, egli rispose estraendo dalla tasca un
discorso ben preparato. Era già pronto»
12. Quando qualcuno gli chiese se avrebbe continuato
la politica del suo predecessore rispose: «Pensi a quello che
Pio XII farebbe e che io farò l'opposto»
13.
Il dialogo con il mondo moderno
«Più di ogni altro Papa, Giovanni XXIII volle il dialogo con il
mondo, al di là del credo» 14.
Wilton Wynn, corrispondente della
rivista Time, scrisse che Roncalli era «fondamentalmente così
tollerante da scatenare una rivoluzione nella Chiesa»
15. Subito
dopo che Giovanni XXIII venne eletto Papa, un massone del 33º
Grado disse ad un cattolico (che ha non voluto rivelare la
propri identità): «Ora tu hai un buon papa». Roncalli prese il
nome Giovanni XXIII. Ci fu un
antipapa che aveva lo stesso nome
e che regnò dal 1410 al 1415. Questi fu deposto perché venne
dimostrato che era un successore illegittimo di San Pietro.
La
gente «gli rimproverava gli intrighi che avevano preceduto la
sua elezione simoniaca, la sua immoralità, le sue espressioni da
miscredente e la sua condotta irreligiosa. Inoltre, la sua
opposizione agli sforzi di riunire un Concilio, e
particolarmente la sua fuga da Constanza (20-21 marzo 1415) che
fu vista come un attacco al Sinodo, lo misero nella posizione di
un eretico e scismatico» 16. «Molti si chiesero perché Angelo
Roncalli scelse di prendere il nome di un uomo così scandaloso»
17. «Comunemente, si pensa che il pontificato di Giovanni XXIII
(1958-1963) sia stato una svolta, se non una rivoluzione, nella
vita della Chiesa» 18.
Robert Blair Kaiser, un corrispondente
del Time, descrisse Giovanni XXIII come «un genio politico, un
tranquillo e astuto rivoluzionario»
19. Il 17 novembre 1958,
Giovanni XXIII annunciò che avrebbe creato ventitre nuovi
Cardinali portando così il numero del Collegio cardinalizio a
settantacinque membri, cinque in più oltre il limite che era
stato posto da Papa Sisto V (1521-1590) nel 1586. Tutti i Papi,
da Sisto V fino a Pio XII, avevano mantenuto questa tradizione.
Tuttavia, settanta non erano un numero intoccabile, ma era
divenuto una tradizione da quasi trecento anni.
La pratica che è
introdotta da Giovanni XXIII e continuata dai papi successivi di
creare un numero sempre più elevato di Cardinali sembra simile a
quella adottata dal presidente americano
Franklin Delano
Roosevelt (1882-1945), che fu accusato di manipolare la Corte
Suprema, nominando un gran numero di amici e colleghi, che
sostenevano la sua politica, assegnando loro posizioni di grande
influenza e potere. Non si tratta forse di gestire il potere
politico come insegnò a suo tempo
Niccolò Machiavelli
(1469-1527)? In queste condizioni, Mons. Montini fu il primo
prelato ad essere creato Cardinale. Egli divenne il successore
di Giovanni XXIII, Paolo VI. C'è di che sorprendersi?
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Wilton Wynn |
Robert Blair Kaiser |
Papa Sisto V |
Roncalli convoca il Concilio
Il 25 gennaio 1959, Roncalli convocò pubblicamente il Concilio
Vaticano II. «La Curia romana chiese a Giovanni XXIII che cosa
si aspettava dal Concilio che aveva indetto. “Il Concilio” -
disse - è come camminare in una stanza e aprire una finestra: mi
aspetto un po' di aria fresca. Dobbiamo scuotere la polvere
imperiale che si è posata sul trono di San Pietro fin da
Costantino”» 20. Egli volle
«una ventata di aria fresca perché
vogliamo uscire dal nostro ghetto senza lanciare pietre ai
comunisti» 21. «Lo scopo finale del Concilio era l'unità; il
metodo era la riforma e il rinnovamento della Chiesa cattolica,
l'adattamento dei suoi metodi, della sua intera vita e della sua
missione nel mondo moderno; un aggiornamento, “crescere
insieme”, come il papa stesso amava definirlo»
22. Giovanni XXIII, che sapeva che avrebbe potuto portare a termine una gran
quantità di cambiamenti graduali, disse una volta: «Chi va
lento, va sano e va lontano» 23. Il guscio del cattolicesimo
rimaneva, ma la sostanza lo stava gradualmente abbandonando.
Invece di attrarre persone nella Chiesa cattolica, i cambiamenti
indussero molte persone ad abbandonarla. La parola «conversione»
divenne ben presto antiquata. «Dialogo», «compromesso» ed
«etiche di situazione» diventarono il nuovo grido di battaglia.
Nell'Enciclica Ad Cathedram Petri, del 25 giugno 1959, egli si
rivolse ai non cattolici come ai «fratelli separati e figli»
24.
Nel dicembre del 1959, durante un secondo Concistoro, Giovanni XXIII nominò otto nuovi Cardinali. Molto di essi avrebbero
esercitato una grande influenza durante il Vaticano II. Padre Augustin Bea
s.j. (1881-1968), cui più tardi venne affidato il
Segretariato per le Relazioni con le Religioni Non Cattoliche,
era uno di loro. «Nell'organizzare il Segretariato per l'Unità
dei Cristiani, sotto la guida del Cardinale Bea, Giovanni XXIII
contribuì moltissimo a liberare la Chiesa cattolica
dall'affermare l'esclusivismo nella verità. Come al solito, egli
dovette combattere in questo campo contro il Cardinale
Alfredo Ottaviani. Poco prima
che il suddetto Segretariato venisse creato, Ottaviani ordinò
che una veglia di preghiera ecumenica organizzata a Roma venisse
soppressa. Papa Giovanni intervenne personalmente e annullò
questa decisione. La veglia di preghiera, a cui erano stati
invitati protestanti e cattolici, ebbe luogo: un atto veramente
rivoluzionario per la Roma di quel tempo» 25.
Nonostante la
Madonna avesse formalmente richiesto che il terzo segreto di
Fatima fosse reso pubblico entro e non oltre il 1960, questo non
avvenne mai. Giovanni XXIII lesse il segreto, lo mise in una
busta sigillata e lo depositò nell'archivio segreto del
Vaticano. Egli disse: «Non concerne il mio pontificato»
26.
L'agenzia stampa portoghese ANI (Agencia Nacional de Informação)
annunciò l'8 febbraio 1960: «Secondo fonti vaticane, il terzo
segreto di Fatima non verrà mai rivelato» 27.
Nel marzo del
1960, Giovanni XXIII creò altri nuovi Cardinali, portando il
Sacro Collegio ad ottantacinque membri, il numero più elevato di
Cardinali in 374 anni. Il 25 luglio 1960, Giovanni XXIII
aggiunse nuove rubriche al Messale e al Breviario.
è lecito
chiedersi che relazione ci sia tra il terzo segreto di Fatima e
i «cambiamenti» apportati nel 1960, visto che la Madonna aveva
chiesto che il segreto fosse rivelato entro quello stesso anno.
Perché Giovanni XXIII e i suoi successori si sono rifiutati di
rendere pubblico il contenuto di questo segreto?
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Giovanni XXIII |
Il
Cardinale Bea |
Il
Cardinale Ottaviani |
Prime mosse dell'ecumenismo
«Il 20 dicembre 1960, Giovanni XXIII ricevette in Vaticano
Geoffrey Fisher, l'arcivescovo anglicano di Canterbury»
28. «Il
Gran Maestro della Loggia Regolare d'Italia Giuliano di Bernardo
ha scritto nel suo libro “La Filosofia della Massoneria”: “Non
solo abbiamo alti esponenti di religioni non cristiane che hanno
aderito alla Massoneria, ma anche anglicani, vescovi ortodossi e
luterani” [...]. Egli citò un arcivescovo di Canterbury, così
come il Patriarca ortodosso Atenagora, “il prelato con cui
Giovanni XXIII inaugurò un periodo di dialogo ecumenico in un
clima di comprensione fraterna”» 29.
Il barone
Yves Marsaudon,
massone della Gran Loggia di Francia, dal 1932 Maestro
Venerabile 33° della Loggia La Republique, nonché membro
dell'Ordine di Malta, fu «una figura-chiave nei contatti tra la
Chiesa e la Massoneria durante il periodo conciliare»
30. Egli
disse: «Solamente la Massoneria può chiarire gli enormi problemi
che sovrastano l'uomo d'oggi e che nonostante l’evidente buona
volontà, né le chiese organizzate, né i partiti politici sono in
grado di risolvere» 31.
Yves Marsaudon divenne amico intimo di
Roncalli quando questi era Nunzio a Parigi. Una volta divenuto
Papa, Giovanni XXIII invitò il massone francese a visitarlo
nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Roncalli creò un
Segretariato Ecumenico che per la prima volta stabilì un
contatto ufficiale tra la Chiesa cattolica e il World Council of
Churches («Consiglio Mondiale delle Chiese»). Nel 1961, cinque
osservatori cattolici vennero ufficialmente inviati a Nuova
Delhi per partecipare alla riunione del World Council of
Churches.
Il 15 maggio 1961, venne pubblicata l'enciclica di
Giovanni XXIII
Mater et Magistra, che di fatto invitava ai
cattolici a votare per i comunisti e i socialisti, e ad entrare
nelle loro file. Nel 1962, il Collegio dei Cardinali crebbe a
ottantasette membri. «Entro il 1962, Giovanni XXIII aveva già
incontrato più leader anglicani e protestanti di ogni papa nella
Storia [...]. Un conservatore lamentò: “Sembra più facile vedere
il papa se sei metodista”» 32.
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Giuliano Di Bernardo |
Yves Marsaudon |
Atenagora |
Nel 1962, il Cardinale Eugène Tisserant (1884-1972) si incontrò segretamente con
Nikodim (1929-1978), Patriarca della Chiesa Ortodossa russa, a Metz, in
Francia, per invitarlo ad assistere al Vaticano II. Il Patriarca
di Leningrado avrebbe partecipato al Concilio solamente a
condizione che quest'ultimo non condannasse ufficialmente il
comunismo.
E infatti, nessun documento conciliare contiene una
sola nota di riprovazione di questa ideologia atea e
anticristiana. Questo accordo venne chiamato il «patto Vaticano-Mosca». Nikodim si recò a Roma nell'ultimo giorno del
Concilio Vaticano II. «Tutti sapevano che Nikodim, membro
notorio del KGB, aveva ottenuto quell'incarico su mandato del
governo sovietico. Nessuna sorpresa dunque quando si apprende
che anche il leader russo era presente a Nuova Delhi allo scopo
di completare le pratiche per l'ammissione del suo patriarcato
nel comunisteggiante Consiglio Mondiale delle Chiese»
33.
Per
contro, ai Cardinali Alojzije Stepinac (1898-1960), di
Iugoslavia, e
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