Il 6 gennaio 2016 è stato
diffuso nel mondo intero, in lingua spagnola con sottotitoli
in varie lingue, tra le quali l'italiano, un
video, detto
«Video del Papa», come «iniziativa globale sostenuta
dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa (Apostolato della
Preghiera) per collaborare alla diffusione delle intenzioni
mensili del Santo Padre sulle sfide dell'umanità».
Il protagonista del video -
ormai a tutti noto - è lo stesso occupante della Sede
Apostolica, Jorge Mario Bergoglio; oltre a lui, quattro
esponenti di varie religioni: una «monaca» buddista, un
rabbino, un sacerdote cattolico, un musulmano, ognuno
rappresentato alla fine del video da un simbolo della
propria religione: un idolo di Buddha, una menoràh,
un Bambinello e un «rosario» musulmano. Al di là delle
diverse religioni e credenze, li accomuna una medesima
professione di fede: «Credo nell'amore».
Da sinistra:
il prete cattolico, la «monaca» buddista, l'islamico e
l'ebreo.
I simboli
delle quattro religioni. Notare che il cristianesimo è
raffigurato dal Bambinello del presepe
e non dal
crocifisso, un simbolo che avrebbe potuto urtare la
«sensibilità» dell'ebreo e del musulmano.
Non si contano i commenti a
queste immagini che diffondono, nel modo più efficace per
l'uomo moderno, l'indifferentismo religioso. Il
messaggio parla da sé, e per chi ancora non lo conoscesse lo
accludiamo al presente comunicato. Ci interessano di più i
commenti, anche critici, alle parole e alle immagini diffuse
da Jorge Mario Bergoglio.
Prima di tutto, riteniamo
gravemente offensivi nei confronti di Nostro Signore Gesù
Cristo, della Sua Chiesa, e della Cattedra di Pietro, i
commenti critici di coloro che, contraddittoriamente,
riconoscono (anche nelle messe che celebrano o alle quali
assistono), nell'autore e promotore del Video in questione,
«Sua Santità Papa Francesco», Vicario di Cristo e Successore
di Pietro, come se Cristo, la Chiesa e la Cattedra di
Pietro, nella persona del Vicario di Cristo, potessero
diffondere e insegnare al mondo intero non la Verità, ma
l'errore, non il Vangelo e la fede cattolica, ma l'incredulità
e l'indifferentismo.
Un monaco
buddista dona a Francesco I un idolo di Buddha.
In secondo luogo, facciamo
notare quali siano, a nostro parere, gli errori più gravi
contenuti nelle parole di Jorge Mario Bergoglio: il
naturalismo e l'agnosticismo. Molti sono stati
scandalizzati dall'immagine finale e riassuntiva del video,
che presenta i simboli delle varie religioni come
equivalenti. Altri, sempre a ragione, dal nuovo «credo»
(«Credo nell'amore») di questa per così dire nuova
religione, nella quale l'amore è svincolato
dalla verità e dalla fede, senza la quale è impossibile
piacere a Dio. Ci sembra che pochi abbiamo posto
l'attenzione sulle seguenti parole di Jorge Mario Bergoglio:
«Molti pensano in modo diverso, sentono in modo
diverso, cercano Dio o trovano Dio in diversi modi.
In questa moltitudine, in questa ampia gamma di
religioni, vi è una sola certezza per noi:
siamo tutti figli di Dio».
In questa frase, la fede
religiosa non appare più come una Rivelazione divina e
sovrannaturale, ma come una ricerca che viene dall'uomo,
e quindi sostanzialmente naturale. Questo naturalismo
(essenza della
Massoneria,
secondo le parole di Padre Florido Giantulli s.j.
(1906-1974), ma ben più antico di essa) è confermato dalle
parole conclusive: «Siamo tutti figli di Dio». La
figliolanza da Dio non viene quindi più dalla Grazia divina
accordata a chi crede in Gesù Cristo («A tutti quelli
però che l'hanno accolto, a quelli che credono nel suo nome,
ha dato il potere di diventare figlioli di Dio: i quali non
da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma
da Dio sono nati»; Gv 1, 12-13) ma dal basso, dal
semplice appartenere all'umanità («tutti» figli di Dio) o
dal cercare Dio ognuno a modo proprio.
Sopra: stampe
massoniche in cui viene esaltata l'uguaglianza di tutte le
religioni predicata dalla sètta.
Che tutti gli uomini siano -
per natura e non per fede divina e rivelata - «figli di
Dio», ecco la «sola certezza». L'«ampia gamma
di religioni» i «diversi modi di pensare» (la
fede divina ridotta a pensiero umano) e di «sentire»
(la fede religiosa ridotta al «sentimento religioso»
protestante e modernista) non hanno alcuna certezza (se non
in ciò che avrebbero di comune, l'«amore»: quale? Di chi? Di
cosa? Non è dato sapere). In questa «ampia gamma di
religioni» è incluso il cristianesimo. La fede cristiana
quindi, anzi qualsiasi fede, inclusa quella cristiana, non
sarebbe, per Jorge Mario Bergoglio, qualcosa di certo.
Che la fede non sia una
certezza, che essa sia sempre legata al dubbio, che questa
idea di fede sia la base indispensabile del dialogo
interreligioso che deve estendersi anche agli agnostici, non
è una idea del solo Jorge Mario Bergoglio, ma è il cuore
stesso del modernismo agnostico come spiegammo nell'articolo
«Assisi 2011: Joseph Ratzinger e l'agnosticismo»1. Come ha scritto
Mons.
Donald J.
Sanborn in un suo articolo intitolato
«Francis is not the Problem» («Francesco
non è il problema»)2, il
problema è il Vaticano II.