V
TEOLOGIA DELL'Islam
Introduzione
- Nota preliminare
Ricordiamo che lo scopo del
presente scritto è semplicemente quello di mettere in
rilievo i punti-chiave dell'islam nel quadro di una sua
conoscenza di tipo elementare. Non è dunque nostra
intenzione compiere uno studio approfondito della teologia
dell'islam, il che tra l’altro, andrebbe al di là dei limiti
assegnati a questo piccolo studio, e della nostra
competenza. Ciononostante, come scriveva il già citato
Joseph Hours, «l'islam è innanzi tutto una religione».
Iniziando quindi questo capitolo, entriamo nel cuore del
problema stesso, sforzandoci di mettere in evidenza con
chiarezza ciò che costituisce l’essenziale della teologia
dell'islam.
- Ricercare la specificità
dell'islam
Un atteggiamento frequente tra
coloro che si avvicinano all'islam, consiste nel ricercare
preferibilmente i punti che esso può avere in comune con le
altre religioni monoteiste, e in particolare con il
cristianesimo. Tale comportamento procede da un'intenzione
certamente lodevole, quella cioè di facilitare un
avvicinamento tra i credenti. Tuttavia, è stato constatato
che i sostenitori di questo metodo di approccio cadono
troppo spesso nella tentazione di edulcorare questo o
quest'altro versetto del Corano, e di sfrondare l'islam
dalle asperità, e in breve, di rendere insipido o di
cancellare tutto ciò che può apparire imbarazzante per lo
scopo «ecumenicamente» 80
ricercato. Più avanti, avremo occasione di illustrare alcuni
esempi di questo modo di ragionare. Quanto a noi, siamo
convinti che quando si tratta di definire un problema o un
soggetto, e di mettere in luce l'originalità che gli è
propria, sia opportuno mettere piuttosto in rilievo ciò in
cui esso si differenzia da un soggetto dello stesso genere.
Questo è il metodo che ci sforzeremo di conservare nelle
pagine a seguire; lungi dal testimoniare una qualsiasi
ostilità verso quegli uomini di cui studiamo i fondamenti
della fede, esso, al contrario, tende innanzi tutto ad usare
dei riguardi verso di essi. Il primo di essi non consiste
forse nello sforzarci di conoscere i punti-chiave
dell'islam, così come vengono appresi e vissuti dai
musulmani - nostri fratelli - e non come vorremmo che essi
fossero?
Il nostro metodo
Come avevamo già detto nelle
prime pagine di questo scritto, ci avvalleremo
essenzialmente di alcuni versetti del Corano stesso, e di
citazioni di autori sicuri. Talvolta, faremo seguire
all'esame di questi punti teologici musulmani un commento
che mira - senza alcuna pretesa - a sottolinearne o ad
illustrarne il carattere proprio, confrontandolo
occasionalmente con quello del cristianesimo. Tali note
saranno intitolate «osservazioni complementari». Chiuderemo
questo capitolo con una tavola comparativa che riassume in
modo semplice e schematico ciò che avremo esaminato più
dettagliatamente in precedenza.
I principali punti del dogma
-
Dio Allah
Secondo don Bertuel 81,
il termine Il o Ilàh, o anche Hailàh,
si ritrova spesso presso gli antichi semiti, e nelle vecchie
iscrizioni aramaiche o fenicie, ed è sempre con un termine
derivato da El o Il che gli ebrei designavano
il loro Dio: El-Ohim (la «Divinità»). Tuttavia,
Kasimirsky annota: «Affermano i commentatori (musulmani):
"Gli idolatri chiamano i loro idoli "dio" (Ilàh), e non
Allah, il Dio Unico"» 82.
Rinviamo qui il lettore all'interessantissima opera di don
Bertuel che, partendo dal passo appena citato, sviluppa la
seguente idea: nel Corano, il termine «Allah» designa
essenzialmente il Dio degli ebrei, del quale possiede tutti
gli attributi: Unico, Creatore, Onnipotente e Dispensatore
di tutti i beni, e che venne ripreso dall'islam. Tali
attributi si ritrovano nella bella Sura I, detta
Fàtiha-el-Kitab («che apre il libro», o la «preliminare»):
1. «Lode ad Allah,
sovrano dei mondi!
2. La misericordia
è la sua eredità.
3. Egli è il re del
giorno del giudizio.
4. T'adoriamo, o
Signore, e imploriamo la tua assistenza.
5. Guidaci nella
via della salvezza,
6. Nella via di
coloro che hai ricolmato di benefici,
7. Di quelli che
non meritarono la tua collera e si sono preservati
dall'errore» (F). |
Kasimirsky nota che bisogna
intendere la parola araba «misericordia» in senso ristretto,
ossia che non abbraccia tutti gli esseri umani senza alcuna
distinzione, ma solamente i buoni, i fedeli, coloro che
meritano la sua grazia, e che la «via della salvezza»
designa unicamente l'islamismo. Commentando la «teodicea
poco complicata» del Corano, Padre Lammens rileva anche che
«Allah è il Creatore, il Sovrano Unico e senza uguali.
Egli ha creato - solamente lui e dal nulla - il mondo in sei
giorni e ha insufflato nell’uomo il suo spirito»
83.
- Osservazioni
complementari
La concezione islamica di
Allah e dei suoi attributi non sembra in opposizione con
quella del Dio del cristianesimo, salvo forse per ciò che
concerne il carattere restrittivo della divina misericordia.
La Trinità
- Il Corano predica un
monoteismo anti-trinitario
É ancora dall'ebraismo che
l'islam ha mutuato questa violenta ostilità verso il dogma
cristiano della SS.ma Trinità.
Sura V (La
tavola)
77. «Infedele è
colui che dice: Allah è il terzo della Trinità:
non vi è che un solo Allah, e questo Allah è unico;
se essi non ritrarranno ciò che affermano,
un doloroso castigo attenderà gli infedeli» 84
(K).
Sura IV (Le femmine)
169. «O voi che
riceveste le Scritture! Non varcate i limiti della
fede 85; non
dite di Allah che la verità. Gesù è il figlio di
Maria, l'inviato dell'Altissimo e il suo Verbo. Egli
l'ha fatto scendere in Maria. Esso è il suo soffio.
Credete in Allah e nei suoi apostoli; non dite
esservi una trinità; egli è uno. Questa credenza
vi riuscirà più utile. Lungi che egli abbia un
figlio, ma governa da solo il cielo e la terra,
e basta a sé stesso» (F). |
Come abbiamo visto, la
predicazione di Maometto era risolutamente diretta contro il
politeismo dei beduini dell'epoca che adoravano una decina
di dèi diversi. Sembra che Maometto abbia inglobato la
Trinità dei cristiani agli dèi del politeismo, accomunandoli
agli idolatri beduini in un'unica e vigorosa riprovazione.
Ecco, in proposito, il parere di Padre Lammens: «Allah
non conosce degli "associati", o delle divinità rivali
simili a quelle che gli associavano i pagani, motivo per cui
il Corano li definì "associatori". Prima dell'égira,
Maometto prese di mira i pagani coreìsciti e i beduini. A
Medina, dopo la rottura con Israele, si accese la polemica
anche con le "genti del Libro", e cioè con gli ebrei e i
cristiani» 86.
I cristiani sono degli «associatori»
I cristiani sono dunque degli
«associatori», e con questo termine sono frequentemente
bersagliati:
Sura LXXII (I geni)
2. «(Il Corano)
contiene una dottrina meravigliosa; essa conduce
alla vera fede. Crediamo in essa e non assoceremo
un eguale ad Allah [...]. Allah non ha
sposa, non ha figliato» (F).
Sura IV (Le
femmine)
51. «Allah non
perdonerà gli idolatri; farà giustizia a chi gli
parrà. Essi solo non hanno nulla da sperare dalla
sua misericordia. Associare un eguale all'Altissimo
è il colmo dell'accecamento» (B). |
L'autore del Corano chiama in
causa anche Abramo, il padre dei credenti:
Sura III (La famiglia
d'amram)
60. «Abramo non era
né giudeo, né cristiano; era ortodosso musulmano e
non associava altri esseri ad Allah» (F). |
«Maometto fu nutrito di
spirito ebraico», affermò il già citato storico ebreo
Bernard Lazare; nulla di sorprendente, dunque, in questa
constatazione: «Maometto fu espressamente ostile alla
Trinità» 87.
- Osservazioni
complementari
Ai versetti che abbiamo appena
letto, è sufficiente affiancare il Prefazio della
SS.ma Trinità, estratto dal Messale Romano: «Signore
santo, Padre onnipotente, Dio eterno, che con l'Unigenito
tuo Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo
Signore, non nell'unità di una sola persona, ma nella
Trinità d'una sostanza. Infatti, quello che, per tua
rivelazione, crediamo della tua gloria, lo stesso, senza
alcuna distinzione, lo crediamo del tuo Figlio e dello
Spirito Santo. Così confermando la vera e sempiterna
Divinità, si adora la proprietà nelle persone, l'unità
nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà, che è lodata
dagli Angeli e dagli Arcangeli...». Prima di inoltrarci
nella succinta analisi della teologia islamica che ci siamo
prefissati di compiere, meditiamo e queste righe e già
percepiremo l'insormontabile abisso che separa l'islam dal
cristianesimo! Dopodiché, quando leggiamo - talvolta dalla
penna di ecclesiastici! - che in fondo... è ben poca cosa
ciò che separa l'islam dal cristianesimo, e che entrambi
adorano lo stesso Dio 88, ci
domandiamo: di quale cristianesimo (o di quale islam) si sta
parlando? Permetteteci, per concludere questo paragrafo con
una nota di attualità, di raccontare un aneddoto vissuto da
uno dei nostri amici. Giovedì 25 maggio 1985, verso le ore
07:00, sul sagrato della chiesa di Notre Dame di
Parigi, migliaia di pellegrini con zaini, bagagli e
stendardi, si apprestavano a compiere una marcia di tre
giorni verso la Cattedrale di Chartres. Uno di essi, dopo
aver scaricato la sua macchina, decise di depositarla in un
parcheggio attiguo, il cui custode era un marocchino di una
cinquantina d'anni. Quest'ultimo, gli chiese che cosa
significasse questo insolito e mattutino viavai che causava
disagio alla circolazione; il nostro amico, che non perde
mai occasione di fare una chiaccheratina con i musulmani,
pensò fosse bene informarlo:
-
Amico: «Si
tratta di cattolici, giovani e vecchi, che cammineranno per
tre giorni fino alla grande chiesa, la loro grande moschea;
cento chilometri a piedi: ti rendi conto»?
-
Marocchino:
«Sai che alla mia età - rispose con orgoglio - ho
percorso in un sol giorno cinquanta chilometri sulle
montagne del Marocco? Ma dimmi: per quale motivo lo fanno»?
Il nostro amico gli spiegò che
essi stavano andando a chiedere alla Madre di Gesù la sua
protezione per le famiglie minacciate, e il suo aiuto per la
rinascita della fede religiosa in Francia. Prima la
stupefazione, poi l'entusiasmo si impadronirono di questo
padre di famiglia musulmano che scoprì esservi ancora dei
francesi ancora attaccati, come lui, a certi valori
tradizionali! Infiammandosi a sua volta, denunciò crudamente
gli stessi mali che non risparmiano neppure le famiglie
musulmane che vivono in Francia: la libera unione, il
rilassamento dei costumi, la perdita di rispetto per gli
anziani, ecc... Al termine di uno scambio divenuto
calorosamente amichevole, al momento di lasciarlo, il
nostro amico promise di pregare Dio, nel corso del
pellegrinaggio, per la famiglia del marocchino che,
ringraziando, replicò immediatamente: «Il tuo Dio è il mio
Dio, ma non ve n'è che uno, amico mio,
uno solo»! Il braccio alzato, l'indice teso, la
fermezza del tono, sottolineavano con forza questa unicità,
indispensabile richiamo compiuto amichevolmente a questo
simpatico cattolico, ma, malgrado tutto, ancora
nell'errore...
Il Padre
- Allah non è Padre
«Allah non è generato e
non ha generato» (Sura CXII, 1). Con questa formula
l'islam impugna contemporaneamente il falso contro la
nozione di un Dio Padre, e più fermamente ancora contro
quella della filiazione di Gesù, aspetto quest'ultimo che
esamineremo più oltre. L'Onnipotente è certamente il
Creatore dell'uomo, ma da lì a stabilire tra Allah e l'uomo
una relazione da Padre a figlio, c'è una soglia che il
musulmano non saprebbe oltrepassare. Il musulmano sta
prosternato con infinito rispetto davanti ad Allah, il
Potente, il Dispensatore di tutti i beni, il Misericordioso,
ma sarebbe un errore intravedere in questo atteggiamento una
nozione di amore filiale che sarebbe completamente fuori
luogo. Allah è infinitamente troppo alto e inaccessibile
perché la sua creatura si possa permettere di vedere in lui
un padre. Ecco come Joseph Hours commenta questo aspetto
dell'islam: «Senza soccorso divino, senza nessun altro
punto d'appoggio permanente che la nozione naturale, l'uomo
si ritrova solo davanti a sé stesso con tutta la sua
fragilità. A malapena, la sua personalità si costruisce. Il
Dio dispotico che regna in Cielo non lo aiuta in
quest'opera, ma piuttosto lo schiaccia» 89.
Ma questo aspetto caratteristico dell'islam può essere
maggiormente compreso tramite un effetto di contrasto con la
seconda Persona della SS.ma Trinità: il Figlio.
Il Figlio
- Il Corano condanna la
fede nell'Incarnazione
Sura XXIII (I fedeli)
92. «Allah non
ha figli; egli non divide il suo impero con un
altro Dio. Se così fosse, ognuno di essi vorrebbe
appropriarsi della sua creazione ed innalzarsi sopra
il suo rivale. Lode all’Altissimo! Lontano da lui
queste bestemmie»! (F). |
Gesù Cristo stesso (in arabo
Ìsà) è chiamato in causa come testimone:
Sura V (La tavola)
76. «Quelli che
dicono che il Messia, figlio di Maria,
è Dio, pronunciano una bestemmia. Non ha
egli stesso detto: "Figli d’Israele, adorate Allah,
mio e vostro Signore"? Chiunque associa altri dèi
ad Allah non entrerà nel giardino delle delizie,
e la sua dimora sarà nel fuoco» (F).
Sura V (La tavola)
116 «Allah chiese a
Gesù, figlio di Maria, se avesse comandato agli
uomini di adorare lui e sua madre come dèi; "Signore
- rispose - avrei loro ordinato un sacrilegio?
Se ne fossi colpevole, non lo saresti tu pure? Tu
conosci ciò che è nel mio cuore, e io ignoro ciò che
vela la tua maestà suprema. La conoscenza dei
misteri non spetta che all'Altissimo"» (F). |
E altrove:
Sura XXXIX (Le
schiere)
6. «Se Allah avesse
voluto avere un figlio, lo avrebbe scelto tra gli
esseri che ha voluto creare. Ma che questa
bestemmia sia lontana dalla sua gloria! Egli è
unico e potente» (K). |
E questa imprecazione dal tono
apocalittico:
Sura XIX (Maria)
92. «Essi (gli
infedeli) dicono che Allah ha un figlio, e
proferiscono così una bestemmia. Poco manca che
i cieli non si schiantino a queste parole, che la
terra non si spacchi e che le montagne spezzate non
crollino»!
93. «Essi attribuiscono un figlio al
misericordioso, e non potrebbe averne»
(F).
Sura IX (La
conversione)
30. «I giudei
dicono che Ozai è figlio di Dio; i cristiani dicono
lo stesso del Messia 90.
Parlano come gli infedeli che li precedettero; il
cielo punirà le loro bestemmie. Chiamano signori
i loro pontefici, i loro monaci e il Messia, figlio
di Maria, ed è loro imposto di servire un solo Dio;
non ce n'è un altro. Anatema a quelli che si
associano al suo culto»! (F). |
|
Manifestanti islamici ripropongono in Occidente gli
slogan della loro religione: «Gesù è lo
schiavo di Allah» (a sinistra), e «Gesù non è
il figlio di Dio. Egli è un profeta dell'islam»
(a destra). |
Si rimane veramente colpiti
per la veemenza con cui si esprime in questi versetti -
osiamo dire astiosamente - il rifiuto del Figlio del Dio
vivente.
- Osservazioni
complementari
L'islam rigetta dunque
l'Incarnazione 91; alla stessa
constatazione è giunto anche Jean Beraud-Villars,
il redattore della nota sotto riportata, che si trova nel
libro Islam d'hier et de toujours: «Infatti, l'islam
si avvicina molto più all'ebraismo che al
cristianesimo. In effetti, chiunque considera Gesù come
un grande profeta o un precursore, respinge con energia sia
l'idea di Incarnazione, che la necessità di un Salvatore»
92. Peccato che a questa
osservazione pertinente, l'autore abbia aggiunto questo
strabiliante commento: «In effetti, la nozione di peccato
originale è estranea ai musulmani che, al contrario,
considerano sacrosanto l'atto generativo». È esatto dire
che l'islam non crede nella dottrina del peccato originale,
o più esattamente, sembra essere dell'opinione che, oltre ad
Adamo, esso non sia stato trasmesso all'umanità. Ma
affermare che il peccato originale sia l'atto generativo
rivela la più completa ignoranza di questo dogma da parte
dell'Autore! Ecco un ennesimo esempio che lascia intravedere
le deficienze che possono intaccare certi studi pubblicati
su questo soggetto. Infine, per ben sottolineare la
specificità dell'islam in queste nozioni di Padre e di
Figlio, è sufficiente confrontare le summenzionate citazioni
del Corano con la professione di fede dei cristiani:
«Credo in un solo
Dio,
Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili ed invisibili.
Credo in un solo Signore Gesù Cristo,
Unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli;
Dio da Dio, Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero, generato, non
creato
della stessa sostanza del Padre...». |
Lo Spirito Santo
- Viene confuso con l'Arcangelo
Gabriele
Nel Corano, il termine rouh
(«spirito-di-Allah», «spirito santo», oppure semplicemente
«spirito») designa sia l'Arcangelo Gabriele, considerato
come l'intermediario autorizzato delle rivelazioni
profetiche 93, sia Cristo,
«il Messia, il Verbo e lo Spirito di Allah»
94, sia lo Spirito di Allah. Ma in
nessun caso, il vocabolo rouh corrisponde nel Corano
allo Spirito Santo in qualità - permetteteci questa
espressione - di Terza Persona della SS.ma Trinità. Il
Corano è dunque muto per ciò che concerne questa Terza
Persona; se ne sconfessa l'esistenza, lo fà implicitamente e
attraverso la negazione degli «associati» vista poc'anzi.
Ecco, dunque, come il Corano liquida la SS.ma Trinità:
niente Padre, niente Figlio, e quanto allo Spirito Santo,
esso è - come vedremo - sia confuso con l'Arcangelo
Gabriele, che del tutto assente.
Gesù Cristo
- Il suo posto nel Corano
Più sopra, abbiamo visto come
il Corano rifiuti la filiazione e la Persona divina di
Cristo. Tuttavia, benché ciò sia essenziale, tutto questo
non è sufficiente per apprezzare in maniera pressoché esatta
l'idea che l'islam si è fatto di Gesù Cristo, della Sua
natura, della Sua missione, e della Sua vita terrena. Nel
Corano, Gesù Cristo occupa un posto molto importante; per
non essere noiosi citando tutti i passi del Corano che
parlano di Cristo, ci limiteremo ad evocarne i più
caratteristici e significativi tra essi.
- La nascita di Gesù Cristo
fu miracolosa
Sura XXI (I profeti)
91. «Canta la
gloria di Maria, che conservò la sua verginità
intatta. Soffiammo su di lei il nostro Spirito; essa
e il proprio figlio formarono la meraviglia
dell'Universo» (F). |
- Gesù Cristo fu istruito
da Allah e sostenuto dal suo Spirito
Sura III (La famiglia
d’amram)
43. «Egli insegnerà
la Scrittura e la Sapienza, il Pentateuco e il
Vangelo. Gesù sarà suo inviato (di Allah) presso i
figli d’Israele» (F).
Sura II (La vacca)
254. «Accordammo a
Gesù, figlio di Maria, il potere dei miracoli: lo
fortificammo con lo Spirito di santità» (F). |
- Gesù Cristo ha compiuto
dei miracoli 95
Sura V (La tavola)
110. «Allah dirà a
Gesù, figlio di Maria: "Ricordati delle grazie che
sparsi sopra te e sopra colei che ti ha generato; ti
ho fortificato nello Spirito di santità, onde tu
istruisca gli uomini dalla tua culla alla tua
vecchiaia [...]. Tu guaristi un cieco nato e
un lebbroso per voler mio; facesti uscire i morti
dai loro sepolcri"» (F). |
«Per voler mio»: in
questo versetto, il Corano accentua la subordinazione di
Gesù ad Allah, e la sua non-divinità.
- Gesù Cristo è salito al
Cielo
Sura III (La famiglia
d'Amram)
48. «Allah disse a
Gesù: "Ti manderò la morte, e ti solleverò fino a
me. Sarai separato dagli infedeli"» (F). |
- Gesù Cristo sarà uno
degli intimi di Allah
Sura III (La famiglia
d'Amram)
40. «L'Angelo disse
a Maria: "Allah ti annuncia il suo Verbo. Egli
chiamerà Gesù il Messia, figlio di Maria, grande in
questo mondo, e nell'altro confidente
dell'Altissimo"» (F). |
- Gesù Cristo sarà un Segno
per tutti gli uomini
Sura XIX
(Maria)
21. «Egli (Gesù)
sarà il nostro segno davanti agli uomini, e la prova
della nostra misericordia...» (K). |
Come si potrà notare, il libro
sacro dei musulmani concede nella creazione un posto
privilegiato a Gesù Cristo. Esistono tuttavia versetti che
ne parlano in tutt'altro tono:
- Gesù non è né Dio,
né il Figlio di Dio
Vedi più sopra i versetti che
lo affermano in maniera categorica 96.
- Gesù Cristo è un profeta:
egli annuncia Maometto
Sura LXI (L'ordine)
6. «Sono l'apostolo
di Allah, ripeteva ai giudei Gesù, il figliolo di
Maria. Vengo a confermare la verità del Pentateuco
che mi precedette e ad annunciarvi la felice
comparsa del profeta che verrà dopo di me. Ahmed è
il suo nome» (F) 97. |
|
Il
regista iraniano
Nader Talebzadeh
ha girato il film The Messiah: Jesus, the Spirit
of God (2008), una pellicola in cui Gesù Cristo
viene ricondotto alle dimensioni coraniche del
profeta precursore di Maometto e non del Figlio di
Dio crocifisso dei Vangeli. Il film è basato sul
Corano e sul vangelo (apocrifo) di Barnaba. |
Blachère aggiunge che
«l'identificazione Ahmed-Maometto si impone con evidenza
alla coscienza musulmana». I musulmani sostengono che il
Vangelo sia stato «manipolato», e che siano state fatte
scomparire le parole di Gesù relative al suddetto passo del
Corano. Tale accusa è stata recentemente riconfermata da un
personaggio musulmano affatto trascurabile
98: «Il Libro dell'Antico e
del Nuovo Testamento, attualmente in circolazione, è
stato falsificato. Esso è stato deliberatamente
modificato e amputato del nome del profeta Maometto, e
di molte altre cose, poiché Gesù nella vera Bibbia disse» 99.
- Osservazioni
complementari
É implicito che tale accusa,
frutto di una grossolana ignoranza, non merita nemmeno la
nostra considerazione. Approfittiamo tuttavia di questa
occasione per ricordare ai cristiani che Gesù Cristo non
dovrebbe essere collocato tra i profeti, che egli supera
infinitamente! Egli non è affatto il «Profeta di Dio» -
titolo irriverente di un capitolo di un noto «catechismo»
100 - ma il Dio dei profeti!
- Gesù Cristo è un semplice
mortale
Sura V (La tavola)
79. «Il Messia,
figlio di Maria, non è che il ministro
dell'Altissimo: altri inviati lo precedettero. Sua
madre era giusta. Vivevano e mangiavano in
comunione» (F). |
«Per farla breve -
annota Kasimirsky - Gesù e Maria non erano che esseri
umani, e che quindi non potevano fare a meno di cibarsi».
Sura V (La
tavola)
19. «Quelli che
dicono che il Cristo, figlio di Maria,
è Dio, sono degli infedeli. Rispondi
loro: "Chi potrebbe fermare il braccio
dell’Onnipotente, se volesse annientare il Messia,
figlio di Maria, sua madre e tutti gli esseri
creati"»? |
- Gesù Cristo è un semplice
mortale; ce lo dice Lui stesso
Sura V (La tavola)
116. «Allah chiese
a Gesù, figlio di Maria, se avesse comandato agli
uomini di adorare lui e sua madre come dèi; "Signore
- rispose - avrei loro ordinato
un sacrilegio? Se
ne fossi colpevole, non lo saresti anche tu? Tu
conosci ciò che c'è nel fondo del mio cuore, e io
ignoro ciò che vela la tua maestà suprema. La
conoscenza dei misteri non spetta che all'Altissimo»
(F). |
- Gesù viene messo allo
stesso livello di Adamo, semplice creatura
Sura III (La famiglia
d'Amram)
52. «Agli occhi
dell’Altissimo, Gesù è un uomo come Adamo. Adamo fu
creato dalla polvere. Allah gli disse: “Sii”, ed
egli fu» (F). |
- Lucifero si rifiutò di
adorare... Adamo!
Sura II (La vacca)
28. «Allah disse
agli Angeli: "Manderò il mio vicario sulla terra".
Risposero gli spiriti celesti: "Manderete un uomo
che si avvolgerà nell'iniquità e spargerà il sangue,
mentre noi celebriamo le vostre lodi e vi
glorifichiamo"? Rispose il Signore: "Io so quello
che voi non sapete"».
29. «Allah insegnò
ad Adamo il nome di tutte le creature, e disse agli
Angeli, ai cui sguardi le espose: "Nominatele, se
siete veraci"»!
30. «"Lodato sia il
tuo nome", risposero i celestiali spiriti. "Non
abbiamo altre conoscenze che quelle che ci vengono
da te. La scienza e la saggezza sono tuoi
attributi"».
31. «Egli disse ad
Adamo: "Nomina loro tutti gli esseri creati"; e
quando li ebbe nominati, il Signore riprese: "Non vi
ho forse detto che conosco i segreti dei cieli e
della terra? Le vostre azioni manifeste e segrete
sono svelate ai miei sguardi"».
32. «Ordinammo agli
Angeli di adorare Adamo, ed essi l'adorarono.
L'orgoglioso Iblìs (o Saytan, ossia «Satana» o
«Lucifero»; N.d.T.) si rifiutò di obbedire e fu
annoverato tra gli infedeli» (F). |
In questo punto, sembra che
l'autore del Corano mescoli e confonda, da una parte due
episodi distinti (Adamo che dà un nome alle creature, e
Lucifero che rifiuta l'Incarnazione 101,
e dall'altra Gesù e Adamo. Volute o meno, queste confusioni
- frequenti nel Corano - manifestano sempre un medesimo
fine: ridurre alla semplice umanità la natura divina di Gesù
Cristo.
Nessun peccato originale trasmesso; inutilità di in
Redentore
L'islam non accetta il dogma
cattolico della trasmissione a tutta l'umanità del peccato
originale, il quale colpì dunque solo Adamo. Il Corano è
quindi in perfetta coerenza con questo rifiuto allorché
afferma:
- Gesù Cristo non è stato
crocifisso (e - implicitamente - non è
risorto)
Sura IV (Le femmine)
156. «Essi (gli
ebrei) dissero: "Abbiamo fatto morire Gesù, il
Messia, figlio di Maria, mandato da Dio". Essi
non l'hanno assolutamente messo a morte,
e non l'hanno crocifisso; un corpo
fantastico ingannò la loro crudeltà. Quelli che
altercano a questo proposito, non hanno che dubbi.
La vera scienza non li rischiara; essi non seguono
che una semplice opinione. (Gli ebrei) non
hanno messo a morte Gesù. Allah lo ha sollevato a
sé, perché egli è potente e saggio» (F). |
- Al suo posto è stato
crocifisso un sosia
Secondo la traduzione di
Blachère, «un sosia fu sostituito ai loro occhi»
(degli ebrei). Ma a parte queste sfumature dovute alle
diverse traduzioni, dal testo in esame non si può che trarre
un’unica conclusione: la crocifissione di Gesù Cristo è
un mito, un'illusione, se non un'impostura.
- Gesù Cristo ritornerà
alla fine dei tempi?
Trattando del mahdì
102 dei sunniti, che si pensa
ritornerà alla fine dei tempi per restaurare ed unificare
l'islam, Padre Lammens rievoca le vaghe tradizioni sunnite
concernenti la Parusia di Gesù Cristo, alla quale il Corano
avrebbe - si pensa - fatto allusione:
Sura XLIII (L'acconciamento)
61. «Gesù sarà il
segnale certo dell'avvicinarsi del giudizio. Badate
a non mettere in dubbio la sua venuta. Seguitemi, è
la via della salvezza» (F).
Sura IV (Le femmine)
157. «Tutti i
giudei e i cristiani credettero in lui prima di
morire. Nel giorno della resurrezione (della
carne) egli sarà testimone contro di essi»
(F). |
Dobbiamo quindi concludere,
come fanno alcuni, che l'islam è in perfetto accordo con il
cristianesimo nel proclamare che «Cristo ritornerà nella
gloria per giudicare i vivi e i morti»? L'estrapolazione
ci pare azzardata, ed è per tale motivo che abbiamo messo un
punto interrogativo al termine del titolo di questo
paragrafo.
- Osservazioni
complementari
In questo capitolo consacrato
alla teologia dell'islam, abbiamo cercato di dare un posto
preponderante alla persona di Nostro Signore Gesù Cristo, e
di mettere in evidenza, più fedelmente possibile, il tono e
il modo in cui l'islam la presenta a milioni di uomini da
oltre tredici secoli. Per concludere, citeremo due autori,
le cui considerazioni ci sembrano riflettere in maniera più
che esatta la posizione che dovrebbe assumere su questo tema
ogni cristiano; la prima è di Padre Lammens:
«Incontestabilmente, la cristologia del Corano accorda a
Gesù - la tradizione ortodossa vi aggiunge le sue relazioni
con l'Anticristo (in arabo "al-Dajjàl"), che egli ucciderà -
malgrado i chiaroscuri forse intenzionali, un posto a parte
tra tutti i profeti. Tuttavia, essa evita con sollecitudine
- ma con poca logica - tutto ciò che lo metterebbe al di
sopra dell'umanità a detrimento del dogma del monoteismo,
così come lo intende il Corano» 103.
Aggiunge Joseph Hours: «Non c'è altra salvezza che quella
che viene da Cristo. Rifiutare Cristo non è cosa da farsi
impunemente, né senza terribili conseguenze.
Conviene quindi soffermarsi, almeno per qualche istante,
onde soppesare tali conseguenze. Essendo Gesù Uomo-Dio, e
possedendo entrambe le due nature, Egli è essenzialmente il
Mediatore. Cristo instaura tra il Creatore e la Sua creatura
delle relazioni che permettono a quest'ultima di intendere
la chiamata del Signore, e di conoscere la sua propria
vocazione all'Amore divino. Sopprimendo qualsiasi
mediazione, l'islam rende Dio inaccessibile all'uomo.
Esso fà di Allah l'arbitro puro ed inconoscibile con il
quale ogni rapporto è impossibile, e più di ogni altro,
l'Amore. Non è dunque affatto per un semplice caso che,
nell'Iraq del secolo XI, Al Halladj fu giustiziato per avere
proclamato il suo amore per Dio; nella logica musulmana,
questo amore non è nient'altro che una bestemmia. Tra l'uomo
e Allah, nessun consorzio è possibile»
104. Ecco infine, estratti dal
medesimo articolo, alcuni brani che ci sembrano decisivi per
chi voglia comprendere la posizione dell'islam di fronte a
Cristo: «L'islam è la religione che, avendo conosciuto
Cristo, ha rifiutato di conoscerlo come Dio. Se è vero, come
dice Henri Rambaud, che la peggiore forma di menzogna è
quella che - almeno apparentemente - contraddice di meno la
verità, la menzogna che consiste nel dire di Cristo tutto il
bene possibile, salvo che è Dio, è la più terribile di
tutte» 105.
Maria SS.ma
Dopo Gesù Cristo, conviene ora
parlare della Vergine Maria sua Madre, tanto più che -
secondo un'opinione corrente - Maria (in arabo Lalla
Myriem), sarebbe oggetto di una venerazione tutta
particolare da parte dei musulmani. Infatti, in più di
un'occasione abbiamo visto - prima del 1962 - alcune donne
musulmane accorse, ad esempio, ad implorare questa o
quest'altra grazia, o la protezione della Vergine nella
chiesa di Nostra Signora d'Africa ad Algeri!
- Il posto di Maria nel
Corano
Nel Corano, la Vergine Maria
viene - come del resto suo Figlio - più volte citata. Esso
presenta un certo numero di dettagli inerenti l'infanzia di
Maria, la sua formazione religiosa, la sua gravidanza, la
nascita e l'infanzia di Gesù, i miracoli che
l'accompagnarono (miracolo della palma, Gesù che parla fin
dalla culla, ecc...), e che invano si cercherebbero sui
Vangeli canonici. In realtà, l'autore del Corano si è
abbondantemente ispirato ai vangeli apocrifi, i quali non
sono riconosciuti dalla Chiesa che, come abbiamo visto, li
rifiuta per varie ragioni. Onde evitare di sovraccaricare il
presente capitolo, il cui oggetto è la teologia del Corano,
ci asterremo dal rievocare questi passi, limitandoci ad
alcune citazioni tra le più caratteristiche.
- La famiglia di Maria
(le due Marie)
Secondo il Corano, Maria
sarebbe stata sia la figlia di Amram (il padre di Mosè e di
Aronne), che quella di un altro Amram, sposo di Anna. Si
tratta di una delle numerose confusioni e oscurità che
popolano questo libro, e che alimentano la perplessità degli
esegeti.
- Maria eletta di Allah
Sura III (La famiglia
d'Amram)
37. «L'Angelo disse
a Maria: "Allah ti ha prescelta e ti ha purificata.
Tu sei stata eletta fra tutte le donne"» (F). |
- L'Annunciazione
Sura III (La famiglia
d'Amram)
40. «L'Angelo disse
a Maria: "Allah ti annuncia il suo verbo. Egli si
chiamerà Gesù il Messia, figlio di Maria, grande in
questo mondo e nell'altro, e confidente
dell'Altissimo"» (F). |
«Confidente»: questo
termine non è gratuito; esso riconduce Cristo alle
dimensioni tollerate dal Corano.
- La concezione di Gesù
Cristo fu virginale
Ciò è affermato a più riprese
dal Corano:
Sura XXI (I profeti)
91. «Canta la
gloria di Maria, che conservò la sua verginità
intatta. Soffiammo su di lei il nostro spirito; essa
ed il proprio figlio formarono la meraviglia
dell'Universo» (F). |
L'episodio della Visitazione
non viene riportato dal Corano, e non si parla di Maria
nemmeno in occasione dell'annuncio della nascita di Giovanni
Battista:
Sura XIX (Maria)
7. «Zaccaria, ti
annunciamo un figlio chiamato Giovanni».
8. «Nessuno prima
di lui portò questo nome».
9. «Signore,
rispose Zaccaria, come mai otterrò questo figlio?
Mia moglie è sterile, e io sono decrepito».
10. «Disse il
Signore: "Così sarà. Questo prodigio non supera il
mio potere; sono io che ti ho creato dal nulla"».
13. «Giovanni lesse
le scritture con indicibile trasporto. Gli demmo la
sapienza fin dalla sua più tenera infanzia» (F). |
- Osservazioni
complementari
Senza alcun dubbio, il Corano
riserva un posto di rilievo a Maria, ne parla e ne tratta
con rispetto, sottolineando la sua purezza, la Sua verginità
e l'attenzione particolare che Allah ha avuto nei suoi
riguardi. Il cristiano non può che rallegrarsi nel trovare
nell'islam un simile atteggiamento che apre la via al
«dialogo» e ad una convergenza con i musulmani almeno su
questo punto. Ma ciò significherebbe mancare di realismo, e
attendersi troppo da questa «base di partenza», poiché ben
presto ci si troverebbe in un vicolo cieco. In effetti, per
quanto benevolenti siano le disposizioni di spirito che
l'islam testimonia nei confronti di Maria, non possiamo
affatto dare per scontato che esse portino al di là delle
frontiere che gli sono state assegnate. L'islam, finché tale
sarà, non acconsentirà mai a riconoscere alla SS.ma Vergine
Maria alcuni dei suoi attributi: Corredentrice, e
soprattutto, Madre di Dio Salvatore, ossia precisamente
quelli che sono i gioielli più preziosi della Sua corona.
Il profetismo nell'islam
- Il profeta è un
trasmettitore, più che un ispirato
«La nozione di profetismo è
pressappoco la stessa espressa nella Bibbia, ma concepita in
modo più brutale e semplicista. Un Angelo - nella
fattispecie l'Angelo Gabriele - parla al profeta e gli
insegna, da parte di Allah, ciò che egli deve dire. Quando
si trova in difficoltà nelle discussione, Maometto chiede
tempo per avere una risposta da Allah. Questa idea del
profetismo è dunque oggettiva ed esterna. Non è certamente
quella di uno spirito divino che penetra l'anima del
profeta, agendo in essa dal di dentro, ed elevandola ad una
scienza sovrumana» 106.
- Il Corano ignora i
principali profeti biblici
«Allah non ha mai cessato
di richiamare gli uomini alla professione del monoteismo
tramite il ministero degli inviati ("rasùl") e dei profeti
("nabì"). Il Corano non ne indica il numero, ma la
tradizione ne conta a migliaia. Ciò che sorprende nella
lista del Corano, è l'assenza dei più eminenti profeti
biblici (Isaia, Geremia, ecc...), e la menzione di profeti
sconosciuti alla letteratura biblica (Sâlih, Shaïb, ecc...).
Le loro leggende, instancabilmente riprese e rimaneggiate,
affollano le Sure» 107.
- Maometto, «suggello»
dei profeti
Scrive Padre Lammens:
«Ininterrotta da Adamo, passando per Noè, per Abramo, per
Lot, per Ismaele, per Mosè, per Giobbe, per Salomone, per
Zaccaria, per Giovanni Battista e... per Gesù Cristo, la
serie termina con Maometto, il "suggello" dei profeti.
Generalmente, questo "apax legomenon" coranico, si traduce
con "l'ultimo dei profeti", nel senso - l'unico ammesso
dall'islam - che dopo di lui non ne verranno più»
108. Padre Lammens immagina
un'altra interpretazione possibile: Maometto,
cronologicamente l'ultimo dei profeti, avrebbe apposto come
un sigillo alla predicazione dei suoi predecessori,
confermandola senza innovarla.
L'islam è la migliore delle
religioni perché è l'ultima
Si tratta di un concetto
familiare all'islam, tanto che, nel 1983, un'eminente
personalità musulmana - se non vado errato, il gran muftì
della moschea di Parigi - nel corso di una trasmissione
radiofonica dedicata ai convertiti all'islam, affermò:
«Senza alcun dubbio, la religione musulmana è la più grande;
voi ricorderete che il profeta Maometto è il sigillo dei
profeti; lungo tutto il corso della Storia sono esistiti, o
esistono, numerosi profeti, alcuni dei quali certamente
falsi, e altri impostori; ad ogni modo, la religione
musulmana è l'ultima in ordine cronologico, e il profeta
Maometto è il sigillo dei profeti. Di conseguenza, questa
religione racchiude tutta l'umanità, tutto ciò che l'umanità
vuole fare, e, come abbiamo già detto, l'islam è l'ultima
religione, e il profeta è il sigillo dei profeti».
Questa ripetizione, questo martellamento sullo stesso
argomento, rappresenta inoltre un tratto tipico
dell'espressione religiosa araba.
Immortalità dell'anima
- L'anima è
immortale, ma il significato arabo attribuito al
termine «anima» è diverso dal nostro
L'immortalità dell'anima fà
parte del dogma islamico; occorre tuttavia porsi questa
domanda: qual'è il significato esatto della parola «anima» (nafs)
per il musulmano? Kasimirsky ci aiuta a scoprirlo: «Nel
testo arabo, le parole "io stesso", o "la mia persona",
corrispondono al vocabolo "nafs", e in questa occasione
facciamo osservare che quando in generale si traduce con
"anima" la parola "nafs", ci si riferisce piuttosto al
significato di "principio vitale", o di sangue, che non a
quello di anima immortale, di spirito di "rouh"» 109.
- Ciò è conforme all'idea
di un paradiso «materiale»
In questo caso, Kasimirski
mette in luce più di una sfumatura inerente la traduzione;
cerchiamo di ricordarci della sua annotazione quando più
avanti affronteremo la visione musulmana del paradiso.
Grazie ad essa, infatti, capiremo in maniera più chiara
questo aspetto puramente materiale del paradiso dell'islam,
aspetto che non manca di sorprendere lo spirito cristiano.
La resurrezione degli uomini
- Gli uomini risorgeranno
Incurabili fatalisti, i
beduini non avevano conservato nessuna precisa nozione di
una vita futura o dell'immortalità dell'anima. L'islam gli
offrì dunque la speranza in una vita ultraterrena: la
Resurrezione e il Giudizio sono evocati almeno in
venticinque Sure, quantunque in forma interrogativa:
Sura XXXII
(L'adorazione)
9. «Dicono gli
increduli: "Quando la terra ricoprirà le nostre
ceneri, saremo rianimati ancora"»? (F) |
In maniera più allusiva:
Sura XIX (Maria)
69. «Lo giuro per
il tuo Dio, raduneremo tutti gli uomini e i demoni;
ne formeremo un recinto nell'inferno, e li
obbligheremo a starsene in ginocchio» (F). |
In modo affermativo:
Sura XXX (I greci)
49. «Fermate i
vostri sguardi sulle orme della sua divina
misericordia. Osservate come fa sbocciare dal seno
della terra sterile i germi della fecondazione; così
chiamerà a nuova vita i morti. La sua potenza non ha
confine» (F). |
Il giudizio
-
Giudizio particolare?
Giudizio universale?
L'islam afferma l'esistenza di
un giudizio particolare e di un giudizio finale? Tutto ciò
non sembra cosa facile da stabilire con chiarezza. «Ma
come rappresentarsi la sorte delle anime durante il periodo
che le separa dal giudizio (finale)? Questo problema ha
fortemente messo in imbarazzo alcuni studiosi musulmani, e
ciò indubbiamente per il fatto che nessuna Sura ne fornisce
una chiara soluzione [...]. Alcuni versetti
suppongono che i morti si siano come addormentati, o come
intorpiditi nella tomba. La tradizione [...] si è
impossessata di questa suggestione e ne ha tratto la sua
teoria del "tormento della tomba", seguito da un giudizio
particolare presieduto sommariamente dagli Angeli Monkir e
Nakîr, Angeli del sepolcro» 110.
Tuttavia, nell'escatologia musulmana, la fine del mondo
annuncerà il giudizio finale: «Alcune catastrofi, e
alcuni singolari fenomeni precederanno ed annunceranno la
fine del mondo [...]. Allora avrà inizio il giudizio
generale, che il Corano chiama con nomi assai diversi:
"l'Ora", "il Giorno del Giudizio", "il giorno della
Resurrezione", ecc... [...]. Tutti gli uomini saranno
soggetti al giudizio finale, in cui la loro sorte eterna
sarà definitivamente stabilita» 111.
Particolare o generale, il giudizio comporterà per l'uomo
una sanzione: l'inferno, il purgatorio o il paradiso.
La retribuzione: purgatorio, inferno o
paradiso
- L'inferno e il
purgatorio: una frontiera non ben definita
Si trattava forse di
terrorizzare i meccani scettici al fine di conquistarli alle
proprie convinzioni? Sia quel che sia, rimane il fatto che
il Corano descrive con molto realismo i tormenti dei
reprobi:
Sura IV (Le femmine)
59. «Coloro che
rifiutano di credere alle verità che annunciamo,
verranno precipitati nelle fiamme. La loro pelle
appena consunta, si rinnoverà, e saranno in balia di
nuovi tormenti. Allah è potente e saggio» (F).
Sura XIV (Abramo)
19. «L'inferno li
ha inghiottiti. L'acqua infetta sarà la loro
bevanda».
20. «Essi
l'ingoieranno goccia per goccia, ed essa stenterà a
passare. La morte si presenterà da tutte le parti, e
tuttavia essi non moriranno. Questo abbeveramento
sarà seguito da orribili tormenti» (F). |
Ma questo inferno è eterno?
Ciò non è certo, poiché Allah, in tutta la sua onnipotenza,
può ritrarne i dannati:
Sura VI (Le greggi)
128. «Risponderà
Allah: "Il fuoco sarà il vostro giaciglio; vi
rimarrete a mio arbitrio". L’Altissimo è dotto e
saggio» (F).
Sura XI (Hod)
108. «Gli
sventurati precipitati nelle fiamme manderanno grida
e sospiri».
109. «Vi rimarranno
così lungamente sino a che i cieli e la terra
sussisteranno; così lungamente come piacerà
all'Onnipotente, poiché egli fà ciò che vuole»
(F). |
Questo inferno, provvisorio
per alcuni, equivale al purgatorio? In questo caso, «i
veri credenti non faranno che attraversare il fuoco»? 112.
Sura XIX (Maria)
71. «Conosceremo
quelli che hanno meritato maggiormente il tormento
delle fiamme».
72. «Ivi saranno
precipitati; è un decreto pronunciato dall’Eterno».
73. «Libereremo
quelli che temettero il Signore, e lasceremo i
colpevoli in ginocchio» (F). |
Notiamo infine che questi
luoghi vengono descritti come materiali, così come lo sono i
tormenti - esclusivamente corporali - inflitti ai reprobi
113.
- Un paradiso materiale
La ricompensa dei credenti
sarà il paradiso, presentato nel Corano in modo molto
immaginario, come un luogo di refrigerio, di delizie, di
pace e d'amicizia tra gli uomini, e di piaceri carnali.
Numerose sono le Sure che contengono tali descrizioni; noi
ci limiteremo a due esempi:
Sura LV (Il
misericordioso)
53. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
54. «Gli ospiti di
questo soggiorno, coricati su letti di seta
frangiati d'oro, godranno a loro piacimento di tutti
questi vantaggi».
55. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
56. «Ivi saranno
giovani vergini dallo sguardo pudico, che
giammai uomo o genio qualsiasi ne ha mai profanato
la bellezza».
57. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
58. «Esse
assomigliano al giacinto e alla perla».
59. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
60. «Il premio
della virtù non dev'essere magnifico»?
61. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
62. «Vicino a
questi luoghi incantevoli si apriranno altri due
giardini».
63. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
64. «Una verzura
eterna formerà il loro abbigliamento».
65. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
66. «Due sorgenti
zampillanti ne saranno l'ornamento».
67. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
68. «Datteri,
melograni e frutti diversi vi saranno raccolti».
69. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
70. «Le hùri di
una bellezza stupenda abbelliranno questo soggiorno».
71. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
72. «Queste
vergini dai begli occhi neri saranno chiuse in
superbi padiglioni».
73. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
74. «Mai nessun
uomo né genio attentò al loro pudore».
75. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
76. «I loro sposi
riposeranno su tappeti verdi e letti magnifici».
77. «Quale dei
benefici di Allah negherete»?
78. «Benedetto il
nome dell'Eterno circondato di gloria e di maestà»!
Sura XXXVII
(Gli ordini)
39. «Ma i veri
servi di Allah»,
40. «avranno un
diverso destino»:
41. «godranno un
nutrimento scelto, frutta squisita».
42. «I giardini
della voluttà saranno il loro asilo».
43. «Pieni ad
esuberanza di mutuo amore, riposeranno sul letto
nuziale».
44. «Si offriranno
loro coppe piene di acqua pura»,
45. «limpida, di un
gusto delizioso».
46. «Essa non
turberà la loro ragione e non li renderà stolti».
47. «Vicino ad essi
vi saranno vergini intatte 114;
i loro grandi occhi neri saranno modestamente
abbassati»;
48. «si volgeranno
gli uni verso le altre e converseranno insieme»
115.
49. «Ospiti del
paradiso, dirà uno di essi: io ero legato come un
incredulo. Credi tu, mi chiese egli, alla
resurrezione»? (F). |
Don Bertuel ha dimostrato come queste descrizioni del
paradiso siano simili a quelle del biblico Cantico dei
Cantici, e come tale paradiso rassomigli all'Eden
del Talmud
che, con i suoi ruscelli, i suoi fiori e le sue miriadi di
alberi diversi, può essere identificato con il Paradiso
terrestre. Tuttavia, sottolinea l'Autore, «la sensualità
dei meccani non si accontentava dei piaceri della tavola e
del fresco riparo fornito dall'ombra; (in questo Eden
talmudico) mancava l'amore, l’amore sotto tutte le sue
forme, le più concrete e le più carnali»
116. E così, prosegue l'Autore,
bisognava adattare il messaggio allo stato d'animo e ai
costumi di questa regione. Ecco, quindi, la promessa di
vergini eternamente tali (e... di «efebi» evocati in altri
versetti!) fatta dal Corano agli eletti. Come ha evidenziato
don Bertuel, queste descrizioni paradisiache mettono a
disagio alcuni coranologi, i quali «ad onta del testo e
del contesto, e a dispetto degli stessi musulmani, non
accordano ad esse che un valore puramente simbolico!
[...]. Che si vada dunque - prosegue l'Autore - a
raccontare ai musulmani di oggi, nei diversi Paesi ove essi
vivono secondo la loro religione e loro leggi, che in
paradiso non ci sarà alcuna donna! Ciò costituirebbe una
vera e propria mazzata per la loro fede». E don Bertuel
cita un articolo apparso sul Time, del 23 novembre
1959, che raccontava gli ultimi momenti di vita di un
condannato a morte in Iran, il quale condotto alla forca da
una macchina della polizia, cantava le «fresche hùri»
che lo attendevano nell'altro mondo. Ma questa visione
puramente materiale del paradiso promesso alle anime degli
eletti musulmani, non è forse in perfetta armonia con la
loro nozione di anima così come l'ha tradotta più sopra il
Kasimirsky?
- Nessuna visione beatifica
in paradiso 117
In paradiso, il musulmano non
potrà contemplare Allah; in proposito, scrive Padre Lammens:
«In nessun punto del Corano si parla con chiarezza della
visione beatifica. Allah rimane "inaccessibile agli occhi
degli uomini"» 118.
Sura VI (Le greggi)
103. «Gli sguardi
(degli uomini) non potranno coglierlo. Egli
coglie tutti gli sguardi: il sagace, l'istruito»
(F). |
Il fatto che il Corano abbondi
di contraddizioni, ha indotto numerosi esegeti, nel
disperato tentativo di salvaguardare un'apparenza di
coerenza di quest'ultimo, a fissare una distinzione tra i
«versetti abroganti» e i «versetti abrogati»
119. Stando così le cose, non ci si
deve stupire se nel Corano compaiono parole che sembrano
contraddire in pieno il versetto testé citato:
Sura LXXV (La
resurrezione)
22. «(In quel
giorno) la fronte dei giusti sarà raggiante di
gloria».
23. «I loro sguardi
saranno rivolti al Signore» (F). |
Alcuni commentatori musulmani
interpretano questo versetto nel senso di una visione
materiale, mentre altri non vi intravedono che una
raffigurazione simbolica: «Allah non conosce limiti: come
potrai tu, con i tuoi occhi di carne che non possono
abbracciare che uno spazio ristretto, vedere l'Illimitato? O
forse tu puoi fissare dei limiti ad Allah»? Ecco dunque
un altro esempio in perfetta coerenza con i concetti
musulmani: se l'anima (nafs) è unicamente l'io fisico
e carnale, e se il paradiso è realmente, come il dice il
Corano, un paesaggio unicamente materiale, allora l'occhio
umano degli eletti non potrà contemplare il suo Creatore.
La predestinazione, dogma
dell'islam ortodosso
A rischio di scoraggiare il
lettore, dobbiamo ancora una volta convenire sul fatto che
le questioni che stiamo esaminando non sono affatto
semplici; in effetti, «Allah ha predestinato la sorte
temporale ed eterna degli uomini. D'altra parte, egli viene
anche rappresentato come se si lasciasse muovere a
compassione dal pentimento e dalle buone opere, "le quali
cancellano quelle cattive". Il Corano contiene dei testi a
favore e dei testi contrari al determinismo, a seconda che
il suo autore si proponga di dimostrare la piena
responsabilità dell'uomo, o voglia insistere
sull'onnipotenza del Creatore» 120.
- Esempi di versetti «in
favore» della predestinazione
Sura XXXVI (I. S.)
6. «La nostra
sentenza, relativa alla maggior parte di essi, è
già stata pronunciata, ma essi non credono»
(K).
Sura XXXV (Gli angeli)
9. «Chi è
abbagliato dall'iniquità crede di essere sul retto
sentiero? Allah sparge a suo piacere l'errore
o la luce. Il tuo cuore non si turbi per essi;
l'Eterno conosce le loro azioni» (F).
Sura XVI (Le api)
38. «Noi abbiamo
inviato degli apostoli ad ogni popolo per dire:
"Adorate Allah ed evitate Thagut"
121. Ci sono alcuni tra
loro che Allah ha guidato, e altri che sono stati
destinati alla perdizione. Percorrete le terra,
e vedete qual'è la fine di coloro che hanno trattato
gli apostoli da menzogneri» (K). |
Talvolta viene tirata in ballo
anche questa argomentazione a sostegno della
predestinazione: «Allah è l'Onnipotente; se dunque si
assegna una parte di libertà all'uomo, si amputa quindi
inevitabilmente l'onnipotenza di Allah».
- Esempi di versetti «contro»
la predestinazione
Sura VI (Le greggi)
35. «Per quanto
doloroso ti riesca il loro odio, scoprirai tu una
strada per scendere in seno alla terra? O una scala
per salire ai cieli, onde svelare ad essi (agli
increduli; N.d.R.) qualche prodigio? Se Allah
volesse, non li chiamerebbe tutti sulla via della
salvezza? Non persistere dunque nel numero degli
ignoranti» (F).
Sura XXXII
(L'adorazione)
13. «Noi possiamo
rischiarare tutti gli uomini; ma bisogna che si
compia questo decreto di Allah: "Riempirò l'inferno
di demoni e di uomini scellerati"» (F). |
Ma questo versetto non
contiene esso stesso una contraddizione? L'uomo è libero, e
tuttavia «riempirò l'inferno di demoni e di uomini
scellerati». Vediamo se un altro traduttore è riuscito a
rendere intelligibile questo passo:
13. «Se avessimo
voluto, avremmo data ad ogni anima la sua direzione,
ma occorre che si realizzi la parola (emanante)
da me: io riempirò certamente la Genna
contemporaneamente di geni e di uomini» (B). |
Eccoci dunque ancora al punto
di partenza. Come si potrà notare, il senso reale di alcuni
passi del libro sacro dei musulmani, non è sempre
immediatamente percettibile, o almeno non lo è per il
non-musulmano. Bernard Carra de Vaux stima che «il Corano
insista molto sulla potenza di Allah, e parli poco della
libertà umana, e per nulla della grazia»; dunque,
«non è affatto giusto sostenere che questa religione sia
teoricamente fatalista», poiché «i versetti del
Corano che danno questa impressione a viva forza, possono
essere interpretati» 122.
«Così - prosegue lo stesso Autore - quando
Maometto proclamava che Allah perde e salva chi vuole,
voleva in realtà mettere in risalto la difficoltà del
peccatore indurito a convertirsi»; sempre secondo Carra
de Vaux, alcuni passi analoghi figurerebbero anche tra i
salmi. «É altrettanto vero - prosegue Carra de Vaux -
che anche ai nostri giorni si può constatare, presso i
popoli musulmani, una certa depressione della volontà. Tali
popolazioni attribuiscono scarsa considerazione al lavoro, e
misconoscono lo sforzo, tranne quello militare. Essi si
abbandonano, senza darsene pena, all'alternarsi della buona
e della cattiva sorte. La stessa parola "islam" significa
infatti "abbandono" o "rassegnazione"». Nondimeno,
questo Autore fà risalire questa disposizione d'animo ai
popoli d'Oriente dell'antichità, in cui essa veniva
rappresentata dal concetto di «destino». Padre Lammens, la
cui scienza coranica si è radicata nel corso di una lunga
esperienza vissuta tra i popoli musulmani, ci fornisce
quella che sembra essere la migliore conclusione di questo
paragrafo: «I testi sfavorevoli al libero arbitrio sono,
se non i più numerosi, sicuramente i più impressionanti, e
sembrano riflettere in modo migliore il pensiero intimo di
Maometto. La tradizione musulmana, su questo punto, non si
inganna; l'ortodossia sunnita si è formalmente pronunciata
in favore di questa interpretazione. Essa considera come un
articolo di fede la predeterminazione assoluta di tutti gli
atti umani. Tutti questi atti sono "creati" - come dicono i
pensatori musulmani - e non si tratta che di un semplice
corollario della potenza di Allah. Solamente i kadariti
123 e i mutaziliti
124 si rifiutano di aderire a
questa conclusione. Per essi, la giustizia di Allah suppone
la libertà della creatura e la sua intera responsabilità
morale, responsabilità che d'altronde è affermata dallo
stesso Corano» 125.
Gli Angeli
- Essi sono considerati
come i messaggeri di Allah
Sura XXXV (Gli angeli)
1. «Gloria ad
Allah, architetto dei cieli e della terra! Gli
Angeli sono i suoi messaggeri. Li ha provvisti di
due, tre, o anche quattro ali» (K). |
Nel Corano, si parla spesso
dell'Arcangelo Gabriele, intermediario ufficiale delle
rivelazioni profetiche:
Sura II (La vacca)
91. «Chi si
dichiara nemico di Gabriele? È lui che, per
concessione di Allah, depose il Corano sul tuo cuore
per confermare i libri santi venuti prima di lui,
onde essere la regola della fede ed inondare di
gioia i fedeli» (F). |
- Essi intercedono per gli
uomini
Sura XL (Il credente)
7. «Gli spiriti che
sostengono il trono sublime e lo circondano,
celebrano le grandezze dell'Eterno, e gli rivolgono
questa preghiera: "Signore, perdona ai credenti"»
(F). |
In alcuni casi, essi sono
inviati per soccorrere i credenti:
Sura VIII (Il bottino)
9. «Quando
imploraste l'aiuto dell'Altissimo, egli rispose: "Vi
manderò l'aiuto dei miei Angeli"» (F). |
- Gli Angeli della morte
(il cui capo è Izràil)
Sura VI (Le greggi)
61. «Allah
signoreggia sopra i suoi servi. Egli vi assegna come
custodi taluni Angeli incaricati di condurre a
termine i vostri giorni nel momento stabilito. Essi
eseguono accuratamente l'ordine del Cielo» (F). |
I demoni
«Satana (Iblìs o Saytan)
figura ovunque come il nemico dell'uomo e il tentatore per
eccellenza. La sua caduta data dal giorno in cui si rifiutò
di prosternarsi con gli Angeli dinanzi ad Adamo. Il suo
castigo all'inferno avrà termine alla fine del mondo. Non è
lui, ma uno spirito - Mâlik - che comanda all'inferno e ai
guardiani di questo luogo di tormenti» 126.
Altri demoni figurano nel Corano.
- Le stelle impediscono ai
demoni di avvicinarsi al Cielo
Sura XXXVII (Gli
ordini)
6. «Abbiamo ornato
il cielo più vicino alla terra con lo splendore
delle stelle».
7. «L'abbiamo
assicurato dai tentativi degli spiriti ribelli. Essi
non udranno più la voce degli Angeli»
127 (F). |
I Geni
Il Corano ha adottato la
credenza nei geni (in arabo ginn):
Sura VI (Le greggi)
100. «Essi
eguagliarono i geni ad Allah, mentre essi non sono
che creature» (K). |
- Essi sono stati creati di
fuoco
Sura XV (Hegr)
27. «Prima di lui
(dell'uomo), abbiamo creato i geni di fuoco puro»
(F). |
- Alcuni di essi hanno
abbracciato l'islam
Sura XLVI (Hacaf)
28. «Ti mandammo
alcuni geni per ascoltare il Corano. Al principio
della lettura, essi si dissero tra loro: "Ascoltiamo
attentamente, e quando essa fu finita, andarono ad
istruire il loro popolo"» 128
(F). |
Raffronto schematico dei punti
più
importanti |
Punti principali |
Cristianesimo |
Islam |
Dio |
Uno in tre
Persone |
Uno solo |
Trinità =
associatori |
Dio è Padre? |
Sì |
No |
Allah non ha
figli |
Gesù è Dio? |
Sì |
No |
É una
bestemmia... |
É Figlio di Dio? |
Sì |
No |
Allah non ha
figli |
É un profeta? |
No, molto di
più |
Sì |
Annuncia
Maometto |
É stato crocifisso? |
Sì |
No |
Era un sosia |
Lo Spirito Santo è Dio? |
Sì |
No |
Confuso con
Gabriele |
Maria è Vergine e Madre? |
Sì |
Sì |
- |
É superiore alla altre donne? |
Sì |
Sì |
- |
É Madre di Dio? |
Sì |
No |
- |
C'è il Paradiso? |
Sì |
Sì |
...ma è
materiale |
C'è la visione beatifica? |
Sì |
No |
Allah è
inconoscibile |
C'è la resurrezione della carne? |
Sì |
Sì |
...ma
i corpi non saranno gloriosi |
L'anima è immortale? |
Sì |
Sì |
...ma il
significato di «anima» è diverso |
Il peccato originale? |
Sì |
Sì |
...ma limitato
ad Adamo |
C'è la predestinazione? |
No |
Sì |
Tutti gli atti
sono «creati» |
C'è l'inferno? |
Sì |
Sì |
Temporaneo,
secondo alcuni |
|
NOTE
80 Bisognerebbe forse ricordare che il
termine «ecumenismo», in senso religioso, non concerne che la
cristianità, quando lo si vede impropriamente e di frequente
usato nel campo delle relazioni tra essa e l'islam (e altre
religioni non-cristiane)?
81 Cfr. J.
Bertuel, op.
cit., vol. I, pagg. 37-39.
82 Cfr. M.
Kasimirsky, Le
Coran, Garnier 1855, pag. 246, nota nº 1.
83 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 63.
84 Il grassetto è nostro; tale
evidenziazione del testo sarà nostra ogniqualvolta la si troverà
mentre verranno citati versetti del Corano.
85 In questo caso, il Corano identifica
i cristiani come coloro che hanno ricevuto le Sacre Scritture.
86 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 63.
87 Cfr.
B. Carra De Vaux,
op. cit., pag. 1140. Aggiunge don Bertuel: «Quanto
alle leggi coraniche e islamiche, esse paragonano semplicemente
i cristiani all'impurità: "Articolo 1. Undici cose sono impure:
l'urina, l'escremento, lo sperma, le ossa, il sangue, il cane,
il maiale, l'uomo e la donna non-musulmani, la Trinità...
Articolo 2. Chi crede nella Trinità è impuro come l'escremento e
l'urina”» (cit. in J.
Bertuel, op. cit., vol. I, pag. 187).
88 Molti cattolici sostengono
ostinatamente questa tesi erronea, credendo che il fatto di
essere monoteisti o di appartenere alla stirpe (carnale) di
Abramo costituisca una garanzia sufficiente per poter affermare
che i cristiani, i musulmani e gli ebrei adorino lo stesso Dio;
in realtà, tale figliolanza comune può essere accettata solo per
via naturale, ovvero come uomini, figli del medesimo Creatore (e
ciò vale non solo per i musulmani o gli ebrei, ma per qualsiasi
essere umano); ma da un punto di vista della grazia
soprannaturale ciò è inammissibile: la Trinità di Dio non è una
specie di optional aggiuntivo alla sua unità, quasi che
Egli prima sia Uno, e successivamente anche Trino; Egli è Uno e
Trino inscindibilmente e essenzialmente, per cui non si può
accettare la sua unicità e rifiutare la sua Trinità come se essa
fosse un accessorio del tutto secondario. Tale incompatibilità
trova conferma anche nelle dichiarazioni del Rettore
dell'Università del Cairo, Ain-Shamns, il Professor Mohammad
Kamel Hussein, personalità di rilievo nel mondo orientale e che
ha partecipato a numerosi congressi ecumenici, il quale afferma
infatti che «la Trinità [...] è il più importante dei
punti di divergenza fra le due religioni. Ogni tentativo di
forzare i testi per un avvicinamento è per me votato
all’insuccesso» (cfr. C.
Gasbarri,
Cattolicesimo e islam oggi, pag. 173). Da parte sua,
Mohammad Hamidullah, intellettuale musulmano vicino al noto
islamista ecumenico cattolico (e guénoniano...) Louis Massignon
(1883-1962), sostiene che «dire ai musulmani essi adorano lo
stesso Dio dei cristiani non è esatto, perché il cristiano è
trinitario e il musulmano non adora come Dio, né Gesù né lo
Spirito Santo, e ancor meno dei simboli concreti come la croce;
non abbiamo il culto dei santi e delle immagini». Si
aggiunga inoltre che la Chiesa cattolica ha sempre inteso la
discendenza in Abramo non come qualcosa di carnale o genetico,
ma come una parentela spirituale, tramite la persona di Cristo,
per cui gli islamici (come gli ebrei) sono figli di Abramo
carnalmente (mediante Ismaele, figlio di Agar), ma non lo sono
spiritualmente, perché rifiutando la divinità di Gesù Cristo,
sono stati diseredati dalle promesse fatte ad Abramo per la su
fede nel Messia che sarebbe venuto.
89 Cfr. J.
Hours, op. cit.,
pag. 20. Aggiunge Basilea Schlink (1904-2001): «Un altro
fatto significativo è che nell'elenco delle caratteristiche di
Allah nella tradizione islamica, ci sono i 99 "nomi di Dio",
però manca l'espressione "amore" [...]. In questo elenco
delle caratteristiche manca anche la parola "padre" [...].
Leggiamo in una Sura (XIX, 33) del Corano: "Tutti coloro che
sono nei cieli e sulla terra si accostano al Misericordioso come
servi al Signore". Nessuno può avvicinarsi ad Allah con l'amore
di un figlio verso suo padre, così come possiamo noi con Dio,
nostro Padre» (cfr. B.
Schlink, Dove
sta la verità? Gesù Cristo o Maometto, Editrice Uomini
Nuovi, Marchirolo 1993, pag. 15).
90 «Per il Corano, Gesù è pure Messia
("nasìh"). Gli esegeti musulmani, tuttavia, gli danno un
significato diverso da quello ebraico-cristiano. Messia, infatti
(come in greco "Christòs", da cui il nostro “Cristo”) non
significa per loro "Unto" o "Consacrato" da Dio come salvatore
del suo popolo, ma semplicemente "uno che tocca", oppure in
senso passivo "uno che è toccato". In questa prospettiva, Gesù è
Messia perché "tocca" i malati e li guarisce, o ancora perché è
"toccato" e arricchito dalla "bàraka" o benedizione divina. Si
noti che in ogni caso l'islam ignora il concetto cristiano di
Gesù Redentore dell'umanità, il che non è poco»! (cfr. D.
Mariano, Gesù e
Maometto, Edizioni Segno, Udine 1992, pag. 19).
91 A proposito del dogma
dell'Incarnazione, il prof. Hamidullah sostiene: «La
concezione islamica della giustizia divina non ammette la
punizione di un innocente come condizione per il perdono dei
peccati colpevoli» (cfr. C.
Gasbarri, op.
cit., pag. 176).
92 Cfr. J.
Beraud-Villars,
Islam d'hier et de toujour («Islam di ieri e di sempre»),
Arthaud, 1969, pag. 21, nota nº 1.
93 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 64.
94 Ibid., pag. 67.
95 A conferma del fatto che Maometto
abbia subito influenze gnostiche ed ereticali, il Corano riporta
un miracolo (compiuto per puro esibizionismo) attribuito a Gesù
dai vangeli apocrifi (mai riconosciuti dalla Chiesa perché di
redazione anonima e tardiva, e perché spesso contenenti vere e
proprie eresie), sommamente diffusi tra gli gnostici, i
nestoriani e i monofisiti: (Sura V, 110) «Tu formasti con il
fango una figura di uccello, e il tuo soffio lo animò per mia
concessione».
96 Secondo Hussein, «l'affermazione
che nel Corano vi è la possibilità di un'interpretazione circa
la divinità di Gesù è inaccettabile da qualsiasi musulmano,
chiunque sia, evoluto o meno, moderno o no».
97 Aggiunge in nota il Fracassi:
«Maometto aveva un doppio nome: Ahmed, e Mohammed. Entrambi
derivano dal verbo "hamad", ossia "egli ha lodato". Il primo è
superlativo e significa "lodatissimo"; l'altro è un participio e
significa "lodato": è il più glorioso che egli assume nel
Corano».
98 «É superfluo ricordare che Gesù,
nei Vangeli, non ha mai detto tali cose. É Maometto che, nel
Corano, le mette in bocca a Gesù. Il passo della Toràh in cui -
sempre secondo il Corano - sarebbe predetta la venuta di
Maometto, e che invece va riferito indiscutibilmente a Gesù, è
il seguente: "(Dio disse a Mosè): “Il Signore tuo Dio susciterà
per te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete
ascolto. [...]. Se qualcuno non ascolterà le parole che
egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto” (Dt XVIII, 15,
18-19). Ad onor del vero passo biblico non può riferirsi
assolutamente a Maometto: infatti, Dio parla all'ebreo Mosè,
dicendogli che susciterà tra i suoi fratelli (gli ebrei) un
Profeta (che perciò stesso, dev'essere ebreo). Maometto, invece,
era arabo!... In realtà, questo Profeta ebreo predetto qui, è
l'ebreo Gesù. San Pietro, infatti, dopo aver guarito nel nome di
Gesù uno storpio (At 3, 10), predica a tutti gli ebrei che il
Profeta predetto da Mosè nel Deuteronomio è Gesù (At 4, 11-21),
nel nome del quale aveva guarito lo storpio. [...] Ma c’è di
più! Gesù stesso dice che la profezia di Mosè si riferisce a Lui
stesso. Dice, infatti, Gesù agli ebrei che non volevano
accettarlo come Messia: "Se credeste infatti a Mosè, credereste
anche a me, perché egli di me ha scritto" (Gv V, 46). Il brano
del Vangelo, poi, in cui - sempre secondo il Corano - sarebbe
predetta da Gesù la venuta di Maometto, è il passo del Vangelo
di Giovanni in cui Gesù promette il Paràclito (o Consolatore),
cioè lo Spirito Santo: "Quando verrà il Paràclito, che io vi
manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre,
egli mi renderà testimonianza" (Gv 15, 26). Vari esegeti
musulmani hanno accusato i cristiani di aver falsificato il
testo greco di questo versetto evangelico, sostituendo il
termine "paràklytos" ("consolatore"), al termine "perìclytos"
("famoso"), cioè in arabo "Ahmed", altro nome di Maometto. è
talmente ingenua questa teoria, che gli esegeti musulmani più
accorti non la sostengono più e dichiarano (senza prova alcuna,
però) che Maometto vi è preannunziato anche senza ricorrere alla
teoria della corruzione del testo evangelico» (cfr. D.
Mariano, op.
cit., pagg. 23-24). Più oltre (pagg. 37-42), lo stesso
Autore, avvalendosi dei papiri e dei codici ritrovati dagli
archeologi che risalgono ai primi secoli dell'era cristiana,
dimostra in modo inconfutabile come i Vangeli attualmente in
circolazione siano assolutamente identici a quelli scritti nel I
secolo, e che quindi non siano mai stati manipolati.
99 Dal Messaggio del Colonnello
Gheddafi ai Capi di Stato del mondo, gennaio 1984.
100 L'Autore si riferisce al discusso
catechismo francese Pierres Vivant («Pietre viventi»).
101 Secondo buona parte della teologia
cattolica, la ribellione di Lucifero e degli altri spiriti
celesti che lo seguirono, avvenne a causa del fatto che Dio
rivelò ad essi che, onde salvare il genere umano e redimerlo, la
Seconda Persona della SS.ma Trinità - il Figlio - si sarebbe
incarnata. Lucifero, il più bello degli Angeli, montò in
superbia e si rifiutò di adorare una creatura di natura
inferiore alla sua: «Non serviam tibi»!, fu il grido
empio di colui che divenne il principe dei demoni.
102 «Tradizioni estranee al Corano
parlano di un personaggio, il "mahdì" ("il ben diretto da
Allah"),
un discendente di Maometto che purificherà l'islam e lo
innalzerà a religione egemone» (cfr. Enciclopedia delle
religioni, pag. 506).
103 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 68.
104 Cfr. J.
Hours, op. cit.,
pag. 19.
105 Ibid., pag. 18.
106 Cfr.
B. Carra De Vaux,
op. cit., pag. 1140.
107 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 66.
108 Ibid.
109 Cfr. M.
Kasimirsky, Le
Coran, Charpentier, 1855, pag. 187, nota nº 1.
110 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 70.
111 Ibid.
112 Ibid., pag. 69.
113 Oltre alla pena dei sensi, la
religione cattolica insegna che il dannato patisce nell'inferno
un altra pena di gran lunga più straziante della prima: la pena
del danno. Essa consiste nel tormento puramente spirituale
dell'anima causato dalla consapevolezza di aver perduto per
tutta l'eternità l'unico vero e sommo Bene per cui essa era
stata creata: Dio. Inoltre essa patisce a causa del rimorso
della colpa che non le dà mai pace, il rimorso di avere perduto
per sempre la visione dell'essenza divina, e tutto questo a
causa del peccato che ha coscientemente commesso.
114 Secondo la tradizione musulmana, le
hùri (le «bianche»), le vergini pronte a saziare ogni
desiderio dei «beati», «saranno cocenti di passione e, dopo
l'unione carnale, la loro verginità verrà restaurata» (cfr.
J. Bertuel, op.
cit., vol. I, pag. 187).
115 Come precisa Kasimirsky, questo
versetto indica che le hùri non porteranno mai i loro
sguardi al di là dei loro sposi.
116 Cfr. J.
Bertuel, op.
cit., vol. I, pag. 185.
117 Secondo la dottrina cattolica, la visione
beatifica consiste nell'«atto di intelligenza con cui gli
eletti conoscono Dio in sé stesso in modo chiaro ed immediato
("Lo vedremo così come Egli è"; 1 Gv 3, 2) La visione beatifica
esclude ogni specie di conoscenza mediata ed analogica di Dio,
come quella che si ha in terra, e consiste in un contatto
diretto dell'intelletto dei beati con l’essenza divina.
Trattandosi di cosa radicalmente irraggiungibile con le sole
forze della natura, essa fa parte dell'ordine soprannaturale,
assolutamente gratuito, e importa un'elevazione proporzionata
dell'intelletto mediante il "lume di gloria"» (cfr.
Dizionario Ecclesiastico, Torinese, pag. 1333, vol. III,
voce «visione beatifica»).
118 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 69.
119 «Il Corano prevede che eventuali
contraddizioni in esso contenute possano venire corrette dai
cosiddetti versetti abroganti, giustificandoli col fatto che
l’onnipotente Allah è libero di cambiare idea (Sura II, 106). Ed
effettivamente - scrive Mircea Eliade - il Corano è
l'unico libro sacro che conosca la libertà di abrogare taluni
passi della rivelazione» (cfr. M.
Eliade, Storia
delle credenze e delle idee religiose, Firenze, 1983, vol.
III, pag. 82). «Esempio famoso è l'abrogazione del versetto
delle tre dèe, dettato da Maometto per accattivarsi i coreìsciti
idolatri, ma poi abrogato: "La tradizione narra che
inizialmente, dopo il versetto 20 della Sura LIII, a proposito
delle tre dée Allat, Al'Uzza e Manat, seguivano questi versetti:
"Esse sono dée sublimi e la loro intercessione è certamente
desiderabile". Ma più tardi Maometto si rese conto che quelle
parole gli erano state ispirate da Satana, e allora le sostituì
con le seguenti: "Veramente non sono altro che nomi che voi ed i
vostri padri avete loro attribuito. Allah non ha concesso loro
alcun potere"» (cfr. M.
Eliade, op.
cit., pag. 82; cit. in J. M.
De La Croix,
op. cit., pagg. 128-129).
120 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 65.
121 Thagut era il nome di una divinità
adorata presso gli arabi.
122 Cfr.
B. Carra De Vaux,
op. cit., pag. 1140.
123 Sètta islamica che proclama la
dottrina secondo cui l'uomo resta libero di fissare il suo
qadar, ovvero il suo destino eterno.
124 Sètta islamica a tendenza
razionalista, che nega, tra le altre cose, anche la visione
beatifica.
125 Cfr. P. H.
Lammens, op.
cit., pag. 65.
126 Ibid., pag. 64.
127 «Prima della nascita di
Maometto, i demoni [...] si slanciavano nelle sfere
celesti, ascoltavano i discorsi di Allah e degli Angeli e li
riferivano ai maghi e agli indovini; ma da allora Allah li
scacciò con dardi di fuoco e non poterono più penetrare i cieli.
Così opinano i dottori musulmani» (cfr. Il Corano,
pag. 329, nota nº 3).
128 Kasimirsky intravede in questo
versetto un episodio della vita di Maometto. Quest'ultimo venne
accolto malamente dagli abitanti di Taif, una città dell'Hegiaz,
ma una legione di ginn di Nisibis, che si trovava in quel
luogo, ascoltò la dottrina del Corano e si convertì all'islam.
Inoltre, secondo la tradizione musulmana, i ginn
avrebbero aiutato re Salomone nella costruzione di una città.
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