di
don
Matthias Gaudron FSSPX 1
Questo
scritto è stato estratto dall'opera
Catéchisme catholique de la crise dans l'Église
(«Catechismo cattolico della crisi nella Chiesa»),
un libro compilato in forma di domanda e risposta
riguardante la crisi terribile che attanaglia la
compagine umana della Chiesa cattolica. Seppure in
modo sintetico, l'Autore fornisce una descrizione
delle cause di questa crisi di fede e traccia
brevemente il profilo di chi ne è responsabile.
|
Attualmente, c'è una crisi nella Chiesa cattolica?
Bisognerebbe turarsi gli occhi
per non vedere che ai nostri giorni la Chiesa cattolica sta
subendo una crisi gravissima. Negli anni '60, all'epoca del
Concilio Vaticano II
(1962-1965), si sperava in una nuova primavera per la
Chiesa, ma è venuto il contrario. Diverse migliaia di preti
hanno abbandonato il loro sacerdozio, mentre migliaia di
religiosi e di religiose sono tornati alla vita secolare.
In
Europa e in Nord America le vocazioni sono diventate rare e
non si possono più contare i seminari, i conventi e le case
religiose che hanno dovuto chiudere i battenti. Molte
parrocchie sono rimaste senza sacerdote e diverse
congregazioni religiose hanno dovuto abbandonare un numero
impressionante di scuole, di ospedali e di case per anziani.
«Da qualche fessura, il fumo di Satana è entrato
nel tempio di Dio»: questo fu il lamento di
Paolo VI
(1897-1978), il 29 giugno 1972 2.
Si sa quanti preti hanno
abbandonato il loro sacerdozio negli anni '60?
Nell'insieme della Chiesa,
tra il 1962 e il 1972, 21.320 preti sono stati
ridotti allo stato laicale. In questo numero non sono
compresi quelli che hanno trascurato di chiedere una
riduzione ufficiale allo stato laicale 3.
Tra il 1967 e il 1974, da 30.000 a 40.000
sacerdoti hanno abbandonato la loro vocazione.
Questi fatti catastrofici possono essere paragonati solo agli
avvenimenti che hanno accompagnato la sedicente «Riforma»
protestante del XVI secolo.
C'è un disastro analogo
anche nelle congregazioni religiose?
All'inizio degli anni
'60, il Québec era la provincia francofona del Canada che
contava, proporzionalmente, più religiose al mondo. Il
Cardinale Joseph Ratzinger racconta, precisando che
questo è solamente un esempio: «Tra il 1961 e il 1981 per
uscite, morti, arresto del reclutamento, le religiose si
sono ridotte da 46.933 a 26.294. Una
caduta, dunque, del 44% e che sembra inarrestabile. Le nuove
vocazioni, infatti, si sono ridotte nello stesso periodo di
ben il 98,5%. Risulta poi che buona parte di quell'1,5%
superstite è costituito non da giovani, ma da "vocazioni
tardive". Tanto che, con una semplice proiezione, tutti i
sociologi concordano in una conclusione cruda ma oggettiva:
"Tra poco (a meno di rovesciamenti di tendenza del tutto
improbabili almeno a viste umane), la vita religiosa
femminile così come l'abbiamo conosciuta non sarà in Canada
che un ricordo"» 4.
Le stesse
suore prima e dopo il Concilio Vaticano II.
La situazione odierna non è
forse migliorata, e non si può considerare che ora la
crisi sia alle nostre spalle?
Negli anni '50, in Francia
c'erano circa un migliaio di ordinazioni sacerdotali
all'anno. A partire dagli anni '90, non ce ne sono più di un
centinaio all'anno. Nella Francia del 1965 c'erano 41.000
sacerdoti diocesani. Nel 2004, ce ne sono state
16.859, e la maggioranza hanno più di sessant'anni.
Il numero dei religiosi nel mondo continua a diminuire
5.
Questa crisi tocca anche i
fedeli?
Nel 1958, il 35% dei francesi
assisteva alla Messa domenicale; oggi, sono meno del 5% a
farlo, e spesso sono anziani. Nel 1950, più del 90% dei
bambini nati in Francia sono stati battezzati; oggi, lo sono
meno del 50%.
Non c'è tuttavia un
aumento, in Francia, dei battesimi di adulti?
Alcune migliaia di battesimi
di adulti non potrebbero compensare un calo di centinaia di
migliaia di battesimi di bambini (tanto più che la
perseveranza dei nuovi battezzati lascia spesso a
desiderare).
Chiesa
semivuota: poche donne, anziani e bambini.
Quello della Francia è un caso a
parte?
Lo stesso disinteresse per la
Chiesa è onnipresente in Europa. Tra il 1970 e il 1993,
1.900.000 tedeschi hanno ufficialmente lasciato la
Chiesa cattolica. L'odio o la rabbia non sono le ragioni più
frequenti di questo abbandono, ma semplicemente l'indifferenza.
Questa Chiesa non ha più nulla da dire agli uomini, e non ha più
importanza nella loro vita.
A questo ritmo, la religione
cattolica rischia di divenire la fede di una piccola
minoranza. La Germania, secondo le parole del teologo
progressista Karl Rahner (1904-1984), corre il
pericolo di diventare una terra pagana con un passato
cristiano e con alcuni rimasugli di cristianesimo.
Il gesuita
tedesco Karl Rahner
Non è forse vero che questa
terribile crisi interessi l'Europa occidentale e il
Nord America, ma abbia risparmiato l'America
Latina, l'Africa e l'Asia, dove,
al contrario, il cattolicesimo sembra
particolarmente dinamico?
Certe cifre potrebbero far
credere che questa crisi sia solamente locale. L'Annuario
Pontificio sottolinea come l'aumento dei seminaristi e delle
ordinazioni sacerdotali nei Paesi del Terzo Mondo compensi
largamente il calo constatato nei Paesi occidentali. In
realtà, la crisi è universale, anche se non si
manifesta allo stesso modo (i Paesi poveri, in cui il
sacerdozio rappresenta una promozione sociale, reclutano
abbastanza facilmente delle vocazioni, ma di quale
qualità?). L'America Latina, ad esempio, che passa per un
bastione del cattolicesimo, sta passando al protestantesimo
più velocemente di quanto non abbia fatto la Germania nel
XVI secolo.
Avete delle cifre per illustrare
questa protestantizzazione dell'America Latina?
Alla vigilia del Vaticano II,
il 94% dei brasiliani erano cattolici. Nel 1980, non erano
più del 89%, l'83% nel 1991, il 74% nel 2000 (e meno del 60%
nelle grandi città come San Paolo e Rio de Janeiro). I
protestanti, che nel 1900 rappresentavano 3% della
popolazione, sono attualmente il 18% e il loro numero non
smette di crescere. A Rio de Janeiro, ogni settimana, vengono edificate
in media cinque chiese pentecostali.
Nel 1993, Padre
Franc Rodé, segretario del Consiglio Pontificio per il
Dialogo con i non credenti (oggi Cardinale), stimava che
la Chiesa perde ogni anno 600.000 fedeli latino-americani.
Altre fonti forniscono stime ancora più gravi: 8.000
cattolici al giorno passerebbero alle sétte protestanti
6. Si considera che nel Cile, a
partire dal 1960, il 20% della popolazione abbia aderito
alle sètte protestanti, e il 30% in Guatemala.
|
A sinistra: il
19 giugno 2009, in occasione del Terzo Incontro Fraterno tra
Evangelici e Cattolici tenutosi a Buonos Aires, il
Cardinale Jorge Mario Bergoglio si è fatto imporre le
mani da pentecostali protestanti e cattolici. A destra: il
28 luglio 2014 Francesco I ha fatto visita a Caserta ad una
comunità pentecostale abbracciando l'amico pastore
Giovanni Traettino. In quell'occasione, Bergoglio ha
archiviato la parola «sètta» e ha chiesto perdono (!?) per
le leggi razziali. |
Questa crisi è una crisi di fede?
In Europa, la fede cristiana
sembra che stia scomparendo. Le verità fondamentali come la
fede in Dio, nella divinità di Gesù Cristo, nel paradiso,
nel purgatorio e nell'inferno sono sempre meno credute. La
cosa più inquietante è che questi articoli di fede sono
negati anche da persone che si dicono cattoliche e
che frequentano regolarmente la chiesa.
Avete dei numeri per illustrare
questa crisi di fede?
Anche se non sono
completamente affidabili, i sondaggi sono rappresentativi
delle grandi tendenze della società. Secondo un recente
sondaggio 7, solamente il 58%
dei francesi crede che l'esistenza di Dio sia certa o
probabile (contro il 61% nel 1994); il 65% (e l'80% di
persone tra i diciotto e i ventiquattro anni) ha affermato
di non credere affatto in un Dio in tre Persone, e il 67% di
non credere all'inferno (contro il 48% nel 1994); il 12% dei
cattolici dice di non credere all'inferno (il 16% ci crede
un po'; il 72% non ci crede affatto); anche tra i cattolici
praticanti regolari le cifre sono catastrofiche: solo il
23% crede fermamente nell'esistenza dell'inferno, mentre il
54% non ci crede affatto; in compenso, il 34% di questi cattolici
praticanti crede fermamente che Maometto sia un profeta, mentre il 28%
non lo crede (il 35% lo crede un po'; gli altri non sanno).
Nel 2006, solo il 7% dei cattolici francesi stimava che la
loro fosse l'unica vera religione 8.
Sottolinea il sociologo Yves Lambert: «Si misura
l'ampiezza del cambiamento se si sa che nel 1952 la metà dei
cattolici pensava che esiste una sola vera religione»
9. Parimenti, nel cantone svizzero
del Vallese, l'81,3% dei cattolici pensa che tutte le
religioni conducano alla salvezza eterna
10.
Quale lezione si può trarre da
queste cifre?
Queste percentuali manifestano
che la crisi è prima di tutto una crisi di fede. Non
solo il numero di coloro che pensano di appartenere alla
Chiesa diminuisce, ma anche la maggioranza di quelli che
sono ufficialmente membri della Chiesa non possiede più la
fede cattolica! Chi nega una sola verità di fede ha
perso tutta la fede, perché questa è un tutt'uno e dev'essere
ricevuta come un tutto. Così, dunque, se il 72% nega di
credere all'inferno, solo un cattolico su tre ha ancora
la fede.
Questa crisi è anche una crisi
morale?
La crisi dei costumi
accompagna la crisi di fede. Mentre San Paolo ricorda ai
cristiani che devono essere «irreprensibili e semplici,
figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa
e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel
mondo» (Fil 2, 15,) si può dire che il genere di
vita dei cristiani attuali non differisce in nulla da quella
dei figli di questo mondo, dei miscredenti. La loro fede
debole e svuotata dalla sua sostanza non ha più la forza di
influenzare la loro vita, e ancor meno di migliorarla.
|
A Rio de
Janeiro nasce la Cristoteca, la discoteca animata da
«zelanti» sacerdoti come Padre Joseph Anthony, alias
DJ Zeton, allo scopo di avvicinare i giovani alla
Chiesa attraverso la musica... |
Quale è il normale legame tra la
fede e la morale?
L'uomo indebolito dal peccato
originale tende ad abbandonarsi alle sue passioni, perdendo
così il dominio di sé. La fede cristiana, al contrario,
gli mostra ciò che Dio si aspetta da lui e che deve condurre
la
sua vita conformemente alla volontà di Dio. L'uomo sa per
mezzo della la
fede ciò che può sperare se osserva i Comandamenti di Dio, ma
anche le pene con cui Dio lo punirà se egli se ne allontana.
La fede e i Sacramenti gli danno la forza di vincere le sue
cattive inclinazioni e di dedicarsi interamente al bene e
all'amore di Dio.
Quali sono le conseguenze morali di una crisi di
fede?
Se la fede sparisce, l'uomo non si
sente più chiamato alla
perfezione morale e alla vita eterna presso Dio. Egli si
abbandona sempre più ai piaceri sregolati di questa vita.
L'attuale crisi dei costumi
colpisce anche i cattolici?
È ciò che sperimentiamo oggi.
Fedeltà, purezza, giustizia,
spirito di sacrificio, ecc..., non sono più, anche tra i
cristiani, valori incontestabili. Un matrimonio su tre
si conclude con un divorzio dopo cinque-dieci anni; è
risaputo che un «nuovo matrimonio» dopo il divorzio è
richiesto sempre più da un gran numero di cattolici. La
rivista Herderkorrespondenz, di marzo del 1984,
rendeva noto
che nel Tirolo cattolico l'84% della popolazione rifiuta l'insegnamento della
Chiesa sulla contraccezione,
e che, tra i diciotto-trent'anni anni, la piena adesione è pressappoco
nulla (l'1,8%). Nel Vallese, l'81,5% dei cattolici stima che le persone divorziate e
«risposate» devono
potersi comunicare 11. In Francia, nel 2003,
un quarto dei cattolici praticanti pensava che, per loro,
«l'idea di
peccato non significa un gran che».
Romano Prodi e
Rosy Bindi, due esempi di cattolici «adulti»
che se ne
infischiano del Magistero della Chiesa.
Oggi, esiste anche una
crisi del clero?
La mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose, così come
le numerose defezioni, manifestano una crisi profonda nel
clero. Molti sacerdoti hanno perso la fede; essi
non sono più in grado di comunicarla o di entusiasmare gli
uomini per essa.
Quale è il legame tra le crisi
di fede e la crisi del clero?
La crisi del clero è la
causa principale della crisi della fede dei fedeli. Se
la fede dei cattolici che assistono regolarmente alla Messa
domenicale è in uno stato così penoso, la causa può venire
solamente da una predicazione difettosa. Se i sacerdoti
insegnassero regolarmente la fede cattolica, la situazione
sarebbe completamente diversa.
Gli uomini non hanno perso la
fede da soli; gli è stata rubata dalla nuova catechesi e
dall'alto del pulpito. Se nella predicazione, per decenni,
le verità di fede sono state messe in discussione,
relativizzate o anche apertamente negate, perché stupirsi se
i semplici fedeli perdono la fede? I più giovani non l'hanno
nemmeno conosciuta.
Potete fornire un esempio di
questo cattivo insegnamento dispensato dal clero?
Oggi, non è raro che un
bambino che fà la sua prima Comunione ignori che Nostro
Signore Gesù Cristo sia veramente, realmente e
sostanzialmente presente nell'Eucarestia; lo ignora perché
il suo stesso parroco non crede più in questo mistero. In
Wie wir Menschen leben, Ein Religionsbuch, un libro di
istruzione religiosa tedesco, si può leggere: «Quando i
cristiani dividono il loro pasto con Gesù, vanno all'altare.
Il sacerdote dà loro un piccolo pezzo di pane. Essi
mangiano il pane» 12.
Questo libro di istruzione religiosa ha ricevuto l'Imprimatur
ed è stato autorizzato dai Vescovi tedeschi!
La situazione non è migliore in
Francia?
Se il 34% dei cattolici
praticanti francesi crede «fermamente» che Maometto sia un
profeta, e il 35% crede che lo sia «un po'» (per un totale
del 69%), si nota che la cifra è molto più bassa presso i
cattolici non praticanti (21% e 22%, per un totale del 43%).
Su questo punto, dunque, i non-praticanti sono più cattolici
dei i praticanti. Ciò avviene a causa dell'insegnamento
dispensato nelle chiese. Infatti, numerosi Vescovi francesi
hanno dato in uso delle chiese ai musulmani, e
Giovanni Paolo II
(1920-2005) ha
baciato il Corano
il 14 maggio 1999.
In tre
occasioni diverse, Benedetto XVI ha ricevuto in dono da
fedeli musulmani una copia del Corano.
La crisi del clero è anche una
crisi morale?
La crisi è innanzi tutto una
crisi di fede, ma un clero la cui fede è così debole non ha
evidentemente più la forza di custodire il celibato
ecclesiastico, perché ciò è possibile solamente a colui che
è animato da una fede viva e da un grande amore per Nostro
Signore Gesù Cristo.
Non è un mistero per nessuno che ai
nostri giorni un gran numero di sacerdoti intrattiene
relazioni peccaminose con una donna, in modo più o meno
pubblico; quando si sente dire che un sacerdote ha
abbandonato il suo posto, egli stesso confessa che non
custodiva più da anni il celibato. A questo riguardo, la
situazione del clero del Terzo Mondo, il cui il numero è in
continuo aumento, non è, ahimé, migliore.
Queste defezioni di sacerdoti
vengono rese note volutamente dai mass media per accelerare
la soppressione del celibato ecclesiastico?
È evidente che il celibato
allontana molti giovani dal sacerdozio; ma anziché
polemizzare su questo argomento, bisognerebbe chiedersi
perché mai un tempo tanti uomini offrivano volentieri questo
sacrificio, mentre oggi non lo fanno più.
In che cosa differisce questa crisi da quelle che la Chiesa
ha subito in passato?
La presente crisi nella Chiesa
si distingue da quelle precedenti principalmente per il
fatto che sono le più alte autorità della Chiesa ad averla
scatenata, ad alimentarla e ad impedire che siano prese
misure efficaci per risolverla.
|
A sinistra,
Padre Raniero Cantalamessa o.f.m.,
predicatore ufficiale della Casa Pontificia dal 1980. A
destra, il 13 ottobre 2012, lo stesso religioso ha riceuto
una «benedizione» dai pentecostali protestanti a Buenos
Aires. |
Ci sono già state altre crisi
molto gravi nella Chiesa?
Ci sono state spesso delle
crisi nella Chiesa. Diversi sacerdoti, Vescovi e persino
alcuni Papi hanno talvolta condotto una vita contraria al
Vangelo. L'immoralità e la mancanza di disciplina del clero
ha spesso danneggiato la Chiesa. In qualche occasione, dei
sacerdoti o dei Vescovi si sono allontanati della vera fede.
Ma mai gli errori e la negazione pubblica delle verità di
fede sono state diffuse come oggi grazie alla tolleranza,
all'approvazione e persino agli atti delle autorità romane e
dell'Episcopato mondiale. Il carattere particolare della
crisi attuale è che essa è favorita dalle più alte istanze
della Chiesa, incluso colui che occupa la Sede petrina.
Questo carattere singolare della
crisi attuale è stato riconosciuto dalle autorità della
Chiesa?
Lo stesso Paolo VI ha
pronunciato nel 1968 una frase assai conosciuta che descrive
una Chiesa in stato di «autodemolizione»: «La
Chiesa si trova in un'ora inquieta di autocritica, si
direbbe di autodemolizione. È come un rivolgimento acuto e
complesso che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. La
Chiesa quasi quasi viene a colpire sé stessa»
13.