di
Atila Sinke
Guimarães 1
Il 10
settembre 2000, il New York Times ha pubblicato un
appello firmato da 172 rappresentanti dell'ebraismo
residenti negli Stati Uniti, in Canada, in Gran Bretagna e
in Israele, definendo questo manifesto una «testimonianza
esemplare di una sincera volontà di dialogo». Questo
sorta di lettera aperta, che è stata accolta con grande
entusiasmo dagli ambienti cattolici statunitensi, vuole fare
il punto della situazione sulle relazioni tra cristiani ed
ebrei. Dopo averne riportato i punti più salienti, l'Autore
rievoca le odiose e mai abrogate
condanne talmudiche dei cristiani e si
chiede: perché mai i cattolici dovrebbero pentirsi per aver
«perseguitato» in passato gli ebrei ed essi non sono tenuti
a fare ammenda pubblica di questi scritti ingiuriosi? |
|
«Le sinagoghe degli
ebrei sono le fonti delle persecuzioni».
-
Tertulliano,
Padre della Chiesa (III secolo). |
l
Premessa a cura del Traduttore
Nella sua Lettera Apostolica
Tertio Millennio Adveniente, del 10 novembre 1994,
scrive
Giovanni Paolo II (1920-2005): «È
giusto pertanto che, mentre il secondo Millennio del
cristianesimo volge al termine, la Chiesa si faccia carico
con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli
nel ricordo di tutte quelle circostanze in cui, nell'arco
della storia, essi si sono allontanati dallo spirito di
Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la
testimonianza di una vita ispirata ai valori della fede, lo
spettacolo di modi di pensare e di agire che erano vere
forme di antitestimonianza e di scandalo [...].
La Porta Santa del Giubileo del 2000 dovrà essere
simbolicamente più grande delle precedenti, perché
l'umanità, giunta a quel traguardo, si lascerà alle spalle
non soltanto un secolo, ma un millennio. È bene che la
Chiesa imbocchi questo passaggio con la chiara coscienza di
ciò che ha vissuto nel corso degli ultimi dieci secoli. Essa
non può varcare la soglia del nuovo millennio senza spingere
i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori,
infedeltà, incoerenze, ritardi [...]. Un altro
capitolo doloroso, sul quale i figli della Chiesa non
possono non tornare con animo aperto al pentimento, è
costituito dall'acquiescenza manifestata, specie in alcuni
secoli, a metodi di intolleranza e persino di violenza
nel servizio alla verità [...]. Molteplici motivi
spesso convergevano nel creare premesse di intolleranza,
alimentando un'atmosfera passionale alla quale solo grandi
spiriti veramente liberi e pieni di Dio riuscivano in
qualche modo a sottrarsi. Ma la considerazione delle
circostanze attenuanti non esonera la Chiesa dal dovere di
rammaricarsi profondamente per le debolezze di tanti suoi
figli, che ne hanno deturpato il volto, impedendole
di riflettere pienamente l'immagine del suo Signore
crocifisso [...]. Per quanto riguarda invece
l'orizzonte della coscienza religiosa, la vigilia del
Duemila sarà una grande occasione, anche alla luce degli
avvenimenti di questi ultimi decenni, per il dialogo
interreligioso, secondo le chiare indicazioni date dal
Concilio Vaticano II nella Dichiarazione
"Nostra Ætate"
sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane.
In tale dialogo dovranno avere un posto preminente gli
ebrei e i musulmani. Voglia Dio che a sigillo di tali
intenzioni si possano realizzare anche incontri comuni in
luoghi significativi per le grandi religioni monoteiste».
Conformemente a queste intenzioni, sei anni dopo, il 12
marzo 2000, Giovanni Paolo II, in occasione della
Giornata del Perdono tenutasi nella Basilica di San
Pietro, durante la Preghiera Universale-Confessione delle
colpe e richiesta di perdono, ha recitato questa prece:
«Preghiamo perché, nel ricordo delle sofferenze patite dal
popolo di Israele nella storia, i cristiani sappiano
riconoscere i peccati commessi da non pochi di loro contro
il popolo dell'alleanza e delle benedizioni, e
così purificare il loro cuore. Dio dei nostri padri, tu hai
scelto Abramo e la sua discendenza perché il tuo Nome fosse
portato alle genti: noi siamo profondamente addolorati per
il comportamento di quanti nel corso della storia hanno
fatto soffrire questi tuoi figli, e chiedendoti perdono
vogliamo impegnarci in un'autentica fraternità con il popolo
dell'alleanza. Per Cristo nostro Signore». Nel corso
della cerimonia, accanto al grande crocifisso detto di San
Marcello, c'era anche un candelabro a sette braccia
che rappresentava le sette «colpe» della
Chiesa, ma fortemente somigliante anche ad una
menoràh, il tipico candelabro ebraico. Seguendo
l'esempio che viene dall'«alto», buona parte della Gerarchia
e molti cattolici di tutto il mondo si sono a loro volta
prostrati e hanno fatto teshuvà e pronunciato in
diverse occasioni il loro mea culpa di fronte ai
parzialmente soddisfatti rappresentati dell'attuale
sinagoga. Ma il lungo «cammino di purificazione» della
Chiesa cattolica non deve conoscere ritardi. A questo scopo,
172 rabbini e studiosi dell’ebraismo negli Stati Uniti, in
Canada, in Gran Bretagna e in Israele hanno scritto una
sorta di «lettera aperta» ai cattolici incoraggiandoli a
proseguire sulla strada del pentimento. Partendo
dall'analisi di questo documento, intitolato
Dabru
Emet, l'Autore mette in luce non solo
l'incompatibilità e la contraddizione tra l'attuale e il
bimillenario insegnamento della Chiesa cattolica a riguardo
dell'ebraismo, ma mostra anche come i seguaci di Caifa e del
Sinedrio, se volessero, avrebbero di che battersi il petto e
chiedere perdono ai cristiani.
l
Un «cordiale» invito
2
Recentemente, una commissione
formata da 172 rabbini e studiosi ebrei ha pubblicato un
documento. Esso è stato riprodotto integralmente dalla
rivista Origins 3. La
dichiarazione degli studiosi ebrei è stata intitolata
Dabru Emet, un'espressione israelitica che significa «direte
la verità». In tale documento, questo gruppo
ebraico assume una nuova posizione di fronte alle frequenti
iniziative interconfessionali da parte dei leader
cattolici. Questa dichiarazione è stata lodata da vari
giornalisti e ha ricevuto elogi da parte di importanti
prelati cattolici, come Mons. William
Keeler, Cardinale di Baltimora, e Mons. Todd
Brown, Vescovo della Contea di Orange, che lo considera
un segno del successo del dialogo interreligioso, perché
afferma che il cosiddetto Olocausto non è stato una
conseguenza inevitabile della Teologia cattolica
4.
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|
Mons. William
Keeler |
Mons. Todd
Brown |
Ma andiamo a vedere da vicino le
parti più importanti della dichiarazione ebraica. Il testo
comincia con questa presentazione: «Nel corso dei quasi
duemila anni di esilio degli ebrei, i cristiani hanno
tendenzialmente considerato l'ebraismo una religione fallita
o, nella migliore delle ipotesi, una religione che ha
preparato la strada al cristianesimo, e in esso trova
compimento [...]. Un
numero sempre crescente di membri ufficiali della Chiesa,
sia cattolica sia protestante, ha espresso pubblicamente il
suo rimorso per il maltrattamento degli ebrei e
dell'ebraismo da parte dei cristiani. In queste affermazioni
si dichiara inoltre che l'insegnamento e la preghiera
cristiani possono e devono essere riformati in modo
da valorizzare l'alleanza eterna di Dio con il popolo di
Israele e da celebrare il contributo dell'ebraismo alla
civilizzazione del mondo e alla stessa fede cristiana
[...]. Crediamo sia tempo che gli ebrei riflettano su ciò
che ora il giudaismo può dire a proposito del cristianesimo.
Come primo passo, proponiamo otto brevi affermazioni su come
ebrei e cristiani possano rapportarsi gli uni agli altri».
Ignorerò gli otto punti per andare dritto al nucleo del
documento. In esso si afferma: «Senza la lunga storia
dell'antisemitismo cristiano e delle violenze
cristiane contro gli ebrei, l'ideologia nazista non
avrebbe attecchito, né avrebbe potuto essere perseguita.
Troppi cristiani parteciparono, o approvarono, le atrocità
naziste contro gli ebrei. Altri non protestarono a
sufficienza contro simili orrori. Ma il nazismo in quanto
tale non fu una conseguenza inevitabile del cristianesimo.
Se lo sterminio degli ebrei fosse stato portato avanti fino
in fondo, il nazismo avrebbe rivolto la sua rabbia omicida
sui cristiani. Siamo grati a quei cristiani che hanno
rischiato o sacrificato le loro vite per salvare gli ebrei
durante il regime nazista. Pensando a loro, incoraggiamo i
teologi cristiani a continuare a rifiutare senza equivoco il
disprezzo del giudaismo e del popolo ebraico. Lodiamo quei
cristiani che non accettano questo disprezzo, e non li
condanniamo per le colpe dei loro antenati». La
dichiarazione termina con una metafora che si vorrebbe
applicare al giudaismo: «Separatamente e assieme,
dobbiamo lavorare per portare la giustizia e la pace al
nostro mondo. In questa impresa siamo guidati dalla visione
dei profeti di Israele: "Alla fine dei giorni, il monte del
tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti e sarà
più alto dei colli; a esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte
del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci
indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi
sentieri"» (Is 2, 2-3).
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Nella foto
sopra, gli estensori materiali di Dabru Emet. Da
sinistra: Peter Ochs, David Novak, Tikva Frymer-Kenski e
Michael Signer. |
Secondo l'interpretazione
ebraica, questa metafora significherebbe che alla fine dei
tempi, la religione ebraica - «il tempio del Signore
eretto sulla cima dei monti» - sarà il centro di tutte
le nazioni e insegnerà loro come trovare e giungere a Dio.
Come indicato sopra, il documento si concentra su un singolo
fatto storico: la persecuzione degli ebrei da parte del
nazismo. Partendo da questo solo fatto, vengono elaborate
interpretazioni piuttosto discutibili. Permettetemi di
indicare alcuni difetti che sembrano invalidare il documento
preso in esame.
l
Differenze tra la razza ebraica e
la religione ebraica
Secondo il mio punto di vista,
quando il documento parla delle relazioni della Chiesa
cattolica con il giudaismo, fà confusione, forse
intenzionale, per cui c'è bisogno di una chiarificazione. La
razza ebraica è una cosa; la religione ebraica è un'altra.
Il cattolico correttamente orientato non è contrario alla
razza ebraica. Questo è ovvio se si considera che Nostro
Signore Gesù Cristo e la Sua Santa Madre erano ebrei; gli
Apostoli e i discepoli erano per la maggior parte ebrei,
così come lo era una buona parte della Chiesa nascente. Ci
sono innumerevoli cattolici di grande valore in tutta la
storia della Chiesa che appartenevano alla razza ebraica.
Per menzionare un esempio di membri di una sola famiglia,
cito la conversione del fratelli Théodor (1802-1884)
e Alphonse Ratisbonne (1814-1884) dal giudaismo alla
fede cattolica nel XIX secolo. Il primo fu il fondatore
della prestigiosa Congregazione di Nostra Signora di Sion.
Il secondo fu in un certo modo il fondatore della devozione
alla Madonna del Miracolo, in una delle più famose chiese di
Roma. Infatti, Alphonse venne convertito da un miracolo
operato nella sua anima nella chiesa di Sant'Andrea delle
Fratte mentre era dinanzi ad un ritratto della Madonna delle
Grazie, intitolato da allora in poi «la Madonna Miracolo».
|
Sopra, a
sinistra: Théodor e Alphonse Ratisbonne. A destra: la
Madonna del Miracolo venerata nella chiesa romana di Sant'Andrea
delle Fratte. |
La religione ebraica, o giudaismo, è un'altra cosa. Essa si
fonda su un gruppo di concetti religiosi, precetti morali,
canoni liturgici e leggi attuali. Se nel caso del buddismo
si tratta di una caratteristica religione indipendente dalla
razza di chi lo pratica, così è anche per il giudaismo.
Accade che c'è una disputa religiosa di vecchia data tra la
Chiesa cattolica e il giudaismo riguardante i principî. Il
giudaismo nega la divinità di nostro Signore Gesù Cristo e
tutte le verità che procedono da questa. Se non si prende in
considerazione la distinzione tra la razza ebraica e la
religione ebraica, la difesa (che è probabile che i
cattolici facciano della loro fede contro le interpretazioni
e gli attacchi dei seguaci del giudaismo) potrebbe essere
erroneamente spiegata come un'aggressione contro la razza
israelitica. Da questa falsa premessa deriva una falsa
conseguenza: ogni attacco contro il giudaismo sarebbe una
promozione del nazismo. Nego perentoriamente questa
posizione erronea. Io sono cattolico e antinazista;
sono contrario agli errori della religione ebraica, e credo
che ogni cattolico dovrebbe dichiararsi tale.
l
Aprendo la porta ad un dialogo
sereno sulle persecuzioni
Se i 172 rabbini e studiosi
che hanno scritto il documento esaminato sono veramente ben
intenzionati, credo che non rifiuteranno di discutere
obiettivamente la loro affermazione secondo cui la Chiesa
avrebbe perseguitato gli ebrei nel corso della Storia. Senza
entrare nel profondo della discussione, presento solamente
alcuni fatti che nessun storico serio negherebbe. Dopo il
deicidio, i seguaci della religione ebraica ispirarono - da
quanto viene riferito - molte persecuzioni di cattolici.
Tertulliano (160-220), forse l'apologista più brillante
della Chiesa (II-III sec.), coniò la frase che è passata
attraverso i secoli senza contraddizione: «Synagogæ
judaeorum, fontes persecutionis» («Le sinagoghe degli
ebrei sono le fonti delle persecuzioni»). Anche gli
errori e le eresie che sono state sparse nella Chiesa sono
state collegate all'azione di agenti della religione
ebraica. Nella Breve del 3 maggio 1569, Papa San Pio V
(1504-1572) affermò: «Sappiamo che la religione di queste
persone assai perverse è sempre stata la causa e il terreno
fertile di quasi tutte le eresie» 5.
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Tertulliano |
Papa San
Pio V |
Si potrebbero scrivere molte cose a riguardo delle
persecuzioni cruente o incruente messe in atto dal giudaismo
contro la santa Chiesa cattolica, ma non è nostra intenzione
affrontare questo tema. È facile constatare che se, da un
lato, c'erano persecuzioni da parte dei cattolici contro chi
aderiva alla religione ebraica, dall'altro c'erano -
certamente con maggiore intensità - persecuzioni degli ebrei
contro i cattolici. Gli eccessi da ambo i lati sono un tema
su cui la discussione è aperta. Ma affermare che questa
lotta religiosa sia la causa dell'ostilità razzista, o che
questa abbia creato un clima favorevole per lo sterminio di
un popolo, equivale ad andare completamente oltre i limiti
del ragionevole. Nell'XI secolo, la Chiesa ispirò le
Crociate in cui molti cattolici europei - la maggioranza dei
quali erano discendenti dei popoli anglo-germanici -
lottarono contro i musulmani - per la maggior parte arabi.
Fu una guerra religiosa e feroce che durò per molti secoli.
Tuttavia, agli arabi non passò mai nemmeno per la testa che
gli europei volessero sterminare la loro razza. Nel XVI
secolo, ci furono le guerre religiose tra cattolici e
protestanti. Nondimeno, i partigiani delle due fazioni non
cercarono mai di identificare la razza dell'altra parte per
annichilirla (ad esempio, gli spagnoli non tentarono di
sterminare i fiamminghi, o i francesi non cercarono di
annientare i tedeschi). Qualsiasi proposizione in questo
senso sarebbe artificiale, non equilibrata, e
falsificherebbe la realtà storica. Questo mi conduce ad
indicare un terzo punto debole nel documento dei 172
studiosi ebraici:
-
Il primo punto debole è la
confusione tra la razza e la religione ebraica;
-
Il secondo punto è la
falsa conseguenza secondo cui lottare contro il
giudaismo equivarrebbe a favorire il nazismo;
-
La terza è un'altra
conseguenza erronea: che qualsiasi ostilità contro gli
errori della religione ebraica - specialmente la
persecuzione - sarebbe un tentativo di sterminare il
popolo ebraico.
l
Falso accostamento della Chiesa cattolica al nazismo
Un'altra grave improprietà è
l'associazione che il documento fà tra la Chiesa cattolica e
il nazismo. Con questo si ripete un sofismo che ha
echeggiato in certi ambienti progressisti che accettano e
promuovono questa stessa falsità con lo scopo di eliminare
il carattere militante della Santa Chiesa. Non c'è
consonanza dottrinale tra il nazismo e la Chiesa cattolica.
Al contrario, il movimento nazista e la sua dottrina furono
condannate nell’Enciclica del 13 marzo 1937 Mit
Brennender Sorge («Con viva ansia») di Pio XI
(1857-1939). Questo Pontefice qualificò il nazismo come un
movimento che favorisce il neo-paganesimo (nº
19), e la sua dottrina come panteista (nº 12). Ciò
era vero nell'ambito di principî, e venne anche applicato
nella battaglia concreta di ogni giorno. I cattolici
tedeschi, sotto il comando dei valorosi Cardinali Clement
August von Galen (1878-1946) e Michael von Faulhaber
(1869-1952), condussero una forte opposizione al regime
nazista condannato da Pio XI. Se molti cattolici tedeschi
parteciparono alla Seconda Guerra Mondiale, questo non
dovrebbe essere attribuito direttamente alla loro adesione
alla dottrina nazista, e tanto meno all'intenzione di
sterminare gli ebrei. Piuttosto, fu una conseguenza del
semplice dovere che ogni cittadino tedesco aveva di servire
il suo Paese durante la guerra. Questo atteggiamento è un
obbligo che rientra nel diritto naturale, anche quando il
governo del Paese sta difendendo una causa ingiusta. La
morale cattolica ha studiato tale questione. Può essere
discusso se l'arruolamento militare potrebbe essere evitato
per ragioni più elevate. Ad esempio, molti cattolici
emigrarono in altri Paesi onde evitare il servizio militare
in Germania. Evidentemente, questo non era possibile per
tutti. In ogni caso, attribuire l'adesione alla dottrina
nazionalsocialista e le sue intenzioni genocide a tutti i
cittadini arruolati nell'Esercito tedesco è, ancora una
volta, forzare la realtà.
|
|
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Papa Pio XI |
Cardinale von Galen |
Card. von Faulhaber |
Il regime nazionalsocialista
praticò la persecuzione razziale contro gli ebrei
indipendentemente dalle loro convinzioni religiose. Questo
non è, e non fu mai, la posizione della Santa Chiesa.
Perciò, i collegamenti tra la Chiesa cattolica e il nazismo
presentati nel documento ebraico sono privi di alcun
fondamento.
l
Le affermazioni del Talmud
Il Talmud è considerato
uno dei più importanti libri della religione ebraica. Esso
esercita una grande influenza sugli ebrei, maggiore persino
dell'influsso della Toràh, l'opera che contiene i
libri principali dell'Antico Testamento. Il Talmud è
il libro che contiene le dottrine, le leggi e i commentari
sul giudaismo, ed è stato compilato dai rabbini più
significativi di tutta la storia ebraica. Alla fine del XIX
secolo, il Prof. August Rohling (1839-1931),
dell'Università di Praga, tradusse il Talmud. In
seguito, egli pubblicò l'importante libro Le juif selon
le Talmud («L’ebreo
secondo il Talmud»), dal quale Mons. Henri
Delassus (1836-1921), nella sua opera La conjuration
antichrétienne («La cospirazione anticristiana»), cita
alcuni passi.
|
Sopra: Mons.
Henri Delassus, Canonico di Notre-Dame, e la sua opera La conjuration
antichrétienne. |
Essi dimostrarono non solo la critica, ma
l'opposizione viscerale del giudaismo verso i popoli
non-ebrei, la Chiesa e i cattolici. Ecco alcuni esempi:
-
«1. Le anime degli
ebrei hanno il diritto di essere parte di Dio stesso.
Le anime degli altri popoli della terra
vengono dal diavolo e sono simili a quelle degli animali
[...].
-
5. Poiché attendono
l'arrivo del Messia, gli ebrei vivono in un stato di
guerra permanente contro gli altri popoli. Quando la
vittoria sarà definitiva, i popoli accetteranno la fede
ebraica, ma sono solamente i cristiani che non vogliono
partecipare a questa grazia. Al contrario, essi saranno
completamente annichiliti perché discendono dal diavolo
[...].
-
8. Solamente gli
ebrei sono uomini; gli altri popoli non sono che
tipi di animali. Il cane vale più dei non-ebrei. I
non-ebrei non solo sono cani, ma asini. Le anime dei
non-ebrei provengono dallo spirito impuro e le anime
d'Israele provengono dallo spirito di Dio.
-
9. I non-ebrei
furono creati solamente per servire gli ebrei giorno e
notte, senza deviare dal loro servizio.
-
10. È proibito
all'ebreo lodare l'insegnamento o la virtù di un
cristiano.
-
11. Non è giusto usare
misericordia verso i nemici [...].
-
14. Gli ebrei possono
essere ipocriti con i non-ebrei [...].
-
16. Dio accordò agli
ebrei ogni potere sui beni e sul sangue dei popoli.
-
17. Un non-ebreo che
ruba ad un ebreo, anche se fosse un mendicante, dev'essere
ucciso. Al contrario, è permesso agli ebrei fare del
male ai non-ebrei. Derubare un pagano
(ovvero, un non-ebreo) è permesso [...].
-
19. È lecito
imbrogliare uno straniero ed esercitare l'usura contro
di lui [...].
-
21. Chiunque ama un
cristiano odia il suo Creatore [...].
-
23. Distruggi il
migliore dei non-ebrei. Togli la vita al più onesto
degli idolatri.
-
24. Se un pagano cade
in una buca, dobbiamo ricoprire la buca con una pietra e
prendere tutte le misure affinché non ne esca. Quando lo
vediamo precipitare in un fiume o in pericolo di morte,
non dobbiamo salvarlo. Maimonide consiglia di ferire a
morte ogni non-ebreo quando questi giace all'interno dei
nostri poderi. Occorre sterminare ogni eretico (ovvero
ogni non-ebreo) con le nostre mani; chiunque versa il
sangue degli empi offre un sacrificio a Dio
[...]. Quelli che negano l'insegnamento d'Israele, e
in particolare i seguaci del Nazareno, dovrebbero essere
uccisi, ed è sempre un'opera buona giustiziarli; se
questo non è possibile, dobbiamo tentare di provocare la
loro morte. Ma chiunque uccide un'anima d'Israele sarà
giudicato come se avesse ucciso il mondo intero»
6.
|
Sopra: due
ragazze israeliane mostrano con orgoglio un manifesto su cui
è scritto: «L'odio verso gli arabi non è
razzismo, ma un valore». |
Occorre notare che
immediatamente dopo avere pubblicato il suo libro - che alzò
un gran polverone a riguardo della rivelazione di questi
precetti estremamente violenti del Talmud - il Prof.
Rohling lanciò una sfida pubblica chiedendo che si
dimostrasse che le sue trascrizioni non erano autentiche. E
anche se molti protestarono, nessuno fu in grado di provare
che questi testi non erano stati riprodotti fedelmente. Non
ho mai sentito che sia stato provato che questi scritti
siano falsi fin dalla pubblicazione del libro di Mons.
Delassus, il quale cita l'opera di Rohling. Secondo tutto
ciò che ho letto su tale questione, questi estratti sono
veri. A causa di questo, i vari Papi hanno condannato il
Talmud, come vedremo meglio negli esempi seguenti:
w
Dopo avere ricevuto un rapporto nel 1239 da Nicolaus
Donin, un ebreo convertito di La Rochelle (Francia), che
conteneva trentacinque articoli contrari alla fede cattolica
estratti dal Talmud, Papa Gregorio IX
(1170-1241) scrisse ai Vescovi occidentali e ai sovrani
ordinando che tutte le copie di questo libro ebraico
venissero confiscate. Egli incaricò Guillaume de Auvergne
(† 1249), Vescovo di Parigi, di avviare un'indagine su
tale questione. Dopo essere stato esaminato nel 1242, il
Talmud venne condannato e ogni copia venne bruciata
pubblicamente a Parigi. Nel 1248, su richiesta degli ebrei,
il Talmud venne sottoposto ad un nuovo esame e venne
definitivamente condannato da Guillaume de Auvergne e dai
dottori in Teologia di Parigi, fra i quali figurava anche
Sant'Alberto Magno (1207-1280)
7. Nell'opera Excerpta talmudica («Estratti
del Talmud»), scritto per giustificare questa condanna, si
legge: «Per un disegno segreto della Provvidenza, gli
errori, le bestemmie e gli oltraggi contenuti nel Talmud
sono sfuggiti agli occhi dei dottori della Chiesa fino a
questo giorno. Finalmente il muro è stato penetrato; è
divenuto chiaro ed è possibile vedere questi rettili, questi
idoli abominevoli che adora la casa d'Israele»
8. Papa Innocenzo IV
(1200-1254) ordinò che il Talmud fosse bruciato
perché ricolmo di errori e di bestemmie
9.
w
Nella Bolla Damnabili perfidia, del 15 luglio 1267,
anche Clemente IV (1200-1268) condannò il Talmud
10
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|
|
Papa
Gregorio IX |
Sant'Alberto
Magno |
Papa
Clemente IV |
w
Nella Bolla Nimis in partibus anglicanis, dell'8
novembre 1285, Onorio IV († 1287) intentò la stessa
causa come i suoi predecessori 11.
w
Anche Giovanni XXII (1245-1334) ripudiò gli errori
del Talmud con la Bolla Dudum felicis
recordationis, del 4 settembre 1320
12.
w
Paolo IV (1476-1559) prese misure severe per
difendere l'integrità della fede e impedire agli ebrei di
dominare i cattolici. Gli ebrei tentarono di corrompere il
Papa offrendogli 40.000 escudos affinché annullasse
la sua Bolla Pontificia Cum nimis absurdum, nella
quale aveva legiferato contro gli ebrei negli Stati
Pontifici 13. Oltre ad altre
misure, questo grande Pontefice ordinò la distruzione del
Talmud 14.
w
Nel 1564, Pio IV (1499-1565) fece inserire il
Talmud nell'Index librorum prohibitorum («Indice
dei libri proibiti») e vietò anche i suoi commentari,
interpretazioni ed esposizioni 15.
w
Nella Bolla Cum hebræorum, del 28 febbraio 1593
16, Clemente VIII (1536-1605)
proscrisse il Talmud e tutte le altre opere scritte
in ebraico che contenevano errori 17.
La proibizione contenuta in questa Bolla venne
inclusa come norma nell'Indice pubblicato il 27 marzo 1596.
w
Il 15 settembre 1751, Benedetto XIV (1675-1758) firmò e
promulgò
un documento che riaffermava le misure cautelative
riguardanti il Talmud prese dai Papi dai tempi di Innocenzo IV
18.
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|
|
Papa Onorio
IV |
Papa Paolo
IV |
Papa
Benedetto XIV |
Come si può vedere, quindi, gli estratti dal Talmud
presentati in questo
scritto confermano il gravissimo orientamento dottrinale
della religione
ebraica, la quale incoraggia la persecuzione dei non-ebrei e
specialmente
dei cattolici. Eccoci di fronte all'opposto di quello che
ora chiedono gli
ebrei. Questo tentativo dei rabbini e degli studiosi ebrei
di incriminare la
Chiesa cattolica non è forse una manovra per distrarre
l'attenzione dalla
loro pessima dottrina e dalle azioni che perpetrarono contro
i cattolici
nel corso della Storia? Non si tratta di una domanda che può
essere
accantonata senza la considerazione dovuta.
l
Un invito ai rabbini e agli studiosi ebrei
All'inizio di questo scritto, ho citato alcuni estratti del
recente
documento dei 172 rabbini e studiosi ebrei. In chiusura,
presento
un'altra delle sue affermazioni: «Ebrei e cristiani
accettano i principî morali
della Toràh. Il centro dei principî morali della Toràh è
l'inalienabile santità e dignità
di ogni essere umano. Tutti siamo stati creati a immagine di
Dio. La condivisione di
questa sottolineatura morale può essere la base di un
miglioramento nei rapporti tra
le nostre comunità. Essa può anche costituire una potente
testimonianza per
tutta l'umanità, che migliori la vita dei nostri fratelli e
si levi contro
l'immoralità e le idolatrie che ci minacciano e ci
degradano. Di tale testimonianza c'è particolarmente bisogno
dopo gli orrori senza precedenti cui abbiamo assistito negli
ultimi secoli». Ancora una volta, gli studiosi ebrei
propinano un piccolo «sermone» ai cattolici per la loro
supposta complicità con il nazismo. Tuttavia, di fronte alle
frasi che ho citato dal Talmud, la situazione per
loro diviene veramente imbarazzante. Ora, ho due serie di
domande da porre ai 172 rabbini e studiosi ebrei:
-
Prima domanda: le
succitate parti estratte dal Talmud sono vere o
false? Se essi dicono che sono false, che garanzia
abbiamo che gli studiosi ebrei non stiano mentendo per
adempiere il precetto talmudico secondo cui «gli
ebrei possono essere ipocriti con il non-ebreo»? Per
provare che queste citazioni sono false, sarebbe
necessario dimostrare che tutte le edizioni del
Talmud che contengono i summenzionati precetti non
sono autentiche. Permetteteci di aspettare e vedere se
ciò verrà dimostrato.
-
Seconda domanda: se questi
precetti talmudici sono veri, possiamo chiaramente
vedere la doppiezza usata da non pochi partigiani del
giudaismo, specialmente da quelli che hanno abbozzato
questo recente documento. Ci sarebbe dunque un tipo di
linguaggio interno per la religione giudaica, e un altro
ad uso esterno per dare una buona impressione. Tutto
sarebbe lecito purché ci sia del vantaggio per il credo
giudaico: «È permesso imbrogliare uno straniero».
Ciò proverebbe che il documento Dabru Emet manca
di serietà in termini di dialogo. Se così fosse, come
potrebbero pretendere di avere buona volontà nel dialogo
interreligioso i rabbini e gli studiosi ebrei? Qual'è il
valore di tutto il «positivo» e vano polverone sorto
intorno alla pubblicazione del documento Dabru Emet?
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Sopra: gli
effetti di un'educazione all'odio; bambine israeliane
scrivono «dediche» piene di disprezzo sui proiettili da
cannone destinati ad essere sparati sulla popolazione
palestinese nella striscia di Gaza. |
Nonostante l'imperativa
necessità di una risposta a queste domande, permetteteci di
supporre gratuitamente che i firmatari del documento siano
sinceri. Ovvero che essi abbiano trascurato i precetti
talmudici «contro l'immoralità e le idolatrie che ci
minacciano e ci degradano», per usare le loro parole.
Permetteci di supporre che essi siano realmente pentiti
delle cose orribili che i loro antenati hanno scritto contro
i diritti degli altri popoli: «Solamente gli ebrei sono
uomini; gli altri popoli non sono che tipi di animali».
Se i rabbini e gli studiosi ebrei si sono veramente pentiti,
che cosa potevano fare di meglio di un atto solenne e
pubblico con cui manifestare «il rimorso per il
maltrattamento» di ogni popolo, e principalmente contro
la Chiesa cattolica? Non sto suggerendo qualcosa di
originale. Sto usando le parole del loro documento con cui
condannano i cattolici. Mi sembra giusto che i partigiani
del giudaismo applichino a sé stessi il criterio che usano
per giudicare gli altri. Essi esigono i mea culpa per
i supposti crimini commessi nel passato dagli altri, ma non
sono affatto disposti a fare lo stesso per ciò che loro
hanno commesso (avendo fatto anche di peggio). Così ora
porgo loro il mio cordiale invito: gentili signori, non è
forse giunto il vostro turno di chiedere scusa?
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Sopra: «Gesù
è immondizia». Così recita una scritta blasfema in
ebraico apparsa nel 2014 sulle mura esterne di una chiesa
cristiana a Gerusalemme. Secondo alcune stime, i graffiti di
questo genere aerografati in questi ultimi anni sarebbero
circa 2.000... |
NOTE
1 Traduzione dall'originale inglese A Cordial
Invitation to 170 Rabbis and Jewish Scholars («Un cordiale
invito a 170 rabbini e studiosi ebrei»), a cura di
Antonio Casazza.
2 Questo scritto è apparso sotto forma di articolo su
The Remnant, del 31 dicembre 2000.
3 Cfr. Origins, del 21 settembre 2000, pagg.
225, 227-228.
4 Cfr. National Catholic Reporter, del 17
novembre 2000, pag. 10.
5 Cfr. L. von
Pastor, Historia de los Papas, Gustavo Gili,
Barcelona 1931, vol. XVII, pag. 306.
6 Cfr. Mons.
H. Delassus, La conjuration antichretienne,
Desclée de Brower, Lille 1910, vol. III, pagg. 1125-1128.
7 Cfr. F.
Vernet, «Juifs e chrétiens» («Ebrei e cristiani»),
in Dictionnaire Apologétigue de la Foi Catholique, vol.
II, col. 1691; C.
Thouzeller, L'enseignement et les Universités;
cit. in V. A., Histoire de l'Église depuis les origines
jusqu'a nos jours («Storia della Chiesa dalle origini ai
nostri giorni»), Bloud & Gay, Parigi 1950, vol. X, pagg. 379 e
ss.
8 Cfr. F.
Vernet, op. cit. É probabile che l'Autore si
riferisca alle mostruosità contenute nei trattati cabalistici (N.d.T.).
9 Cfr. Registres d'Innocent IV, vol. I, nº
682, Potthast, 11376, Chartularium, nº 131, vol. I, nn. 173,
178; Saint Louis et Innocent IV, pagg. 302-306, in C.
Thouzeller, op.
cit., pag. 380.
10 Cfr. F.
Vernet, op. cit.,
col. 1692.
11 Ibid.
12 Ibid.
13 Cfr.
Masio, Cartas,
515; Berliner, 2
2, 7; Rodocanachi,
pag. 40 e ss., in Révue des Études Juives, 20, 68;
Cartas de San Inàcio, V, pag. 288 e ss., in L.
Pastor, op. cit.,
vol. XIV, pag. 236.
14 Cfr.
Caracciolo,
Vita, 4, 11; Erler,
in Arquivo Direito Canônico, L 3, 49;
Reusch, 1, 48; H.
Vogelstein-P.
Rieger, 2, pag.
156 e ss.; Berliner,
2, 2 8S., e dello stesso Autore, Censura e confisco de livros
judeus nos Estados da Igreja (Francoforte 1891), in L.
Pastor, op. cit.,
vol. XV, pag. 239.
15 Cfr. F.
Vernet, op. cit.,
col. 1693.
16 Cfr.
Reusch, 1, 50,
333, 339, 534.
17 Vedi l'elenco dei libri che egli ha
distrutto a Cremona in Sisto de Siena, Bibliotheca sancta
(Parigi 1610), pag 310 e ss.; F.
Vernet, op. cit.,
col. 1738.
18 Cfr. F.
Vernet, op. cit.,
col. 1694.
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