di
Daniel Raffard de
Brienne 1
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«Le guardie
tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e
questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto"?
Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato
come parla quest'uomo"»! (Gv
7, 45).
«Quando ormai si
era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi
insegnava. I giudei ne erano stupiti e dicevano: "Come
mai costui conosce le Scritture senza avere studiato"»?
(Gv 7, 14-15). |
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Da alcuni decenni a questa
parte si assiste ad un tentativo di recupero di Nostro
Signore Gesù Cristo da parte degli ebrei, e ciò si traduce
paradossalmente non attraverso una cristianizzazione
dell'ebraismo, ma mediante una giudaizzazione del
cattolicesimo. Alcuni eruditi ebrei hanno iniziato a
riscrivere la vita di Yeshua 2.
Secondo essi, nato a Nazareth 3
in una famiglia priva di ascendenza davidica, Gesù, figlio
di Giuseppe e di Maria, avrebbe avuto almeno sei o sette fratelli e
sorelle di cui non era necessariamente il maggiore. Egli
avrebbe ricevuto una buona formazione religiosa, e dunque conforme
alla dottrina farisaica, come mostra l'episodio della
discussione che ebbe all'età di dodici anni con i dottori
nel Tempio. Adulto, Gesù si fece battezzare da Giovanni,
probabilmente un esseno, con il quale sarebbe entrato duramente in
concorrenza. Fu durante questo battesimo che Gesù ebbe la
rivelazione della sua missione. Egli divenne profeta; questo
è il motivo per cui sarebbe stato chiamato, come tanti
altri, Figlio di Dio o Figlio dell'uomo. Alcuni videro in
lui il Messia, come Giuda Iscariota che, disingannato e
deluso, lo avrebbe tradito.
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A sinistra:
rabbi Yeshua, il Gesù gradito agli ebrei. A destra:
rabbi Kirt Schneider, un rabbino che presenta un
Cristo tutto ebraico in una serie di video intitolata
Discovering the Jewish Jesus («Scoprire il Gesù
ebraico»). |
Benché fondatore - come altri a quell'epoca - di una «eresia sèttaria»
4, e malgrado i suoi problemi con
alcuni farisei estremisti, Gesù avrebbe predicato una
dottrina interamente presa in prestito dai grandi maestri
farisei, come Hillel (60 a.C.-7 d.C.), come
dimostrerebbero certi testi talmudici redatti molto più
tardivamente 5. Anche il
Pater Noster sarebbe derivato dal Kaddisch. La
condanna e la morte di Gesù sarebbe stata opera degli
occupanti romani e dei loro «collaboratori», poco numerosi,
i sadducei; i veri ebrei, i farisei, non ne avrebbero avuto
alcuna parte. Naturalmente, tutto ciò non concorda affatto
con i Vangeli. Secondo i nostri eruditi israeliti,
l'incorporazione massiccia tra i primi fedeli dei non-ebrei
(per i quali Gesù non avrebbe nutrito alcuna stima), avrebbe
condotto il cristianesimo ad allontanarsi dal giudaismo.
Dunque, i nostri eruditi si prodigano a ricostituire,
partendo dai testi evangelici alterati dai non-ebrei,
l'autentica lezione primitiva. In questo modo è possibile
riesumare alcune note prese da un discepolo di Gesù nel
Vangelo di San Giovanni «raschiate da mostruose
incrostazioni che secoli di teologizzazione hanno gonfiato
di concretizzazioni deformi» 6.
Una volta ripuliti da queste ampollosità, i Vangeli cessano
di contraddire gli eruditi ebrei. In breve, questo Gesù così
vilipeso per secoli dagli ebrei è divenuto per gli stessi un personaggio
abbastanza frequentabile. In compenso, l'assai discutibile
esegesi ebraica infesta la Chiesa cattolica. Lo si constata
facilmente nelle nuove traduzioni della Sacra Scrittura, in
particolare nella Traduction Œcuménique de la Bible (TOB),
e nei lezionari della nuova Messa, così come abbiamo
mostrato in un'altra opera 7.
Senza entrare nel dettaglio in questa sede, ricordiamo che
le profezie messianiche hanno subito diversi ritocchi quando
si applicano troppo chiaramente a Gesù Cristo. Si fà
aleggiare
il dubbio sulla nascita verginale di Cristo, sulla verginità
perpetua di Sua Madre, sul grado di parentela dei suoi
pretesi fratelli e sorelle. Si attenuano tutti i passi dove
viene rivelata la divinità di Cristo.
Le falsificazioni si
spingono fino a voler dimostrare che Dio avrebbe scelto Gesù al
momento del suo battesimo per farne il suo Figlio adottivo.
Come abbiamo esposto altrove 8,
le opere di catechesi non sono da meno. Vi ritorniamo
unicamente per sottolineare che questa catechesi ritiene che i Vangeli
- di redazione piuttosto
tardiva - conserverebbero solamente l'interpretazione
soggettiva della vita di Cristo dei primi cristiani, e
che dunque non avrebbero un vero valore storico. In questo spirito, i racconti
dell'infanzia di Cristo vengono trattati con disinvoltura.
Ad esempio, si afferma in maniera del tutto gratuita: «Gesù visse
a Nazareth da buon
ebreo secondo la spiritualità dei farisei»; e
quindi Egli sarebbe stato più
vicino agli ebrei attuali, eredi dei farisei, che ai
cristiani. Se talvolta si qualifica Gesù come «Figlio di Dio»,
lo si presenta anche come un «profeta»; nondimeno, si insiste sulla
Sua
umanità senza affermare mai chiaramente la Sua divinità.
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Rabbi
Hillel |
La TOB |
Notiamo che nel maggio del 1986, un gruppo misto di lavoro ebraico-cattolico ha pubblicato negli Stati Uniti alcune linee
direttive per la catechesi, redigendo una biografia di Gesù
il più vicino possibile alla descrizione che ne danno le
opere ebraiche 9. Ci si potrebbe
chiedere perché mai gli israeliti contemporanei ci tengono
così tanto a fare di Cristo un profeta ebreo quasi
ortodosso. La risposta è semplice. Da una parte, il
cristianesimo crolla se non proclama più la divinità del suo
Fondatore; e questa prospettiva non può dispiacere agli
ebrei. Dall'altra, avendo molto sofferto a causa
delle persecuzioni naziste, gli ebrei vorrebbero
neutralizzare l'antisemitismo, che essi attribuiscono all'accusa
di deicidio lanciata dalla Chiesa; come se i nazisti atei si
siano creduti i vendicatori di Cristo 10.
Nel 1947, a Seelisberg, in Svizzera, si tenne una conferenza
tra ebrei e cristiani; in quella sede, sotto l'impulso dello
scrittore ebreo Jules Marx Isaac (1877-1963), i cristiani
si assunsero tutta la responsabilità dell'antisemitismo; da
parte loro, gli ebrei si rifiutarono di accollarsi la
responsabilità dei loro testi più anticristiani
11.
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Sopra:
fotografia dei partecipanti ebrei e cattolici intervenuti
alla Conferenza di Seelisberg, nel 1947. |
Nel 1960,
Giovanni XXIII
(1881-1963) accordò un'udienza a Jules Isaac e decise che il
Concilio avrebbe redatto una dichiarazione sugli ebrei. Questa
dichiarazione, Nostra Ætate, che che in seguito venne
estesa ad altre religioni non-cristiane, venne adottata nel
1964, dopo intervento del B'nai B'rith,
il potente ramo ebraico internazionale della
Massoneria
12. In questo testo, gli ebrei
vengono assolti da ogni responsabilità per la morte di
Cristo, in patente contraddizione con i racconti evangelici.
Fu allora che alcune proteste, accompagnate da minacce, si
levarono dai Paesi musulmani 13.
Alla fine, nel 1965 i padri conciliari adottarono un nuovo
testo un po' edulcorato, e il Cardinale Augustin Bea
(1881-1968), presidente del Segretariato per la Promozione
dell'Unità dei Cristiani, corse a spiegarsi a New York
presso le associazioni ebraiche internazionali
14. Tuttavia, il testo rimase più che
soddisfacente per gli ebrei nel punto in cui si diluisce la
loro responsabilità per la morte di Cristo e per il fatto
che si tenta di far credere che poche sono le cose separano
il cristianesimo dall'ebraismo; poche cose che non
impediscono «la conoscenza e la stima reciproca» e il
«dialogo fraterno».
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Jules Marx Isaac |
Giovanni
XXIII |
Cardinale A. Bea |
L'errore conciliare e
post-conciliare consiste nel considerare il giudaismo
moderno come una continuazione dell'Antica Alleanza e che
contestarlo equivale a rinnegare l'origine del
cristianesimo, quando in realtà la religione talmudica
differisce non poco dalla religione mosaica
15, e che, soprattutto, l'Antica
Alleanza si è conclusa quando è subentrata la Nuova Alleanza. Si ritrova ovunque questo errore: costantemente
nelle proposizioni del Cardinale Jean-Marie Lustiger
(1926-2007), di origine ebraica, che si è spinto ben più
lontano; in una dichiarazione del 1973 in cui l'Episcopato
francese ha confuso l'ebraismo e lo Stato d'Israele
16; o nelle affermazioni di
Giovanni Paolo II
(1920-2005) che
nel 1986 nel corso della storica visita alla sinagoga di
Roma ha definito gli ebrei i «nostri fratelli maggiori».
E così,
invece di cercare di convertire gli ebrei li si lascia nel
loro errore, come ha fatto nel 1984 il Cardinale Albert Decourtray
(1923-1994) 17, il quale li ha
incoraggiati nel loro funesto rifiuto della Buona Novella.
Non a caso, la Commissione Pontificia per
le Relazioni con l'Ebraismo dipende dalla
Segreteria per l'Unità dei Cristiani, e non a quella per i
non-cristiani 18. Nel 1985,
questa Commissione ufficiale ha pubblicato una nota che
pullula di frasi scandalose e persino eretiche
19. Basterà citarne una sola: «Occorrerebbe
dunque che anche noi ci assumessimo la nostra responsabilità
di preparare il mondo alla venuta del Messia» (sic!).
Si rilevano anche diverse frasi infelici in numerose
allocuzioni di Giovanni Paolo II 20.
Più spiacevole ancora è stata la famosa visita di Karol
Woytjla, il 26 aprile 1986, alla sinagoga di Roma: un atto
che tutti i Papi precedenti, da San Pietro in poi, avrebbero
condannato come un rinnegamento. In quel luogo, seduto sullo
stesso piano del rabbino capo di Roma, Giovanni Paolo II,
anziché invitare gli ebrei a convertirsi al cattolicesimo
per la loro salvezza, si è limitato, utilizzando parole
melliflue, a confermarli nel loro rifiuto della divinità di
Gesù Cristo 21. Tutti questi
«avvicinamenti» non impediscono che tra il cristianesimo e
l'ebraismo ci sia tutta la distanza che separa Nostro
Signore Gesù Cristo, il Redentore, il Figlio di Dio e Dio
stesso, da Yeshua, il sobillatore eretico.
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Il
Cardinale Lustiger |
Il
Cardinale
Decourtray |
Ma almeno
questi gesti di buona volontà da parte dei cattolici hanno
suscitato una certa reciprocità? Niente affatto! Al
contrario, le istanze ebraiche hanno richiesto in modo
pressante la chiusura del convento di suore carmelitane
insediato ad Auschwitz, il quale, secondo tali associazioni,
era insopportabile al ricordo degli ebrei morti nel lager
nazista. Come se numerosi cattolici - ricordiamo tra i tanti
Padre
Massimiliano Kolbe (1894-1941) - non fossero
morti in quello stesso luogo. Come se la Chiesa e le sue
carmelitane fossero stati in qualche modo complici dei boia
nazisti. Questa inverosimile complicità, i Cardinali
Lustiger e Decourtray non solo non l'hanno smentita, ma al
contrario nel 1983 si sono recati ad Auschwitz «con
un'intenzione di pentimento» 22;
e nel 1987, incaricati da Roma, hanno deciso il
trasferimento del convento carmelitano fuori dal campo di
Auschwitz 23.
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Sopra: il
monastero delle carmelitane di Auschwitz. Nel 1984, il
magnate canadese del whisky Seagram
Edgar Bronfman (1929-2013), presidente
del World Jewish Congress («Congresso Mondiale
Ebraico»), fece pressioni affinché il Carmelo e la croce
fossero rimossi. Nel 1989, il monastero venne portato fuori
dal campo, ma la croce rimase per volontà dei cattolici
polacchi, causando non poche proteste da parte delle varie
associazioni ebraiche. |
Ancora una volta
si è costretti a riconoscere che l'ecumenismo è a
senso unico, è che da parte cattolica appaiono gravi
forme di sincretismo giudeo-cristiano. Non si
è sorpresi di ritrovare tali forme anche nel
pentecostalismo
cattolico. Infatti, in numerose
comunità
carismatiche si apprendono le danze d'Israele, si studia i
midrash (i commenti rabbinici), e ci si accosta alla
lettura ebraica della Bibbia sotto la guida di maestri
ebrei. Nella Comunità del Leone di Giuda, si celebra
anche lo Shabbat, ogni venerdì sera, con canti e
preghiere in ebraico 24. Anche
Rina Geftman (1914-2001), praticava diversi riti
ebraici. Cattolica di origine ebraica, ella aveva ricevuto
nel 1982 l'«effusione dello Spirito», e intorno al 1970
aveva fondato in Israele un centro che si dedicava alla
propaganda presso i cristiani del giudaismo e dello Stato
d'Israele. Al contrario, essa non ha mai presentato il
cristianesimo agli ebrei, perché stimava, come Madre Myriam
e il Cardinale Lustiger, che occorre vietare ogni forma di
proselitismo verso gli ebrei i quali, essendo stati vittime
di battezzati durante la Seconda Guerra Mondiale, rimangono
il popolo di Dio e non hanno dunque niente da ricevere
25. Madre Myriam (vero nome
Tünde Szentes de Madefalna de Kibaczon) si è spinta
più oltre. Fondatrice nel 1979 dell'Ordine delle Piccole
Sorelle dell'immacolata, essa prese improvvisamente
coscienza delle sue origini ebraiche e nel 1983 trasformò la
sua comunità nelle Piccole Sorelle d'Israele. Essa
impose alla sue consorelle tutti gli obblighi della
religione talmudica: nella cappella presero il loro posto la
Menoràh (il candelabro a sette braccia), la Toràh
(i rotoli della Legge di Mosè), il tallit (lo scialle
da indossare durante la preghiera), e persino i riti di
purificazione, il rispetto dei regole per il cibo kosher,
le preghiere ebraiche, la celebrazione dello Shabbat,
ecc... Per questa strana suora, gli ebrei si sarebbero
mostrati più fedeli a Dio dei cristiani: «Sarebbe
assolutamente ignobile cercare di convertirli». I
cristiani avrebbero ricevuto una seconda rivelazione e la
loro missione riguarderebbe solo i pagani, e non gli ebrei:
«Chi sono questi cristiani generati dal paganesimo per
decidere se gli ebrei devono o non devono entrare nella
Chiesa»? Del resto, i cristiani dovrebbero chiedere
perdono agli ebrei a causa delle persecuzioni antisemite.
Queste elucubrazioni non meriterebbero alcuna attenzione se
Madre Myriam non avesse ricevuto il pieno sostegno dalla
Gerarchia cattolica, e in particolare quella del Vescovo del
luogo e del suo «superiore immediato», Padre Marie-Dominique
Philippe o.p. (1912-2006)
26. Nel gennaio del 1988, quando la
comunità della Piccole Sorelle d'Israele è stata al
centro di un tam tam mediatico per l'accusa di derive
sèttarie, il Cardinale Decourtray si è subito commosso
27.
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Sopra a
sinistra: la copertina dell'opera di
Emmanuel Haymann
Mére
Myriam, Petite Sœur Juive de l'Immaculée («Madre Myriam,
Piccola suora ebrea dell'Immacolata»; Favre, 1985); a
destra, la religiosa incontra Giovanni Paolo II. |
La strana religione del
Cardinale Lustiger ha posto un problema molto più grave a
causa delle funzioni di questo porporato che in occasione
del conclave ha fatto parte della rosa dei Cardinali
«papabili». Certamente il Cardinale Lustiger non si è
accollato tutto il formalismo ebraico caro a Madre Myriam.
Ma, come questa religiosa, anch'egli sentiva, e lo diceva,
di rimanere ebreo pur essendo cristiano, ed elaborò teorie
analoghe alle sue. Alcune frasi caratteristiche estratte dai
suoi libri e delle sue dichiarazioni basteranno a
dimostrarlo 28. Per questo
Cardinale, la Nuova Alleanza non ha sostituito l'Antico
Patto: «Le Alleanze non si escludono l'un l'altra».
E dunque: «Il popolo ebraico è stato ed è tutt'oggi
erede e testimone delle promesse di Dio e della fede di
Abramo». Per conseguenza, «non c'è separazione tra
Gesù e Israele»; «Israele deve rimanere fino al
compimento dei tempi il testimone della promessa di Dio, con
la sua vocazione di figlio maggiore». Non è
dunque il caso di cercare di convertire gli ebrei,
«perché ciò non ha alcun senso, e sarebbe un'infedeltà.
Sia la fede ebraica che la fede cristiana sono una chiamata
di Dio». Il Cardinale - che si dichiara «discepolo
di Cristo a modo mio» (sic) - è giunto a dire:
«Sono ebreo. Per me, le due religioni non sono che un'unica
cosa. Non ho tradito quella dei miei antenati». Il
Cardinale ha poi precisato: «Per me, la vocazione d'Israele
è quella di portare la luce ai goyim (i non-ebrei).
Questa è la mia speranza e credo che il cristianesimo sia un
modo per raggiungerla». Riassumendo: «Il
cristianesimo è il giudaismo per i pagani». Dunque,
il cristianesimo non sarebbe che un giudaismo di serie B! E
mentre in Vaticano queste strane affermazioni non hanno
provocato alcuna reazione, le autorità ebraiche, che sono
prive della stoffa ecumenica, hanno rigettato questo
sincretismo giudeo-cristiano. L'ex Gran Rabbino di Francia
Jacob Kaplan (1895-1994) ha risposto al Cardinale
Lustiger: «Per noi, non si può essere al tempo
stesso ebrei e cristiani. Bisogna scegliere».
Il Gran Rabbino di Lione ha fatto una dichiarazione analoga:
«La Diocesi di Lione dovrebbe ricordare a Madre Myriam - e a
Mons. Lustiger - che deve scegliere tra le due religioni.
Non si può essere contemporaneamente ebrei e cristiani».
Questi rabbini non vedono che «è l'apostasia dei
cristiani in favore del giudaismo che viene incoraggiata»?
29. Non è inutile ricordare che le
belle preghiere dell'antico Offertorio, tanto vilipeso da
Martin Lutero
(1483-1546), sono state sostituite nella nuova Messa con una
preghiera talmudica, ossia dalla religione nata dal rifiuto
del Nuovo Testamento.
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Sopra: il 2
dicembre 2013, il primo ministro israeliano Benjamin
Netanyahu in visita a Roma ha regalato a Francesco I una
Menoràh. Qualche giorno prima, nell'Enciclica
Evangelii Gaudium (del 24 novembre 2013), José Mario
Bergoglio aveva ribadito che l'Antica Alleanza con gli ebrei
non è mai stata revocata da Dio (§ 247). |
Gesù Cristo
e i farisei
(dallo
sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth,
di Franco
Zeffirelli, 1977).
NOTE
1 Traduzione di un estratto (pagg. 32-37)
dall'originale francese «Les voies étranges de l'œcuménisme»,
in Lecture et Tradition, nn. 149-150, luglio agosto 1989,
a cura di Antonio Casazza.
2 Citiamo: J.
Isaac, Jésus et Israël («Gesù e Israele»),
Fasquelle, 1948; R. Aron,
Les années obscures de Jésus («Gli anni oscuri di Gesù»),
Grasset 1960; D. Flusser,
Jésus («Gesù»), Seuil, 1970; J.
Genot-Bismuth,
Un homme nommé Salut: genèse d'une hérésie à Jérusalem
(«Un uomo chiamato Salvezza: genesi di un'eresia a Gerusalemme»)
ŒIL, 1986.
3 Aron ammette la nascita a Betlemme. Per il resto, i
nostri eruditi ritengono come storico solo l'episodio dei
dottori nel Tempio, perché ne hanno bisogno.
4 Questa è l'opinione che Jacqueline Genot-Bismuth
esprime nel suo succitato libro.
5 Il primo testo, la Mishna, è del 189 d.C.,
poi c'è il Talmud di Gerusalemme del 396 e infine quello
di Babilonia del 500.
6 Cfr. J.
Genot-Bismuth, op. cit., nota nº 53, pag. 253.
7 L'Autore si riferisce a Traductor traditor: les
nouvelles traductions de l'Ecriture Sainte («Traduttore
traditore: le nuove traduzioni della Sacra Scrittura»), in
Lecture et Tradition, n° 120.
8 Vedi dello srtesso Autore «Lex credendi: la
nouvelle catéchèse et la foi» («La legge della fede: la
nuova catechesi e la fede»), in
Lecture et Tradition, n° 107.
9 Cfr. La Documentation catholique, luglio
1988.
10 Come ha dimostrato lo scrittore ebreo
Bernard Lazare (1865-1903) nell'opera L'antisémitisme, son
histoire, ses causes («L'antisemitismo, la sua storia, le
sue cause»; 1894), l'antisemitismo è una reazione abbastanza
universale ai comportamenti particolaristici, buoni o cattivi,
degli ebrei.
11 Cfr. La Documentation catholique,
luglio 1988.
12 Cfr. P. R. M.
Wiltgen, Le
Rhin se jette dans le Tibre («Il Reno si getta nel Tevere»),
Cèdre, 1975, pagg. 164-172.
13 Cfr. La Documentation catholique,
luglio 1988; H. Le Caron,
Dieu est-il antisémite? («Dio è antisemita»?), Ed.
Fideliter, 1987); in questa opera si menziona la visita del
presidente Soekarno a Giovanni XIII.
14 Cfr. L.
de Poncins, nel
supplemento al nº 18 della rivista L'Ordre français,
1967.
15 Cfr. J.-D.
Granville, Le
mystère d'Israël et la tentative de judaisation du catholicisme
(«Il mistero d'Israele e il tentativo di giudaizzazione del
cattolicesimo»), AFS, supplemento al n° 66, 1985.
16 Cfr. La Documentation catholique,
luglio 1988.
17 Ibid.
18 Lo ha fatto notare Jean Madiran, in
Itinéraires, n° 301, maggio 1988.
19 Cfr. Osservatore Romano, del
24-25 giugno 1985. Su questa nota, vedi soprattutto H.
Le Caron, op.
cit.; Le Courrier de Rome, n° 64, ottobre 1985; J.-D.
Granville, op.
cit.
20 Cfr. D.
Le Roux, Pierre
m'aimes-tu?; J.
Madiran, art. cit.
21 Cfr. H.
Le Caron, op.
cit., D. Le Roux,
op. cit.; Le Courrier de Rome, nn. 70-71,
aprile-giugno 1986.
22 Cfr. H.
Le Caron, op.
cit., pag. 119.
23 Cfr. D.
Le Roux, op.
cit., pag. 118.
24 Cfr. A.
de Lassus, Connaissance
élémentaire du Renouveau charismatique («Conoscenza
elementare del Rinnovamento Carismatico»), AFS, Parigi.
25 Così Yves Daoudal, in Itinéraires,
n° 302, aprile 1986.
26 Ancora Yves Daoudal, in
Itinéraires, n° 301, marzo 1986.
27 Fortunatamente, l'Ordine rifondato da
Madre Myriam è stato sciolto dal Cardinale Barbarin il 15 marzo
2005 (N.d.T.).
28 Sulla strana religione del Cardinale
Lustiger, vedi in particolare: H.
Le Caron, op.
cit.; Monde et Vie, n° 429, maggio 1986; Le
Courrier de Rome, n° 61, giugno 1985; De Rome et d'ailleurs,
n° 86, aprile 1988; La Contre-Réforme Catholique, n° 163,
marzo 1981; Présent, n° 1492, gennaio 1988.
29 Così Michèle Reboul, in Monde et
Vie, n° 429, aprile-maggio 1986.
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